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di Lawrence M.F. Sudbury

  

Sviluppo califfaleQuello che seguì la sanguinosa fine del cosiddetto "I Califfato", fu un momento fondamentale per lo sviluppo, anche territoriale dell'Islam, che, proprio in questo periodo, tra il  661 e il 750 circa, redasse la maggior parte delle regole politiche e sociali che si sarebbero mantenute anche il seguito. E' il periodo in cui la Umma viene governata dalla dinastia degli Omayyadi, il cui nome deriva da Umayya ibn Abd Shams, il bisnonno del primo califfo omayyade. Anche se la famiglia degli Omayyadi proveniva dalla città di Mecca, la loro capitale fu Damasco e il territorio sotto il loro controllo, nel periodo di massima estensione, arrivò a coprire più di cinque milioni di chilometri quadrati, formando uno dei più grandi imperi mai sorti e il settimo più grande impero contiguo di sempre. Anche dopo che gli Omayyadi vennero rovesciati dal califfato abbaside, essi  fuggirono in tutto il Nord Africa e verso la Spagna (Al-Andalus), dove fondarono il Califfato di Cordova, che durò fino alla "Fitna di al-Andalus", nel 1031.
 
  • LE ORIGINI
     

Dinastia OmayyadeSecondo la tradizione, quasi certamente costruita con scopo encomiastico nel periodo di massimo splendore dell'impero, la famiglia degli Omayyadi (noto anche come "Banu Abd-Shams") e Maometto discendevano da un antenato comune, Manaf ibn Abd Qusaim ed era originaria (in questo caso dato certamente veritiero) della città di Mecca: Maometto sarebbe disceso da Manaf via Hashim, suo figlio, mentre gli Omayyadi sarebbero venuti  da Manaf attraverso un figlio diverso, Abd-Shams, il cui figlio fu Umayya, fondatore della stirpe. Le due famiglie andrebbero, quindi, considerate diversi clan (quelli di Hashim e di Umayya, rispettivamente) della stessa tribù (quella del Quraish). Tuttavia, persino gli storici musulmani sciiti sottolineano come Umayya fosse un figlio adottivo di Abd Shams e quindi non fosse un parente di sangue di Manaf [1].
Di fatto, mentre è probabile che gli Omayyadi e gli Hashemiti possano aver già avuto dissidi tra i due clan prima di Maometto, è certo che la loro rivalità si trasformò in grave animosità tribale dopo la battaglia di Badr: tale battaglia vide tre alti dirigenti del clan omayyade (Utba ibn Rabi'ah, Walid ibn Utbah e Shaybah) uccisi dagli Hashmiti (Ali, Hamza ibn 'Abd al-Muttalib e Ubaydah ibn al-Harith) in uno scontro corpo a corpo tre contro tre e ciò alimentò l'opposizione di Abu Sufyan ibn Harb, il nipote di Umayya, contro Maometto e l'Islam, tanto che Abu Sufyan cercò di sterminare i seguaci della nuova religione conducendo una battaglia contro i Musulmani di Medina solo un anno dopo la battaglia di Badr. Tale "Battaglia di Uhud" è generalmente ritenuta dagli studiosi come la prima sconfitta per i Musulmani, che, nel corso di essa, subirono maggiori perdite rispetto ai meccani. Si narra addirittura che, dopo la battaglia, la moglie di Abu Sufyan Hind, che era anche la figlia di Utba ibn Rabi'ah, arrivò a squarciare il cadavere di Hamza, estraendone il fegato che tentò di mangiare [2].
 

