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di Maddalena Bertolini

Labirinto di Pontremoli,XI-XII secolo, arenaria, Chiesa di San Pietro..

                                             

A Pontremoli, un paesino della Lunigiana (MS), si trova la Chiesa di San Pietro in cui è conservata una lastra di pietra in arenaria raffigurante un labirinto, datato tra l’XI e il XII secolo. In origine si trovava nell’edificio monastico benedettino che sorgeva dove oggi si vede l’attuale chiesa: il monastero fu infatti raso al suolo durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e poi ricostruito. Non sappiamo se la lastra sia stata ricollocata nello stesso punto della sua ubicazione originaria.

La Via Francigena

Nel Medioevo la cittadina lunigianese era uno dei luoghi principali che sorgevano sulla via Francigena, la strada percorsa dai fedeli diretti a Roma e nei principali centri di pellegrinaggio, come Gerusalemme e Santiago de Compostella. A partire dall’XI secolo questa strada crebbe di importanza e il viaggio del pellegrino che si recava nei più importanti centri di culto cristiano era esortato dal mondo ecclesiale a «fare del pellegrinaggio un esercizio monastico del tipo più austero che portasse a un totale rinnovamento morale» contestando «coloro che intraprendevano il viaggio con gran lusso e pompa, oppure chi superstiziosamente, pensava di guadagnare la salvezza per il solo fatto di essersi recato in qualche luogo santo».

La citazione dei percorsi della via Francigena vanno collocati alle immagini sacre che si trovavano lungo la strada e ai labirinti scolpiti sui portali o all’interno di chiese perché il pellegrino era portato, durante il suo faticoso e lungo cammino, a trovare forza nella preghiera inginocchiandosi davanti alle raffigurazioni della Vergine o a trovare sollievo nel sapere che il tortuoso cammino, analogo al labirinto aveva uno scopo, quello di trovare la pace e in Cristo.

Al centro della pietra con il labirinto della chiesa pontremolese, allo sbocco finale della strada tracciata, è stato scolpito il monogramma di Cristo IHS: quest’iscrizione è stata aggiunta in epoca moderna per restituire al labirinto il suo valore originario, quello del cammino simbolico del pellegrino che percorrendo una strada senza biforcazioni, con un tracciato unicursale, scopre la vera Fede che lo porterà alla vicinanza con Dio. Oltre al monogramma che fu aggiunta questa frase tratta dalla prima Lettera di San Paolo ai Corinzi (9,24) “SIC CURRITE UT COMPREHENDATIS” (“Orsù, correte per conquistarlo!), che dimostra l’intenzione di voler alludere ad un viaggio di conoscenza verso la Verità e non rappresentare le difficoltà del viaggio a cui andava incontro il pellegrino. Per dare maggiore senso al testo aggiunto si decise di integrare nella lastra anche le figure di due cavalieri che sembrano scontrarsi in un duello.

è interessante proseguire la lettura dell’incipit scelto della lettera di San Paolo per scoprire che l’epistola parla dell’esito delle gare tra corridori e pugili dicendo: «non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato gli altri, venga io stesso squalificato».

I due cavalieri sono situati in alto, frontali ma non speculari; uno è affiancato da un drago che si morde la coda. Quest’ultima raffigurazione ha una simbologia ben precisa, infatti se viene assimilata alla figura del serpente che allo stesso modo si morde la coda, è vista come l’allegoria dell’Eternità. Si ha così un diretto collegamento con la figura eterna di Dio e, in questo caso, del termine del percorso del labirinto in cui è inciso il monogramma di Cristo. I due cavalieri potrebbero rappresentare lo scontro tra il Bene e il Male, alludendo in questo caso alla battaglia che ogni fedele deve combattere ogni giorno per essere un buon cristiano. Ancora un oggetto è presente sul rilievo: una clessidra, che designa lo scorrere del tempo e il trascorrere della vita umana.

Hermann Kern, il grande studioso dei labirinti di tutto il mondo e generi, nel suo libro dedicato a questo tipo di immagini, ha escluso dal catalogo la lastra di Pontremoli, che fu tuttavia studiata Massola, Vanni e Benelli.

        

BIBLIOGRAFIA:

Stopani Renato, La via Francigena, Una strada europea nell’Italia del Medioevo, Le Lettere, Firenze 1988.

Rivista “Firenze Toscana – Magia di una terra splendore di una città”, in Speciale Francigena: La 

                  superstrada dell’Anno Mille di Paolo Pioli, Tra penitenza e business, di Gabriele Rizza, Il Grand Tour 
                  della fede, di Laura Fiorentini, Operazione Giubileo, di Paolo Pellegrini, Riprogettare il Medioevo, di 
                  Lanfranco Binni, n°2, dicembre 2006, Firenze, Gruppo Editoriale Olimpia, pp. 46-61.

Stopani Renato, Guida ai percorsi della via Francigena in Toscana, in Risalendo la Val di Magra sino a  

                Monte Bardone, “Ubi et incipit Italia deficit Toscana”, Le Lettere, Firenze 1995, pp. 110-119. 

Massola Giorgio, Vanni Fabrizio, Il labirinto di Pontremoli. Storia e interpretazione di un simbolo del 

                pellegrinaggio, Editoriale Gli Arcipressi, Firenze 2002.

AA. VV., I Dizionari dell’Arte, Simboli e Allegorie, Electa, Milano 2002, pp. 10 e 262.

AA. VV., I Dizionari dell’Arte, Angeli e Demoni, Electa, Milano 2003, p. 99.

Kern Hermann, Labirinti, Forme e interpretazioni, 5000 anni di presenza di un archetipo, Manuale e filo 

                    conduttore, Feltrinelli, Milano 1981, figg. 153, 233 e 234.

                          

    

   

© Maddalena Bertolini, maggio 2008

 


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