a cura di Isabella Bruno
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La storia
San Lorenzo è menzionata per la prima volta in un elenco di pievi vercellesi risalente al X secolo. Una pieve era la chiesa principale di una circoscrizione ecclesiastica alla quale facevano riferimento numerosi centri abitati. Nel 1474 San Lorenzo fu sottomessa alla nuova diocesi di Casale. Oggi invece è solamente una cappella cimiteriale a causa dell’abbandono della popolazione del villaggio che nel medioevo si sposta in centri più sicuri e provveduti di difese.
L’edificio
si trova a circa seicento metri dal paese di Montiglio (da Mons
Tilius nome che deriva probabilmente dalla grande quantità di tigli che si
trova nella zona).
A
Montiglio viene edificato un castello per consolidare il potere delle famiglie
locali sulle terre limitrofe. Nel 1164, circa vent’anni prima della Pace di
Costanza che ne esautorerà i poteri, Federico Barbarossa conferisce al marchese
Guglielmo di Monferrato la signoria su tale proprietà e su una parte di
territorio circostante, sicuro di trovare in lui un valido aiuto per resistere
alle frequenti minacce dei comuni vicini, in particolare della città di Asti, e
nel tentativo di rafforzare l’Impero contro il potere temporale della Chiesa.
La guerra fra Asti e il marchesato del Monferrato dura dal 1191 al 1206: un
lungo e aspro conflitto che si conclude con la vittoria degli astigiani, ma le
cui alterne vicende inducono la popolazione locale al progressivo esodo verso il
castello fortificato.
La chiesa
San
Lorenzo, anche se più volte rimaneggiata nel corso del tempo, conserva
caratteristiche tali da poterla includere in quel gruppo di edifici simili nello
stile e nei particolari sia architettonici che decorativi nel quale rientrano le
chiese di S.
Fede, S. Nazario e Celso e
S.
Secondo. Della primitiva pieve
risalente al X secolo non è rimasta traccia mentre della costruzione successiva
(XI-XII) qualche elemento è arrivato fino a noi nonostante nei secoli vi siano
stati apportati restauri grossolani e inopportuni. Purtroppo le sole strutture
originali rimaste dell’edificio romanico sono le colonne, i capitelli e gli
archi della navata centrale con il sovrastante cleristorio. Un solo documento,
depositato presso gli archivi della Soprintendenza, ci fa capire come poteva
essere strutturata la chiesa originariamente: si tratta di un disegno anteriore
ai primi restauri che raffigura il cimitero e in cui la chiesa ha dimensioni
molto più grandi dell’attuale edificio, con tre ampie navate e tre absidi
Nel 1873 viene costruita una facciata neoclassica a stucco fortunatamente abbattuta a metà del XX secolo e ricostruita in forme più semplici e più consone allo stile dell’edificio. Della facciata originale quindi non resta più nulla; si suppone che potesse essere simile alle altre chiese dello stesso periodo che troviamo in zona.
Sul
fianco sud, si aprono tre monofore a strombo sagomato con colonnine e capitelli
decorati, il cui motivo a treccia continua sulla parete. Più ricco di
decorazioni il coronamento del cleristorio costituito da una serie di archetti,
le cui mensoline sorreggono alcune testine e decorazioni a fogliami; al di sopra
di esse, sotto il tetto, vi è una fascia scolpita con motivi vegetali
intrecciati. Il fianco nord, più povero di ornamenti, ha tre monofore a doppia
strombatura; il coronamento della muratura perimetrale è una semplice cornice
in pietra, mentre sul cleristorio troviamo un decoro ad archetti semplici su
mensoline anche qui sovrastate da una cornice decorata con motivi a treccia.
L’abside
centrale viene ricostruita nel XVIII secolo. Essa presenta una decorazione
cromatica a fasce data dall’alternarsi dei colori della pietra e dei mattoni;
è attraversata verticalmente da due lesene addossate che dividono la superficie
in tre porzioni: nella prima e nella terza si aprono due monofore. Nella parte
alta vi è una decorazione costituita da una serie di mensole con testine
scolpite che reggono una cornice formata da piccoli rombi incanalati fra due
file di mattoni, che richiamano la stessa bicromia del paramento dell’abside
in cotto e pietra. Il tutto coronato da una fascia scolpita a billettes.
Le absidi laterali vengono trasformate in due locali quadrangolari molto
somiglianti a un transetto sporgente.
L’interno
è stato anch’esso in parte rimaneggiato alla fine del Settecento. Le due navate
laterali furono divise in più cappelle a pianta semiesagonale; nella zona
presbiteriale troviamo due ambienti a pianta rettangolare leggermente sporgenti
dal perimetro della chiesa come a formare una sorta di transetto.
La
navata centrale presenta una copertura a botte non originale. Nel tratto di
muratura compreso fra gli archi della prima e della seconda cappella a nord vi
è un piccolo tratto di fascia a denti di
lupo. I pilastri sono cruciformi con semicolonne addossate.
Molto
interessanti i capitelli, tanto quelli con motivi vegetali quanto quelli con
decorazioni zoomorfe; essi sono visibili solo da tre lati essendo il quarto
inglobato nella muratura delle cappelle. Le arcate longitudinali hanno una
doppia ghiera incorniciata da una fascia a billettes.
Un’altra fascia della stessa decorazione divide orizzontalmente la muratura
absidale all’altezza della base delle monofore.
Per
il turista.
Ingresso gratuito. Per informazioni: tel. 011/994008.
Altre informazioni: castello di Montiglio (nella sezione Castelli del Piemonte, a c. di Federica Sesia).
©2001 Isabella Bruno