Cinque anni dopo la sconfitta nella battaglia di Uhud, tuttavia, sappiamo che Maometto prese il controllo della Mecca e annunciò un'amnistia generale per tutti i suoi abitanti. Abu Sufyan e sua moglie Hind abbracciarono l'Islam alla vigilia della conquista della Mecca, così come loro figlio (il futuro califfo Muawiyah I) ma  la conquista della città alimentò ulteriormente il loro odio verso gli Hashmiti, cosa che avrebbe portato in seguito alle battaglie tra Muawiyah e Ali e, successivamente, all'uccisione di Husayn ibn Ali insieme alla sua famiglia per ordine di Yazid ibn Muawiyah nella battaglia di Karbala.
Moneta raffigurante Muawiyah La maggior parte degli storici considerano il califfo Muawiyah (661-680) come il secondo sovrano della dinastia omayyade, anche se fu il primo ad affermare il diritto degli Omayyadi di pronunciarsi sul principio dinastico. Fu, in effetti, il califfato di Uthman Ibn Affan, egli stesso un membro del clan omayyade, di cui si è trattato in precedenza, a vedere la rinascita e poi l'ascesa del clan omayyade nei corridoi del potere: Uthman, durante il suo regno, pose alcuni dei membri del suo clan in posizioni di rilievo e degna di nota fu, in particolare, la nomina di Marwan ibn al-Hakam, suo cugino di primo grado, come suo primo consigliere, cosa che aveva creato scalpore tra i compagni hashmiti del Profeta dal momento che Marwan, insieme al padre Al-Hakam ibn Abi al-'As, era stato definitivamente esiliato da Medina da Maometto stesso. Uthman, inoltre, aveva nominato Walid ibn Uqba, per altro suo fratellastro, governatore di Kufa, nonostante questi fosse stato accusato dagli Hashmiti di aver condotta una preghiera sotto l'influenza di alcool, aveva consolidato il governatorato di Muawiyah sulla Siria, concedendogli il controllo una zona più ampia e aveva nominato un altro suo fratellastro, Abdullah ibn Saad, governatore d'Egitto. Tuttavia, per, poiché Uthman non aveva mai nominato un erede, egli non può essere considerato realmente il fondatore della dinastia.
Come osservato, dopo l'assassinio di Uthman nel 656, Ali, un membro del clan hashemita e cugino di Maometto, era stato eletto califfo ma presto aveva incontrato la resistenza di diverse fazioni a causa della sua relativa inesperienza politica, tanto che, temendo per la propria vita, egli aveva trasferito la capitale da Medina a Kufa, dando vita, così, alla prima Fitna ("guerra civile").
Battaglia di SiffinDopo la vittoriosa Battaglia del Cammello del 656, sappiamo che la battaglia di Siffin contro Muawiyah era stata, per qualche oscura ragione, interrotta prima che uno dei due schieramenti avesse raggiunto la vittoria e le due parti avevano convenuto di arbitrare la loro controversia, cosa che aveva allontanato da Alì molti dei suoi sostenitori, convinti che "l'arbitrato appartenga a Dio solo", detti Kharigiti. Nonostante la vittoria di Alì contro questi ultimi nella battaglia di Nahrawan del 659, la posizione di Alì si indebolì consistentemente e negli anni successivi alcuni siriani cominciarono ad acclamare Muawiyah come califfo rivale, cosicché, quando Ali fu assassinato, nel 661, Muawiyah marciò su Kufa, dove convinse un numero di sostenitori di Ali ad acclamarlo califfo al posto del figlio di Ali, Hasan. Dopo la sua elevazione, Muawiyah trasferì la capitale del califfato a Damasco e per questo la Siria sarebbe rimasta la base del potere omayyade fino alla fine della dinastia nel 750 [3].

 

