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BIBLIOTECA. PROPOSTE DI LETTURA SUL MEDIOEVO
pag. 83
Felice MORETTI
Dal ludus alla laude. Giochi di uomini, santi e animali dall'Alto Medioevo a Francesco d'Assisi
introduz. di Franco Cardini
Edipuglia, 2007
"L'uomo, l'animale, il
gioco. Tre termini di una problematica, tre vertici di un ideale triangolo. Nel
mondo medievale si giocava con gli animali e sugli animali; e il gioco, play o
game che fosse, era naturalmente polimorfico e polisemico. Aveva cioè varie
forme e significati diversi. Erano gioco la caccia, la pesca, perfino
l'uccisione e la trasformazione in cibo, le forme della preparazione culinaria e
della conservazione degli alimenti; ma erano altresì gioco la cattura,
l'allevamento, l'addomesticamento, la convivenza, il lavoro comune, l'affetto
reciproco. Ed era gioco lo scriver degli animali, il ritrarli nella pittura e
nella scultura, iI farne esempio di fiabe edificanti e di exempla
predicatorii, perfino il coinvolgerli in attività sessuali o il sottoporli a
giudizio. … Perfino lo stesso Francesco aveva rapporti non faciIi con alcuni di
loro, come i topi ... e i pidocchi...
Ma il giocare con gli animali, e il riflettere sul loro gioco - tali gli oggetti
di questo libro -, finiscono con il collegarci sempre più agli animali
affettivi, reali, che non a quelli intesi come simbolo. Le allodole, alzatesi
volando in cerchio e cantando sul tetto della casa nella quale Francesco giaceva
morente quella sera d'autunno dell'anno del Signore 1226, giocavano in onore del
loro amico: ma il loro era un gioco d'una serietà cosmica. 'Amiche della luce
del giorno e paurose delle ombre del crepuscolo', esse gioivano salutando quel
sole splendente che allora stava sorgendo sul mondo, 'come fa questo talvolta di
Gange'. Era un nuovo mattino: ed esse ne erano annunziatrici, al pari della loro
umile consorella che William Shakespeare immagina qualche secolo più tardi, in
un giardino della bella Verona, avvertir col suo canto soave gli amanti che la
loro dolce notte è finita, e l'alba è vicina".