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![]() Se ciò è vero per quanto riguarda alcuni gruppi tribali di ceppo celtico, germanico o asiatico, in alcune occasioni, relative a etnie particolarmente isolate e lontanissime dal Mediterraneo, centro propulsore della civilizzazione europea, l'oscurità riguardante origini e primi sviluppi è praticamente totale. Tra essi, Balti e Finni, "sperduti" nelle regioni più nordiche ed inaccessibili, risultano paradigmatici. Tuttavia, anche per queste popolazioni è possibile ricostruire, almeno parzialmente, un percorso evolutivo che, per quanto pieno di "buchi neri", ci possa fornire qualche informazione in più sul loro sviluppo.
![]() Quasi certamente questi nuovi arrivati indo-europei erano abbastanza numerosi e sul Baltico orientale si assimilarono a precedenti culture indigene (culture europediche, in particolare la cultura Narva e la cultura Neman), finendo, nel corso del tempo, per formare un nuovo gruppo, i Balti, che si diffuse dal mare che da esso prenderà il nome fino al Volga [1]. Tale gruppo, unificato da una lingua comune, riuscì ad occupare un'area pressoché disabitata tra la Vistola inferiore e la Daugava superiore, facendo, comunque, centro lungo il corso finale dello Dnieper: a causa delle migliaia di laghi e paludi di quest'area, essi vissero a lungo in un quasi totale isolamento geografico, che, tra l'altro, ha contribuito al mantenimento sia sociale che linguistico di una serie di caratteristiche conservatrici o arcaiche, tali per cui, a tutt'oggi, il lituano può essere considerato la lingua europea che più si avvicina al proto-indoeuropeo [2]. ![]() è certamente questa chiusura verso l'esterno che ha causato una mancanza di menzione dei Balti da parte delle cronache coeve, con la sola possibile eccezione di Tacito [4] che, nel 98 d.C., descrive una delle tribù che vivono in prossimità del Mar Baltico ("Mare Svebicum") definendola come "Gentes Aestiorum", raccoglitori di ambra. In realtà, però, non è chiaro se egli si riferisse realmente ai Balti, dal momento che nessun altro testo è disponibile per riferimenti incrociati e le prime menzioni (per altro scarsissime) riguardo alle popolazioni dell'area si hanno solo a partire dal VII secolo, quando gli Scandinavi cominciarono ad inoltrarsi nelle odierne Lituania e Lettonia. ![]() Sempre da ritrovamenti archeologici di siti risalenti al II - I secolo a.C. provano che i Balti non formarono mai una nazione unitaria, divisi com'erano in due tronconi principali, i Balti Occidentali (Proto-Prussiani, Sudoviani, Scalviani, ![]() Nella pratica, dal XIII secolo in poi, unicamente due delle tribù più importanti, i Litani e i Latgalli sopravvissero in piena indipendenza, dando vita ai due stati baltici ancora esistenti, la Lituania e la Lettonia (l'Estonia, per quanto inclusa normalmente tra le Repubbliche baltiche, risulta etnicamente disomogenea rispetto alle altre due, essendo formata da gruppi etnici germanici che hanno progressivamente assorbito la cultura e la lingua finnica).
Gli studi più recenti sottolineano un notevole grado di continuità nei reperti archeologici a partire dal I millennio a.C.. ![]() Così come per i Balti, il problema fondamentale per la ricostruzione del periodo pre-proto-storico finnico risulta la mancanza totale di fonti scritte dal momento che la lingua finlandese rimase unicamente orale fino addirittura al XVI secolo. Proprio gli studi linguistici, comunque sembrano suggerire una matrice uralica risalente all'VIII-VI millennio a.C. e una separazione tra lingue baltiche, lingue finniche e radici sami che si attua nel corso del II millennio. Si tratta, però, unicamente di supposizioni dal momento che solo la paleontologia e l'archeologia possono fornirci dati probabili sui periodi più oscuri della storia dell'area [7]. Sembra confermato che il primo nucleo antropico finlandese sia la Grotta Wolf di Kristinestad, databile a periodo pre-glaciale neaanderthaliano, ma le successive tracce umane sono molto più tarde, risalendo, come costatato dai rilevamenti con C14, al periodo mesolitico (cultura Kunda e cultura Suomusjärvi), con la presenza, intorno all'8500 a.C., di passaggi di cacciatori-raccoglitori stagionali. Intorno al 5.300 a.C. la cultura della "ceramica a pettine" fece la sua comparsa in Finlandia, con lo sviluppo di una fitta rete di scambi in tutto il Paese e verso nord-est, ma di essa ci restano