Sei in: Mondi medievali ® Castelli italiani ® Emilia Romagna ® Provincia di Rimini

MONTEFIORE CONCA, ROCCA MALATESTIANA

a cura di Renzo Bassetti

scheda    cenni storici    video


 

Immagini della rocca malatestiana di Montefiore Conca.

 

 

 

 

      Il cortile interno della rocca


       

 

 

 


Epoca: prima struttura a partire dall'XI secolo.

Posizione: N 43° 53' 27" E 12° 36' 40".

Come arrivarci: dalla A14 Bologna-Ancona prendere l'uscita di Cattolica, seguire poi le indicazioni per Morciano di Romagna e successivamente per Montefiore Conca (Km 14 circa dal casello).

    

Cenni storici.

La nascita del castello è stata per anni fissata intorno alla metà del 1300, ma i recenti scavi archeologici (2006-2008) hanno ipotizzato che maestranze locali abbiano lavorato alla realizzazione di questo complesso già a partire dall'XI secolo. Di certo comunque la rocca di Montefiore è legata a doppio filo con i Malatesta, potente famiglia guelfa che ha dominato tutto il territorio riminese e pesarese nel Trecento e Quattrocento.

Risale al 1322 un documento col quale Papa Giovanni XXII approva la cessione di Montefeltro a Malatesta soprannominato "Guastafamiglia" e al fratello Galeotto, nipoti di Mastin Vecchio, e fu proprio il Guastafamiglia che ne promuove il primo intervento atto a rinforzare la rocca e a trasformarla anche in palazzo residenziale, tanto che già nel 1347 il fabbricato risulta degno di ospitare Ludovico re d'Ungheria.

Nel 1377 fra le sue mura nasce Galeotto Novello Malatesta, detto "Belfiore". Dopo di lui la proprietà passa al fratello Carlo e poi al nipote Galeotto, al quale succedono Pandolfo Malatesta e Malatesta Ungaro. è del periodo di questi ultimi regnanti l'ulteriore ampliamento ed abbellimento del manufatto, proseguito e completato poi da Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore illuminato ed amante delle arti.

L'audacia di Sigismondo e i dissapori venutosi a creare con lo stato della Chiesa, portarono ben presto al declino della famiglia dei Malatesta, scomunicati e attaccati dal loro irriducibile nemico, Federico da Montefeltro Duca di Urbino.

Montefiore nel 1462 passò così sotto il dominio diretto dello Stato Pontificio, ed è di questo periodo la sostituzione degli stemmi Malatestiani posti sulla porta Curina con gli stemmi araldici del ponteficie Pio II, e la costruzione del "muro grosso".

Nel periodo successivo governarono il paese i Guidi di Bagno, i Borgia (1500-1503) e i Veneziani (1504-1505).

Il governo venne concesso in feudo dal 1514 al principe macedone Costantino Commeno, nel 1517 a Lorenzo di Piero de' Medici e dal 1524 ancora al Commeno che qui morì nel 1530.

Subordinato alla provincia ecclesiastica di Romagna nel 1578, già nel 1600 per mancanza di manutenzione risultano documentati i primi crolli della rocca.

Abbandonato e considerato ormai una cava di pietre, nel 1828 viene descritto senza tetti e pavimenti.

Le strutture dell'attuale castello sono in massima parte oggetto di una ricostruzione effettuata nel secondo dopoguerra, restauri che hanno in gran parte distrutto o nascosto le antiche murature.

Una campagna di scavi iniziata nel 2006 sta riportando alla luce dati e reperti relativi alle antiche strutture della rocca Malatestiana. Iniziamo la sua visita dai piedi dell'imponente fabbricato, struttura che è possibile aggirare completamente grazie ad un ampio camminamento terrazzato dal quale è possibile ammirare le torri quadrate del muro grosso e in posizione sottostante il "giardino", ampio spiazzo nel quale probabilmente in antichità si svolgevano i combattimenti.

A pian terreno è visitabile un ampio locale saltuariamente utilizzato come mostra/museo dei reperti rinvenuti nel castello.

Sempre a pian terreno è possibile visionare la zona archeologica oggetto di scavi nel 2008 con rinvenimento di pozzi e ambienti voltati a botte con aperture per lo smaltimento dei rifiuti (pozzi da butto), oltre ad un ingegnoso sistema per la raccolta delle acque piovane che, raccordato ad un sistema di filtri riempiti di sabbia, canalizzava l'acqua così depurata ad una cisterna.

Il castello non era solo un'opera di difesa, ma anche un edificio residenziale ricco di decorazioni ed opere d'arte, anche se purtroppo ad oggi non è rimasto molto dei notevoli affreschi che dovevano ornare le ampie sale nel periodo Malatestiano.

Accedendo al piano superiore si può visitare un'ampia sala con volta a crociera (la sala del trono) dove sono esposti i resti di alcuni affreschi attribuiti a Jacopo Avanzi, importante artista Bolognese attivo fra Bologna e Padova nella seconda metà del Trecento.

Un'altra ampia sala detta dell'Imperatore, con soffitto originariamente azzurro e trapuntato di stelle, doveva avere le pareti completamente affrescate con scene ispirate all'Eneide, di queste rimangono solo alcuni brandelli.

Salendo all'ultimo piano si accede al terrazzo sulla sommità del castello, dal quale si può ammirare uno splendido panorama che spazia dalla costa Romagnola, a San Marino e alle più alte vette del crinale appenninico.

   

   

 

© Copyright 2010 Renzo Bassetti; pagina pubblicata nel sito appenninoromagnolo.it, e qui ripresentata con il consenso dell'autore. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

    


su  Emilia  provincia di Rimini

Home