TORRE di Pordenone, castello
a cura di Marta Tinor
Il castello oggi.
Epoca: Castrum Turris ha origini romane.
Posizione geografica: sito in località Torre, frazione del comune di Pordenone.
Conservazione: in tempi recenti è stato ristrutturato.
Come arrivare: pAutostrada A28 Portogruaro/Conegliano, uscita Pordenone (Fiera). Usciti dell'autostrada, girare a destra verso il centro città. Seguire poi i pannelli stradali.
Come visitarlo: attualmente è sede del Museo Archeologico del Friuli occidentale. Per maggiori informazioni visitare il sito: http://www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/strutture/museoarcheologico.
Le prime notizie documentate sul castello si hanno dal 1259, quando Guecello II di Prata e i suoi, per riconciliarsi col Patriarca Gregorio di Montelongo, offrirono il castello con altre proprietà. Il 25 giugno si raggiunse l'accordo e i Prata furono riammessi in grazia. Ma il patto ebbe breve durata. Nel 1293 il patriarca reclamava il castello. Negli anni successivi passò di mano in mano (nel 1313 risulta appartenere al conte di Gorizia che lo spoglia di tutto). Il 26 novembre 1391 comunica al Parlamento della Patria, della cessione del castello di Torre, in cambio di quello di Ragogna (ovviamente a favore della chiesa di Aquileia). Pare che tale permuta fosse stata proposta da Giovannino di Ragogna, il quale, pur essendo della famiglia di Pinzano, ma erede dei Ragogna, ne aveva assunto il cognome. Giunto a Torre, iniziò a litigare con il giurato del duca d'Austria, con i massieri e con i sudditi austriaci abitanti a Pordenone. Questi ultimi, per difendersi, ingaggiarono il capitano tedesco Nicolò Mordax.
Il patriarca, seppur a
conoscenza delle vicende, non intervenne. Giovannino aveva ingaggiato una
banda di masnadieri di Pordenone. Il giovedì Santo del 1402, uno dei
masnadieri tentò di uccidere Mordax ma venne fermato e arrestato. Spifferò
il malvagio piano del Giovannino. Il 12 aprile, approfittando del ponte
levatoio abbassato, un gruppo di pordenonesi entrò nel castello con
l'intenzione di uccidere chi resisteva. Giovannino con la moglie incinta e i
loro nove figli, cercarono rifugio nella Torre maggiore. Gli assalitori
diedero fuoco alla torre. Solo due figli di Giovannino riuscirono a scampare
dal fuoco, fuggendo dalla finestra ma vennero imprigionati. Il castello e il
borgo venne saccheggiato e dato alle fiamme. Il Parlamento della Patria
deliberò che tale atto doveva esser punito. Così a Pordenone giunse il
patriarca con le milizie. Ma una volta appurata la verità, il patriarca
riprese la via di casa. Nel frattempo il castello e le mura della cortina
erano stati ricostruiti.
http://www.castellipordenone.it/torre%20storia.htm
©2017 ss. Marta Tinor. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.