  • L'ALBA DELL'IMPERO
     
La dinastia strattamente legata a Muawiyah, i "Sufianidi" (discendenti di Abu Sufyan), regnò dal 661 al 684, fino a la morte di suo nipote Muawiya II. Il regno di Muawiyah fu caratterizzato da sicurezza interna ed espansione esterna. Sul fronte interno, venne registrata una sola grande ribellione, quella  di Hujr ibn Adi a Kufa: Hujr ibn Adi sosteneva le rivendicazioni dei discendenti di Ali al califfato, ma il suo movimento fu facilmente soppresso dal governatore dell'Iraq, Ziyad ibn Abi Sufyan. Muawiyah incoraggiò anche la coesistenza pacifica con le comunità cristiane della Siria con la concessione di "pace e prosperità per i cristiani e arabi" nel suo regno, tanto che uno dei suoi più stretti Eustatio, leader dei Mardaiticonsiglieri fu Sarjun, padre di Giovanni di Damasco.
Allo stesso tempo, intraprese una guerra incessante contro l'Impero bizantino: durante il suo regno vennero occupate Rodi e Creta e furono lanciati diversi attacchi contro Costantinopoli. Dopo il loro fallimento, però, e di fronte a una grande rivolta cristiana dei Mardaiti (Armeni cristiani stabilitisi intorno a Monte Libano), Muawiyah concluse una pace con Bisanzio e si concentrò sull'espansione militare in Nord Africa (con la fondazione di Kairouan) e in Asia centrale (con la conquista di Kabul, Bukhara e Samarcanda).
Dopo la morte di Muawiyah, nel 680, gli successe il figlio, Yazid I. La suuccessione ereditaria di  Yazid trovò l'opposizione di un certo numero di musulmani di primo piano, in particolare Abd-Allah ibn al-Zubayr, figlio di uno dei compagni di Maometto, e Husayn ibn Ali, nipote di Maometto e figlio più giovane di Ali. Il conflitto risultante è noto come "Seconda Fitna".
Battaglia di Karbala Nel 680 Ibn al-Zubayr e Husayn fuggrirono da Medina alla Mecca. Mentre Ibn al-Zubayr sarebbe rimasto alla Mecca fino alla sua morte, Husayn decise di andare a Kufa per ottenere il sostegno della popolazione locale. Tuttavia, dietro ordine di Yazid, un grande esercito omayyade (le tradizioni parlano di 70.000 uomini) intercettò e abbattè senza pietà Husayn, i suoi familiari e i loro compagni nella battaglia di Karbala: dei 128 componenti del gruppo di Husayn (inclusi donne, bambini e anziani) 72 furono uccisi, tra i quali Husayn stesso e suo figlio neonato di sei mesi [4].
Dopo la morte di Husayn, Ibn al-Zubayr, pur rimanendo alla KaabaMecca, si unì a due movimenti di opposizione, uno centrato a Medina e l'altro attorno ai Kharigiti di Bassora e in Arabia. In 683, Yazid inviò un esercito a sottomettere entrambi:. tale esercito represse l'opposizione medinese nella battaglia di al-Harra ma in seguito pose sotto assedio La Mecca e, durante l'assedio, la Kaaba rimase gravemente danneggiata da un incendio, cosa che divenne una delle principali cause di censura degli Omayyadi in storie del periodo successivo. In ogni caso Yazid morì mentre l'assedio era ancora in corso e l'esercito omayyade ritornò a Damasco, lasciando a Ibn al-Zubayr il controllo della Mecca.
Yazid era riuscito in un primo momento ad assicurare la successione di suo figlio, Muawiya II (683-84), ma questi non sembra essere stato riconosciuto come califfo al di fuori della Siria. Anzi, in realtà, due fazioni si svilupparono all'interno della stessa Siria: la Confederazione dei Qays, che sosteneva Ibn al-Zubayr, e la Quda'a, appoggiava il califfato di Marwan, un discendente di Umayya via Wa'il ibn Umayyah. I partigiani di Marwan trionfarono nella battaglia di Marj Rahit, vicino a Damasco, nel 684, e Marwan divenne califfo poco dopo.
Il primo compito di Marwan era quello di affermare la sua autorità contro le pretese rivali di Ibn al-Zubayr, che era in questo momento riconosciuto come califfo dalla maggior parte del mondo islamico. Anche per questo egli impegnò tutte le sue forze nel conquistare l'Egitto per gli Omayyadi, ma, purtroppo, morì nel 685, dopo aver regnato per soli nove mesi [5].
 
