Sei in: Mondi medievali ® Medioevo e Medicina ® Per una storia della medicina antica e medievale ® La medicina nell'alto Medioevo ® 5. Le epidemie


     MEDIOEVO E MEDICINA    

a cura di Raimondo G. Russo


  


    Premessa  -  1. Alcuni cenni storici  -  2. La medicina barbarica  -  3. La CHIESA E LA MAgia  -  4. La medicina e la chirurgia  -  5. EPIDEMIE  -  6. APPROFONDIMENTI E CURIOSITà


5.1.1 L'ALIMENTAZIONE NEL MEDIOEVO

La bottega del macellaio

  

Che cosa e come si mangiava nel Medioevo

Durante il Medioevo le carni, le verdure e la frutta di qualità migliore erano destinate, in gran parte, alla tavola del ricco. Pochi potevano permettersi la carne consumata sotto sale; per lo più era carne di maiale, di agnello o di pollo. I ricchi potevano contare anche sulle riserve di caccia.

La carne accessibile ai contadini era solo quella del maiale che nutrivano con gli avanzi dei signori.
I poveri mangiavano prevalentemente cereali, talvolta grano, più spesso segale e orzo che consumavano sotto forma di pane, zuppe o minestre, di farinata che era una specie di polenta.

C'erano poi ortaggi e legumi: lattughe, rape, cipolle, zucche, cavoli. 

Si mangiavano uova e nel 300 era in aumento il consumo di formaggi e latticini.

Il burro veniva normalmente usato quando era irrancidito. Di rado si consumava carne bovina, perché i buoi erano preziosi, erano bestie da lavoro.

Nelle case dei ricchi, le tavole erano spesso smontabili : alcune assi erano appoggiate su dei cavalletti. Anche nei pranzi più sontuosi le stoviglie erano ridotte al minino: un piatto, un bicchiere, un cucchiaio. Un coltello, doveva bastare per diversi commensali: era appoggiato al piatto di portata e serviva solo per tagliare via la propria porzione di carne. Le forchette non esistevano: si mangiava con le mani.

Tra le principali concause nel generare deperimento organico e alterazioni metaboliche preponderanti nelle forme epideniche, ricordiamo:

AVITAMINOSI
L’80% delle persone che vivevano in Europa era affetto da una forma più o meno grave di avitaminosi. La mancanza di cibi freschi provocava polinevriti, tracomi, glaucomi, poliomelite e di frequente rachitismo infantile diffuso, che quando non era mortale, riempiva di storpi le strade, le scalinate, l'interno delle cattedrali.

TOSSICITà
Se elenchiamo i tossici ambientali  (massimamente nei cibi)

per un uomo vissuto nel Medioevo è facile comprendere come essi possano essere profondamente  diversi da quelli cui siamo esposti oggi.

Tale tossicità era una delle principali cause di malattia, compromettendo i meccanismi di difesa ed il metabolismo, nonostante la grande duttilità del fegato che era comunque in grado di svolgere egregiamente le sue funzioni come lo è oggi. 

La denutrizione favorisce il diffondersi di epidemie.

Anche chi non moriva di fame era comunque denutrito; il suo organismo si indeboliva ed era quindi più soggetto alle malattie che facilmente lo potevano condurre alla morte.

Carestie ed epidemie fanno diminuire la popolazione.

La malnutrizione e le pessime condizioni igieniche favorirono la frequente esplosione di epidemie.
Il bacillo della peste, ad esempio (che viene trasmesso dalle pulci e dai topi) si impiantò in Europa e vi rimase per 3 secoli.

In Italia, ad esempio, oltre che nel 1348-50 ci furono grandi epidemie di peste nel 1360-63, nel 1371-74, nel 1381-84, nel 1388-90 e nel 1398-1440.

Quindi nell’arco di quarantun anni, dal 1360 al 1400, gli anni di epidemie furono ben diciotto.
La popolazione europea che nel 1300 era di circa 73 milioni, nel 1400 era calata a 45 milioni e il livello del 1300 venne nuovamente raggiunto solo verso il 1550.

A seconda dei luoghi dal 30 al 50% della popolazione europea scomparve a seguito delle varie affezioni epidemiche.

Città e villaggi si spopolarono, le case si svuotarono: fu una catastrofe.

Poche regioni vennero risparmiate dal flagello (o colpite meno duramente): tra queste l’Olanda, dove non a caso la pesca e l’allevamento del bestiame, erano fiorenti e perciò gli abitanti avevano un’alimentazione più abbondante.

Nel Medioevo avvenne un collasso mercantile, e l' economia non garantì sempre l’approvvigionamento nelle varie sedi. 
Il declino delle città favorì la crisi di ogni potere, e la società emersa dalle rovine di Roma, non permise la centralizzazione di base ed energia specialmente economica. 

Si ebbe un peculiare sviluppo dell' economia agricola. In questo campo si verificarono due fenomeni: la scomparsa della schiavitù e la formazione della economia curtense. 

La crisi demografica del primo millennio contribuì alla riorganizzazione dell' economia agricola.

Nell' alto Medioevo, l' economia agricola sosteneva tutta l' organizzazione sociale. In questo periodo ci furono due categorie di lavoratori della terra: quelli che possedevano il bestiame e quelli che non lo possedevano. Le produzioni principali erano: grano, vino, formaggio, e la raccolta di castagne e ghiande. 

In questo periodo le terre vengono date in affitto a seconda del mercato, o in beni culturali o in denaro. Questo portò ad una ripresa della attività mercantile e ad una rinascita dei centri urbani. In questo modo il contadino non era più obbligato a vendere il proprio lavoro, ma solo quello che produceva. In questo periodo ricomparvero perfino le corvees, i contadini non potevano più lasciare fondi e i signori decisero di far contrarre matrimoni con i figli degli agricoli. 

In definitiva, però, la città non investì nella campagna e non stimolò le innovazioni tecnologiche.

  

  

©2005 Raimondo G. Russo

  


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