Sei in: Mondi medievali ® Album |
Testo e foto di Fernando Giaffreda
Musica in sottofondo: Orlandus Lassus (1532-1594), Wohl kommt der Mai
Un
singolare e novello indizio del generale interesse attualmente in voga verso i
più diversi aspetti della storia medievale - in questo caso italiana - lo si è
avuto il 24 e il 25 maggio scorsi a Prato, dove si è svolto un non meglio
identificabile 2° Raduno di ricostruzione storica, dedicato
apparentemente alla rievocazione di alcuni momenti della vita quotidiana e
militare dalla Legio Romana alle truppe della seconda guerra mondiale, passando
attraverso il Medioevo. Il nostro network ne vuole dare qui un ampio resoconto
fotografico, insieme a qualche spunto critico, pur non avulso da certa
promozione gratuita.
L’avvenimento
è stato frutto principalmente dell’iniziativa di due gruppi storico-culturali
pratesi, l’Associazione “Attorno
al Pulpito” e
l’Associazione “Terra
di Prato”. Il
nome della prima compagnia si riferisce evidentemente al noto Pulpito di
Donatello che sta nell’angolo destro del Duomo
di Prato, una
delle principali meraviglie architettoniche del XIV secolo che la città laniera
può vantare. E anche due sono gli assessorati del Comune che hanno voluto
patrocinare questa manifestazione, che a suo vantaggio ha avuto la spontaneità
e l’autogestione: l’assessorato alla Cultura e quello all’Ambiente. Gli
uffici municipali hanno messo a disposizione dei diversi gruppi storici in
costume intervenuti le “Cascine
di Tavola”,
un’area verde di diversi ettari recentemente istituita a parco cittadino. Per
il tema trattato dal raduno, “Gli eserciti di pace”, lo spazio non si addice
esattamente ai contenuti medievali che propone. Previa qualche bonifica ad opera
dei Lorena, le Cascine infatti nacquero nel XV secolo, inizialmente come una dépendance
agricola, di caccia e pesca, annessa alla Villa
Medicea di
Poggio a Caiano. Pertanto il Medioevo perfettamente non c’entra, o comunque
l’immagine che ne può essere sortita fra i frequentatori può aver creato
qualche distorsione, perlomeno nella ricezione immaginale. è
vero, forse la ricostruzione delle “battaglie dell’esercito napoleonico e
austriaco” o i “movimenti di truppe della prima e seconda guerra
mondiale”, momenti annessi alle diverse ricostruzioni messe in piedi dal
raduno, hanno goduto di più di quella cornice, che in sé e per quelli può
essere veramente splendida. Ma siamo dell’opinione che alcuni momenti
prettamente medievistici di questa ricostruzione pratese, se fossero stati
rappresentati fra le vie della città comunale, accanto al Castello
dell’Imperatore
o sul parco fluviale del Bisenzio (recentemente restituito, almeno fino a un
certo punto), avrebbero avuto maggiore effetto intrinseco, da diversi punti di
vista e di interesse.
Eppure
i figuranti sono venuti da diverse città e province italiane, come per cercare
di dare uno spessore sperato e più profondo a questa dimostrazione storica in
costume. Era presente un laboratorio storico di Finale Emilia e i centurioni
erano proprio di Roma… Dei veri e propri professionisti, se si pensa che
diversi elementi sono utilizzati nelle ricostruzioni storiche effettuate da
trasmissioni televisive del tipo di “Quark” e “Ulisse”.
Perché
non andare al di là dei pretestuosi aspetti solamente promozionali
dell’associazionismo Onlus o di quelli enogastronomici, che pure hanno un
senso quando si svolgano veramente a latere di siffatte iniziative? Perché non
puntare sulle conoscenze, sulla curiosità, sul desiderio di sapere che trascina
di per sé “altro”? Difficile, ma non impossibile! Così, per le risorse
intellettuali e umane presenti, nonché per i mezzi e gli spazi storici a
disposizione, la città di Prato, che pure dal Medioevo ha tratto origine e deve
la sua esistenza quand’anche solo tessile, poteva compiere un maggior sforzo
organizzativo, e credere maggiormente nella valorizzazione, anche
tradizionalistica, di una speciale sezione del passato storico. Siamo perciò
entusiasti e gratificati che vi siano individui, gruppi e associazioni meritori
che dedicano gratuitamente il loro tempo all’approfondimento della conoscenza
storica, non solo medievale, e a fare di questa loro passione – che è anche
la nostra – l’indicazione di un diverso modo di sfruttare, anche
economicamente perché no?, quel periodo dell’uomo cosiddetto “moderno”
che, dal punto di vista dello stile di vita “umano”, è anche,
paradossalmente, il più ortodosso.
F
©2003 Fernando Giaffreda