  • APOGEO


Moneta di Abd al-MalikA Marwan succedette il figlio, Abd al-Malik (685-705), che riuscì a riottenere il controllo del califfato omayyade. L'inizio del suo regno fu segnato segnato dalla rivolta di Al-Mukhtar, che aveva sede a Kufa. Al-Mukhtar sperava di elevare Muhammad ibn al-Hanafiyyah, un altro figlio di Ali, al califfato, anche se è molto probabile che Ibn al-Hanafiyyah stesso non avesse alcuna connessione con la rivolta. Le truppe di al-Mukhtar si impegnarono in battaglie sia contro gli Omayyadi, vincendo nel 686 sul fiume Khazir nei pressi di Mosul, che contro Ibn al-Zubayr,  che, però, l'anno successivo, riuscì a schiacciare la rivolta di al-Mukhtar. Nel 691 le truppe omayyadi riconquistarono l'Iraq e nel 692 lo stesso esercito prese La Mecca, in un assalto in cui Ibn al-Zubayr rimase ucciso.
Il secondo evento importante dell'inizio del regno di Abd al-Malik fu la Cupola della Rocciacostruzione della Cupola della Roccia a Gerusalemme. Anche se la cronologia rimane un po' incerta, l'edificio sembra essere stato completato nel 692, il che significa che era in costruzione durante il conflitto con Ibn al-Zubayr. Ciò ha portato alcuni storici, sia medioevali e moderni, per ritenere che la Cupola della Roccia sia stata costruita per rivaleggiare con la Kaaba, che era sotto il controllo di Ibn al-Zubayr, come meta di pellegrinaggio [6].
Abd al-Malik è accreditato di aver centralizzato l'amministrazione del califfato e di aver stabilito l'arabo come lingua ufficiale dell'imperò, nonché di aver introdotto una moneta unica per tutta la Umma musulmana, soppiantando le monete bizantine e Sasanidi precedentemente in uso.
Abd al-Malik, infine, ricominciò una guerra offensiva contro Bisanzio, sconfiggendo i bizantini a Sebastopoli e recuperando il controllo su Armenia, aree caucasiche e Iberia.
Al-Masjid al-NabawiDopo la morte di Abd al-Malik, divenne califfo suo figlio, Al-Walid I (705-15). Al-Walid fu molto attivo soprattutto come costruttore, sponsorizzando la costruzione di Al-Masjid al-Nabawi nella Medina e della Grande Moschea di Damasco.
Una figura importante durante i regni sia di al-Walid che di Abd al-Malik fu il governatore omayyade in Iraq, Al-Hajjaj bin Yousef: molti iracheni erano contrari al dominio omayyade e al-Hajjaj fu costretto a richiamare un gran numero di truppe siriane, ospitate nella nuova città guarnigione di Wasit, per mantenere l'ordine. Queste truppe sarebbero diventate cruciali nella repressione di una rivolta guidata dal generale iracheno Ibn al-Ash'ath agli inizi del secolo ottavo.
Ad Al-Walid successe il fratello, Sulayman (715-17), il cui regno venne quasi interamente occupato da un lungo assedio di Costantinopoli: il fallimento dell'assedio segnò la fine delle serie ambizioni arabe di conquistare la capitale bizantina, tuttavia i primi due decenni del secolo ottavo segnarono una continua espansione del califfato nella penisola iberica ad ovest e in Transoxiana e India a nord ed est [7].
Umar ibn Abd al-AzizA Sulayman successe suo cugino, Umar ibn Abd al-Aziz (717-20), la cui posizione tra i califfi omayyadi è piuttosto unica: fu l'unico sovrano omayyade ad essere riconosciuto dalla successiva tradizione islamica come un vero e proprio califfo (Khalifa) e non solo come un re mondano (Malik). Umar è onorato per il suo tentativo di risolvere il problema del carico fiscale del singolo al momento della conversione all'Islam: durante il periodo omayyade, la maggior parte delle persone che vivevano all'interno del califfato non erano Musulmani, ma Cristiani, Ebrei, Zoroastriani, o altro e queste comunità religiose non erano costrette a convertirsi all'Islam, ma erano soggette a una tassa (jizyah) che non era imposta ai Musulmani, cose che poteva effettivamente rendere la conversione diffusa indesiderabile dal punto di vista delle entrate dello Stato islamico, tanto che esistono rapporti che i governatori provinciali scoraggiavano attivamente tali conversioni. Non è chiaro come Umar abbia tentato di risolvere questa situazione, ma tutte le fonti lo ritraggono come colui che è riuscito a risolvere la questione del trattamento di Musulmani arabi e non arabi (mawali) e a rimuovere gli ostacoli alla conversione dei non-arabi all'Islam [8].


 


NOTE:
   
(1)S. F. Mahmud, A Short History of Islam, Oxford University Press 1898, pp. 107 ss.
(2) Stanley Lane-Poole, The Mohammadan Dynasties, Adamant Media Corporation 2001, pp. 187 ss.

(3) J.J. Saunders, A History of Medieval Islam, Routledge 1978, p. 66 ss.
(4) L. Hazleton, After the Prophet: The Epic Story of the Shia-Sunni Split in Islam, Anchor 2010, pp. 198 ss.

(5) Stanley Lane-Poole, Citato, pp. 195 ss.
(6) B. Ben-Dov, M. Mazur, The Excavations in the Old City of Jerusalem Near the Temple Mount, Hebrew University / The Israel Exploration Society 1971, pp. 37-43.
(7) Stanley Lane-Poole, Citato, pp. 218 ss.
(8) J.J. Saunders, Citato, pp. 84-85.
  
    
 

 

   

©2012 Lawrence M.F. Sudbury

  


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