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a cura di Maria Angela Binetti
Les très riches heures du Duc de Berry: i lavori agricoli di marzo.
Quello dell'ambiente è diventato, negli ultimi decenni, uno dei temi più discussi e dibattuti a livello planetario. I governi di tutti i paesi industrializzati, infatti, riconoscono l'urgenza e l'esigenza di una più attenta tutela dell'ambiente, di un più equilibrato rapporto tra uomo e ambiente.
La centralità e la problematicità, nella nostra società, della tematica ambientale rappresenta certamente uno stimolo all'indagine e all'approfondimento del rapporto che l'uomo ha instaurato nei secoli col suo ambiente. Per quanto concerne il Medioevo, l'uomo nutriva per la natura un grande rispetto, perché si sentiva parte integrante di essa. L'uomo medievale anche quando era intento ad assoggettare l'ambiente, lo ha fatto con un certo riguardo, dettato dalla consapevolezza dell'essenzialità del mondo naturale per la propria sopravvivenza, nonché da suggestioni religiose, impedendosi di andare fino in fondo.
Le angolature da cui, in queste pagine, si affronterà il rapporto tra l'uomo e l'ambiente, sia dell'ambiente nei suoi originari caratteri naturali, sia dell'ambiente antropizzato, sono essenzialmente due: la prima è quella della percezione e dell'immagine che l'uomo medievale aveva dell'ambiente; la seconda è quella materiale, cioè delle risorse (frutti, cacciagione, pesca, minerali etc.) che l'uomo medievale domanda all'ambiente che lo circonda.
Testi
Maria Angela Binetti, La salubrità dell'aria e dell'acqua nel Mezzogiorno normanno-svevo
Nel sito delle edizioni CLUEB potete consultare la collana «Biblioteca di Storia agraria medievale», curata da Massimo Montanari e Bruno Andreolli, due tra i maggiori esperti italiani del settore. |