Ipotesi
di ricostruzione della cosiddetta “Fontana Minore” scolpita nel
1281da uno dei celebri allievi di Nicola Pisano per la città umbra di
Perugia: Arnolfo di Cambio Per
gli studiosi moderni ricostruire i momenti salienti della vita di
Arnolfo di Cambio risulta quasi impossibile, anche per i più
appassionati storici dell’arte, i quali non riescono, a causa della
scarsa documentazione in materia, ad attribuire con certezza opere
all’artista toscano originario di Colle Val d’Elsa che fu allievo
di Nicola Pisano. Il
teatro che vede protagonisti i due scultori medievali è la città di
Perugia, dove Nicola, con l’aiuto del figlio Giovanni, produrrà la
serie di rilievi e statue con santi, ninfe, virtù teologali, episodi
mitologici e simboli legati alla città, che ornano ancora oggi le
vasche poligonali della “Fontana Maggiore”. Se
la “Fontana Maggiore” è da attribuirsi allo scultore Nicola di
Petri de Apulia e del figlio, sotto la direzione di fra Bevignate, la
paternità dell’altra fontana più piccola, la cosiddetta “Fontana
Minore” è certamente di Arnolfo di Cambio. Sono
stati fatti diversi studi a proposito di questa vasca e sulle sculture
che dovevano essere state scolpite per l’occasione. Oggi si
conoscono cinque frammenti scultorei realizzati in marmo di Carrara
con le figure dell’“Assetata”, dell’“Assetata con brocca”,
del “Malato alla fonte”, del “Giurista acefalo” e del
“Giurista”. Dai documenti emerge che Arnolfo nel 1281 ricevette il
pagamento di un salario per ventiquattro giornate lavorative pari a
dieci soldi giornalieri: è a questa data che si fanno risalire i
lavori in opera della vasca, sempre sotto la diretta supervisione di
fra' Bevignate, esperto nel campo. Molto
probabilmente la fontana era addossata ad una parete e quasi
sicuramente fu dotata di gradini, ma nel 1308 l’opera di
smantellamento era già stata messa in atto: le sculture furono
separate e reimpiegate per utilizzi diversi. Diverse
sono le ipotesi sul “significato” della vasca, infatti tra gli
storici dell’arte c’è chi sostiene l’ipotesi che la fontana
avesse un valore puramente cristiano come Dixon, che nel 1978
proponeva l’idea di una raffigurazione allegorica del Salmo 42, o
come Reinle, che nel 1980 dava la sua interpretazione a proposito
delle varie sculture, in cui nei “Giuristi” riconosceva le figure
di due evangelisti, nell’“Assetata”
Testi da consultare:
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