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TRIORA, BORGO

a cura di Stefano Favero

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In alto: Triora, una chiesa-tempietto a picco sul basalto. In basso: arco d’ingresso ad un quartiere del borgo.

In basso, a sinistra: l’ambiente dell’arco d’ingresso al quartiere del borgo; a destra: la lapide muraria del XX secolo che ricorda il periodo della caccia alle streghe.

 

 


       


Epoca: il borgo avrebbe origini nell'epoca romana secondo alcuni documenti risalenti al periodo dei “Liguri Montani”.

Posizione geografica: Triora, che per la vastità del territorio è il comune più esteso della provincia di Imperia, si trova nell'alta Valle Argentina, a 780 metri di altitudine sul mare. Sorge alla pendice sud di un costone montuoso nel massiccio del Saccarello. Nella conca di fondovalle scorre il torrente Argentina.

Conservazione: tutto il borgo è perfettamente conservato, fatta eccezione per l'area della “Cabotina”, di cui rimangono solo alcuni ruderi sparsi.

Come arrivarci: da Imperia (46 chilometri) bisogna prendere l'autostrada A10 “Dei Fiori” in direzione di Ventimiglia ed uscire al casello di Arma di Taggia, oppure la SS 1 “Aurelia”, sempre fino ad Arma di Taggia. Quindi si imbocca la SP 548 e si sale verso Taggia, Badalucco e Molini di Triora, fino a raggiungere Triora.

Come visitarlo: Triora, piccolo borgo di poco meno di 500 abitanti, è visitabile tutto l'anno. Arrivando in auto si può parcheggiare all'ingresso del centro storico e quindi muoversi a piedi fra gli stretti vicoli ed i caratteristici negozi e ristorantini.

   

Cenni storici.

Verso il XII secolo Triora (“Triura”) diveta possedimento del conte di Badalucco e cominciò a stringere alleanze con i borghi confinanti acquisendo in pochi anni una stretta collaborazione politica con Genova. È in questo periodo che Triora entra in possesso di grandi proprietà terriere, fra cui compare metà “Castrum” di Castelvittorio. Nel novembre 1267 Triora diviene ufficialmente nuovo feudo della Repubblica di Genova, ottenendo la “libera pena capitale” e diventando comune capofila di podesteria comprendente gli abitati di Ceriana, Badalucco, Molini di Triora, Montalto Ligure, Baiardo e Castelvittorio. Negli anni successivi vengono erette cinque fortezze con alcune cinte murarie, tanto da renderla praticamente inattaccabile.

Nel 1284 Triora partecipa alla “Battaglia della Meloria”, al fianco dei genovesi contro Pisa.

Fra il quindicesimo ed il sedicesimo secolo il borgo conosce un lungo periodo di pace, tanto da permettersi la costruzione di chiese e di opere d'arte.

Nel 1357 per Triora inizia quella fase storica che la rende famosa in tutto il mondo: i processi di stregoneria. Tristi pagine che si concludono appena due anni più tardi. Dai documenti riguardanti i processi ed i verbali conservati nell'Archivio di Stato di Genova si evince che almeno quaranta fra donne e ragazze (oltre ad un ragazzo), tutte del posto, vennero accusate di stregoneria, torturate e mandate al rogo con l'accusa di essere la causa delle prolungate pestilenze e delle piogge acide che colpirono in quel periodo l'agricoltura, portando alla carestia il borgo. In vari casi queste donne vennero accusate anche di cannibalismo verso i neonati. Una leggenda dell'epoca vuole che le donne si riunissero nottetempo alla “Cabotina” per compiere i loro misfatti. Per questo oggi Triora è conosciuta come il “paese delle streghe”. Infatti uno dei suoi luoghi più visitati è il museo regionale etnografico e della stregoneria.

Nel 1625 ha luogo un nuovo tentativo, fra l’atro fallito, di conquista del borgo da parte dell'esercito piemontese di Casa Savoia. Altri scontri si registrano verso la fine del XVII secolo con il vicino comune di Briga, per motivi legati ai territori da pascolo.

Dopo la caduta della Repubblica di Genova, nel 1797, e con l'istituzione della Repubblica Ligure facente capo a Napoleone Bonaparte, Triora diventa il capoluogo della cosiddetta “Giurisdizione degli Olivi”. Nel 1805 viene annessa al dipartimento francese “Des Alpes Maritimes”.

Nel 1814, col Congresso di Vienna, il comune di Triora torna al Regno di Sardegna, e di lì a un dipoi al neocostituito Regno d'Italia.
Durante la seconda guerra mondiale Triora venne duramente colpita dalla furia nazista. Dal 2 al 3 luglio 1944 il borgo fu dato alle fiamme ed il territorio si spopolò drasticamente. Al termine del conflitto vennero ridefiniti i confini del comune e Triora acquisì le frazioni di Verdéggia e Realdo.

Da vedere anche alcune chiese fra cui Madonna delle Grazie (XII secolo), Santa Caterina d'Alessandria (XIV secolo), San Bernardino (XV secolo), San Dalmazzo (1261, opera dei monaci benedettini) e oratorio di San Giovanni Battista (1632).

  

 

 

© 2009-2012 Stefano Favero. I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.

       


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