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Montalbano Jonico, resti della fortificazione di Petrolla

a cura di Pierfrancesco Nestola; foto di Giuseppe Ranoia

scheda       la storia


Appena visibili, sulla roccia, i resti di una fortificazione.

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 Montalbano Jonico  Montalbano Jonico

 

Fig. 1  Fig. 2  Fig. 4  Fig. 5

 

Fig. 6  Fig. 7  Fig. 8  Fig. 9  Fig. 10


Epoca: ?
Conservazione:
stato di rudere.
Visitabilità:
estremamente difficile.

  

La storia.

La “Petrolla” (in dialetto montalbanese “a’ ptrodd”) è il nome di una singolare località posta nelle campagne tra Montalbano Jonico e Pisticci. Arrivarci non è impresa da poco: i sentieri che vi conducono sono tutti in terra battuta in molti tratti mista all’argilla dei “calanchi” circostanti; sono larghi abbastanza per andarci in automobile, ma l’agibilità degli stessi, già scarsa di per sé, diventa nulla in caso di pioggia. Prima di leggere una qualsivoglia descrizione del sito si guardi la fig. 1.

Questa è la prima “visione” che si offre al visitatore. Man mano che ci si avvicina la “visione” diventa sempre più pittoresca: fig. 2

La roccia si staglia a strapiombo sulle campagne circostanti, offrendo uno spettacolo unico nel suo genere. Ma guardando bene la sommità della roccia, si nota un’altra cosa molto interessante.

C’è una costruzione sulla sommità, un rudere, che presenta addirittura i resti di un soffitto a volta: fig. 4 e fig. 5.

Per arrivare sulla sommità, beninteso, non bisogna fare free-climbing sullo strapiombo, ma anche il sentiero che vi conduce certamente non è agevole (anche se è visibile ed in parte fruibile una scalinata intagliata nella roccia) e disseminato di pietre squadrate, in tutta verosimiglianza materiali di risulta provenienti dall’edificio posto sulla sommità: fig. 6 e fig. 7.

Il controllo sul territorio che era possibile esercitare dalla sommità lo si può notare osservando la fig. 8 e la fig. 9: si vedono, rispettivamente, la “città fantasma” di Craco e Pisticci, ma il territorio “sotto controllo” è molto più vasto).

Infine, nella fig. 10, è possibile notare i resti di un altro corpo di fabbrica posto ai piedi dell’altura.

Le prime attestazioni in età normanna di un insediamento in località “la Petrolla” possono essere desunte da una notizia riportata dal Rondinelli1, che dice di aver visto nell’archivio di Napoli (prima del rogo nazista del 1943) un documento del 1110 in cui era attestato un «Ubaldo signore di Petrolla». Inoltre Dino D’Angella2, richiamando Bartolomeo Capasso3 ed il Catalogus Baronum (secolo XII), ci informa che la contea di Montescaglioso comprendeva, tra gli altri territori, anche «Petrolla (presso Montalbano)».

Data la conformazione stessa del sito è possibile ipotizzare che la fortificazione fosse una “motta”.

Gli abitanti di Petrullo, infine, erano tenuti, secondo lo Statutum de reparatione castrorum4, di età federiciana, alla manutenzione del castrum di Policoro.

  


1 Prospero Rondinelli, Montalbano Jonico e i suoi dintorni, memorie storiche e topografiche, Taranto 1913.

2 Dino D’Angella, Saggio storico sulla città di Pisticci, Pisticci 1978.

3 Bartolomeo Capasso, Sul Catalogo dei feudi e dei feudatari delle provincie napoletane sotto la dominazione normanna, Napoli 1870.

4 Riportato in Raffaele Licinio, Castelli medievali, Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo I d’Angiò, Bari 1994.

  

   

©2004 Pierfrancesco Nestola; fotografie di Giuseppe Ranoia.

     


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