Sei in: Mondi medievali ® Castelli europei ® Albania

ì

a cura di Barbara Barletta

pag. 1

le immagini:  pag. 1 - pag. 2    cenni storici    descrizione


Kruje, il nuovo museo Scanderbeg; sulla destra la torre restaurata

  clicca sulle immagini in basso per ingrandirle

Kruje  Kruje

 

Panorama della città  Una caratteristica via di Kruje  Bambini crutani con i tradizionali costumi  Veduta generale  I resti della fortezza: la torre  La torre

 

La torre  Il museo  Il museo  Il museo  Il museo


Cenni storici

La piccola e pittoresca città di Kruje è costruita sul lato ovest della montagna di Kruje, a circa 600 metri d'altezza sul livello del mare.

Sulla storia di Kruje la cultura albanese ha ereditato un gran numero di descrizioni e testimonianze risalenti a vari periodi storici. L'origine del nome di Kruje non è stata accertata. è molto probabile che provenisse dalla parola albanese krue che significa sorgente; e questo perché Kruje è un luogo ricco di sorgenti naturali, soprattutto nei pressi della cittadella fortificata che, munita anche di difese naturali, si trova in una posizione strategica poiché domina su tutta la pianura e sul resto dell'ambiente circostante. Da qui si gode una meravigliosa vista che si estende sulle pianure e le montagne circostanti, fino al mare Adriatico. Le inespugnabili difese naturali di questa collina ci fanno pensare che potrebbe essere stata sfruttata nei secoli anche dai predecessori degli albanesi, come luogo d'abitazione e difesa. I reperti archeologici che ci sono pervenuti grazie agli scavi oppure casualmente prima e dopo la seconda guerra mondiale, dimostrano che Kruje è stata abitata almeno dal VII e VIII secolo da una popolazione autoctona e non emigrata, presumibilmente gli Ilir. Infatti, a poca distanza da Kruje si trova il villaggio di Zgerdhesh dove sono stati scoperti i resti di una città Illira nonché materiali archeologici di gran valore. Verso il IV secolo il villaggio di Zgerdhesh fu abbandonato dalla sua popolazione, che probabilmente si insediò in un luogo più riparato, probabilmente Kruje. è molto probabile che Kruje abbia avuto origine in tali circostanze. Nei documenti storici Kruje viene nominata per la prima volta negli atti ecclesiastici del IX secolo come capoluogo di un vescovato. In epoca bizantina non ci sono documenti su Kruje, mentre nei secoli successivi abbiamo testimonianze riguardanti guarnigioni e governatori Bizantini sotto il dominio dei quali Kruje rimase fino alla fine del XII secolo.

Kruje durante il periodo medievale fu anche il capoluogo della regione Arbanum, in altre parole il primo stato feudale albanese che si creò intorno al 1190 con a capo un despota indigeno: l'arberesh Progon. Come roccaforte Kruje è nominata per la prima volta nel XIII secolo. Il governatore bizantino Giorgio Acropolito, che conosceva questo luogo da vicino, in una sua cronaca chiama la roccaforte di Kruje con il nome Croas.

La città di Kruje fiorì ampiamente durante il XIII e il XIV secolo, tuttavia il suo sviluppo economico e culturale fu interrotto dai continui attacchi dei Turchi che occuparono Kruje per la prima volta nel 1396 anche se, poco dopo, si ritirarono senza farsi più vedere per circa 20 anni.

Nel 1415 le principali fortezze del paese, compresa quella di Kruje, caddero nelle mani dei Turchi. La resistenza del popolo albanese (Arberesh) nei confronti degli invasori continuava a diventare sempre più forte fin quando nel 1430, secondo i documenti ufficiali albanesi (ma secondo gli archivi di Venezia e Ragusa nell'autunno del 1429) si ribellò sotto la guida di Gjon Castriota (padre di Scanderbeg). La ribellione fu soppressa. Un'altra vigorosa rivolta popolare scoppiò durante gli anni 1432-35, ma anche questa fallì poiché i vari focolai insorti non riuscirono ad unirsi in un unico esercito.

Con la comparsa di Scanderbeg inizia una nuova fase storica per l'Albania.

Il monumento a Scanderbeg

Durante il periodo 1443-1478 la roccaforte di Kruje acquista una grande popolarità in tutta l'Europa poiché i prodi guerrieri non misero «mai di fronte al loro nemico, lo scudo della debolezza e dell'inchino» (Ibn Kemal). Gli albanesi scelsero e usarono solo il linguaggio della ribellione armata per la difesa della libertà del proprio paese ma anche della civiltà europea. Gravi danneggiamenti alla roccaforte si ebbero durante l'assedio del 1450. I Turchi coi loro cannoni pesanti riuscirono a distruggere i muri dell'entrata principale e una parte delle mura circondariali, però i difensori della roccaforte riuscirono a respingere i nemici, che proprio durante questo assedio, nella gola che si trova a 3 - 4 km sotto la città dove passa la strada riservata ai pedoni e ai cavalieri (che i Turchi soprannominarono jezitjoll, la via del diavolo), ebbero gravi perdite in uomini e materiale bellico.

Anche nel secondo assedio Kruje resistette ai cannoni e alle offensive massicce degli Ottomani. Il cronista turco Dursun Beg che partecipò alla spedizione del secondo assedio di Kruje, dovette confermare che «gli albanesi sono nati per contraddire e per non obbedire», mentre un altro partecipante aggiunge che «il loro guerriero più debole è paragonabile al più forte dei nostri guerrieri turchi». Uno studioso tedesco del XVI secolo scrisse: «l'inespugnabile roccaforte di Kruje fu espugnata dai Turchi soltanto a causa della fame e della carestia, nel 16 giugno 1478», vale a dire dieci anni dopo la morte di Scanderbeg.

Tuttavia i Turchi non riuscirono a cancellare la gloria di Kruje. L'onda delle spedizioni militari turche insieme alle città distrusse castelli, cattedrali, palazzi ed edifici pubblici ereditati dai secoli passati. Assieme a questi si distrussero o andarono persi anche importanti dipinti e sculture, furono bruciati documenti e manoscritti di valore inestimabile; e nonostante tutto la roccaforte di Kruje, pur mutilata, rappresenta un glorioso monumento della resistenza eroica e dello spirito creativo degli antenati degli albanesi.

    

©2002 Barbara Barletta

     


Castelli dell'Albania   su Castelli europei  avanti