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BIBLIOTECA. PROPOSTE DI LETTURA SUL MEDIOEVO
pag. 54
Franco CARDINI
L'invenzione del Nemico
introduzione di Sergio Valzania
Sellerio Editore, 2006
"Un'analisi appassionata,
condotta con acume di scienza storica, sul bacino del Mediterraneo nei secoli
che vanno dal 1000 al 1400.
Questo libro, in cui si condensano decenni di studi eruditi, profondi,
incantevoli e incantati, nasce da un'antica passione e da una attuale
preoccupazione. L'antica passione è l'interesse che Franco Cardini, uno dei
maggiori storici italiani, ha nutrito fin da ragazzo per il medioevo e l'Oriente
medievale, l'uno immerso nell'altro e inseparabili, fonte di meraviglie e di
avventure della mente, del commercio e della spada. La preoccupazione è che
tutta questa ricca eredità venga spazzata via, con la potenza di cui la
superficialità e l'ignoranza possono essere dotate dalla tecnica di oggi,
dall'idea dell'Islam come il «nemico metafisico», dall'idea di un 'nuovo scontro
di civiltà' dal quale non potrebbe emergere per noi che un totalitarismo dai
tratti sconosciuti. Ebbene questo libro intende dimostrare che uno scontro di
civiltà tra Oriente e Occidente, tra civiltà cristiana e islamica, non solo non
c'è mai stato, ma al contrario è esistito sempre uno scambio fecondo, una
sostanziale parentela, di cui lo scontro armato, la cosiddetta crociata, non è
stato che un risultato di superficie (un 'epifenomeno', dice l'autore), o
addirittura non è stato che il pretesto che ha facilitato e moltiplicato le
occasioni di incontro.
Questo fine dimostrativo (che per Cardini ha un valore 'civico') è condotto con
l'acume della scienza storica più sottile, più documentata, più circostanziata.
Ma ad essa la passione dona per così dire le ali. Per cui il lettore è preso in
un volo entusiasmante attraverso un favoloso e fastoso medioevo orientale
occidentale. Che scopre lentamente e leggendariamente, il vicino Islam. Che
passa dalla leggenda all'attenzione e dall'attenzione alla scoperta di un tesoro
di cultura (la filosofia, la scienza, la medicina, la magia, la matematica, la
letteratura perfino), che dirozza un Occidente fino a quel momento dimentico e
dimenticato, e dà vita, col Duecento, a uno dei secoli più luminosi della storia
europea. Che conosce l'avventura del pensiero di alcuni studiosi che favoriscono
le traduzioni in una Spagna nodale di contatti tra latini e arabi, e quella di
alcuni saggi regnanti (Federico I, o Alfonso II Sapiente di Castiglia) che, pur
nelle guerre e negli scontri, promuovono i legami. Che conosce l'avventura di
alcuni grandi mediatori, quali San Francesco d'Assisi o Raimondo Lullo che ne
coltivano il clima adatto. Che impara a copiare dall'Oriente il gusto per la
moda, per gli ornamenti. E che infine dall'Oriente comincia a separarsi, fino a
odiarlo (col culmine nello spirito di Lepanto), per poi obliarlo e riavvolgerlo
nell'invenzione della leggenda. E, alla fine di questo volo, davvero è difficile
che il lettore possa sottrarsi alla conclusione che Cardini proclama: «mi rendo
conto che senza Oriente noialtri "occidentali" non possiamo né vivere né definir
noi stessi»".