solo poche pitture rupestri, apparentemente correlate a sistemi di credenze sciamaniche e totemiche. è solo a partire dal 3.200 a.C. che si ha una stabile presenza di appartenenti alla cosiddetta "cultura dell'ascia da guerra", probabilmente un nucleo indistinto ![]() L'entrata, per altro solo per cenni, nella storia da parte dei Finni si ha solo intorno al 50 d.C., quando si hanno le prime indicazioni di uno scambio più intenso e a lunga distanza di merci con Balti e soprattutto con Scandinavi nelle zone costiere. In questo periodo l'esistenza di sepolture riccamente arredate, di solito con le armi, suggerisce l'esistenza di un elite soprattutto in alcune parti del Paese ma non ci sono prove certe di una formazione statale, anche se esistono pochi riferimenti a re presenti in Finlandia in saghe norrene solitamente considerate storicamente inaffidabili [8]. Ancora una volta è Tacito a menzionare, nella Germania, per la prima volta i "Fenni", ma è difficile dire se si riferisse agli abitanti della Finlandia, mentre, certamente, fanno riferimento ad una "terra dei Finlandesi" due pietre ![]() Proprio nell'XI secolo, stando ai reperti archeologici, il Cristianesimo deve aver preso piede in Finlandia, sebbene secondo i pochi documenti scritti germanici del periodo, la Chiesa doveva essere ancora nel suo primo sviluppo nel XII secolo e, infatti, il primo Vescovo finlandese sarà un certo Thomas, all'inizio del XIII secolo. Intanto, vari poteri secolari miravano a portare i Finlandesi sotto il loro dominio: Svezia, Danimarca, Repubblica di Novgorod e, probabilmente, gli Ordini crociati tedeschi. I Finlandesi, che pure avevano i loro capi tribali, non svilupparono mai alcuna autorità centrale e ciò li rese soggetti a continue dominazioni differenti. Proprio la cosiddetta Crociata Svedese del 1249 portò al potere il reggente svedese Birger Jarl, il cui intento era ricristianizzare le popolazioni tribali finniche che stavano tornando a culti animisti. Nello stesso periodo Novgorod ottenne il controllo in Carelia, aprendo un contenzioso che ![]() ![]() Di fatto, in ogni caso, nel XIII secolo la Finlandia può ritenersi definitivamente integrata nella civiltà europea, con la predicazione dell'Ordine Domenicano (arrivato intorno a 1249 e che esercitò un'influenza culturale enorme), con la nascita della prima grande città mercantile con contatti con tutti i Paesi nordici (Turku), con la colonizzazione svedese di buona parte delle zone occidentali e con la definitiva incorporazione nel Regno di Svezia nel 1362 [10].
![]() Tale ipotesi si basa sugli studi antropo-biologici relativi al DNA del National Geographic Genographic Project e del DNA-Suomi projekti, che hanno dimostrato come esistano, a livello mitocondriale e Y-cromosomico, notevoli affinità di base tra Lettoni, Lituani e Finlanesi di ceppo non scandinavo. In particolare, in relazione al cromosoma Y, l'Aplogrouppo N3, che si trova solo in nelle popolazioni Europee menzionate (oltre che, in misura radicalmente minore, in Svezia e Russia), è un sottogruppo del aplogruppo N (Y-DNA) distribuito solo in tutto il nord dell'Eurasia e stimato in un recente studio risalire a 10.000-20.000 anni fa. Questo potrebbe suggerire che Balti e Finni siano migrati verso l'Europa come gruppo coeso, partito circa 12.000-14.000 anni fa da Asia. Inoltre, l'analisi di 10.000 marcatori genetici ha individuato una correlazione diretta del gruppo balto-finnico, comprovatamente coeso, unicamente con alcune popolazioni siberiane, il che potrebbe gettare un po' di luce sulle origini completamente oscure di queste etnie [11]. NOTE:
(1) J. Rosales,
Goths and Balts: The Missing Link of European History, Vydunas Youth Fund 2004, pp. 26-42.
(2) Ivi, pp. 68 ss. (3) M.A. Gimbutas, The Balts, Praeger 1968, passim. (4) Tacito, Germania, II. (5) A. Spekke, Balts and Slavs: Their Early Relations, Alpha Printing 1968, pp. 91 ss. (6) M.A. Gimbutas, Citato, pp. 106 ss. (7) R.D. Lewis, Finland: Cultural Lone Wolf, Intercultural Press 2004, passim. (8) E. Jutikkala, A History of Finland, Dorset Press 1989, pp. 23-64 passim. (9) D. Kirby, A Concise History of Finland, Cambridge U.P. 2006, pp. 38-74 passim. (10) E. Jutikkala, Citato, passim. (11) AA.VV., Baltic Peoples: Pomesanians, Balts, Prussian Lithuanians, Lithuanian People, Old Prussians, Haplogroup T, Kursenieki, Yotvingians, Aesti, Books LLC 2010, passim. |
©2010 Lawrence M.F. Sudbury