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COCCAGLIO, TORRE "ROMANA"
a cura di Stefano Favero
Sopra: a sinistra, la porta "romana"; a destra, il suo ingresso. Sotto: a sinistra, la torre con l'adiacenza per l'ingresso; a destra, lo slancio della torre.
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Posizione geografica: Coccaglio fa parte della Franciacorta, e si trova nella pianura bresciana occidentale. Il centro storico si trova adagiato ai piedi del Monte Orfano.
Conservazione: buona.
Come arrivarci: dall'autostrada A4 Milano-Venezia, si esce a Rovato e si seguono le indicazioni per Coccaglio percorrendo la SS573, in direzione da Rovato a Palazzolo sull'Oglio.
Come visitarlo: a piedi.
Sull'origine del nome di Coccaglio esistono due diverse tesi. Una fa derivare il luogo dall'antico termine “coca”, che in dialetto bresciano significa “cima” o “pendice”, così da indicare la sensibile presenza di dossi sparsi sul territorio. L'altra viceversa vuo,e sottolineare la collocazione geografica del posto, che vorrebbe la località “a capo dell'Oglio”.
Cuore storico della cittadina è il perimetro murario, che corrisponde all'antico castrum romano.
Coccaglio, dopo essere stato “pago” romano, fu sede di una delle pievi bresciane di maggiore importanza. Ad essa facevano capo Chiari, Rovato, Cologne e Castrezzato. Fu proprio sull'impianto del “castrum” che nel XII secolo fu eretto un castello a difesa del confine tra Brescia e Bergamo. In seguito alla guerra fra Guelfi e Ghibellini, Coccaglio fu assoggettato, nel 1326, al dominio di Azzone Visconti. Nel 1406 fu governato da Pandolfo Malatesta e nel 1509 fu ancora proprietà di re Luigi XII di Francia. Nel 1528 i Lanzichenecchi lo misero a ferro e fuoco, saccheggiandolo pesantemente. Subentrò poi la dominazione della Serenissima, la quale diede al territorio lunghi anni di pace e prosperità, seguita dal dominio napoleonico e da quello austriaco.
Tornando al periodo del “castrum” romano, va detto che seguendo i documenti architettonici originali il sito fu fondato nel I secolo a. C. Solo nel XII secolo furono erette, sulle vestigia del sito romano, le torri del castello che ancor oggi possiamo vedere. Fra la fine del XII secolo l'inizio del XIII, a fianco della torre “romana” fu edificata la pieve di Santa Maria, intitolata poi a San Giovanni Battista con l'ampliamento del XIV secolo. Dentro l'edificio religioso vi è una statua in legno dedicata a “Cristo alla colonna” ed una pregevole tela raffigurante i santi Antonio ed Orsola, opera di Vincenzo Civerchio. Nel 1719 iniziò la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, su disegno di Antonio Corbellini. L'opera, conclusa nel 1759, conserva numerose opere d'arte. La facciata è opera di Giovanni Donegani ed il portale è dovuto a Bernardino Carboni.
Appena fuori Coccaglio sulla strada verso Cologne, si trova una piccola chiesetta medievale dotata di interessanti affreschi dei secoli XV e XVI. Sempre lungo questa strada, sorge un'originale e curiosa costruzione, nota come “tenuta Castellino”, eretta da un nipote del carbonaro risorgimentale Andrea Tonelli, incarcerato nello Spielberg fra il 1822 ed il 1830.
Da menzionare la presenza di una singolare colonna posta nella piazza principale del paese, sopra la quale campeggia una lira in pietra con l'iscrizione “Il più dolce cigno d'Italia”, omaggio a Luca Marenzio, madrigalista nato a Coccaglio nel 1533. La singolarità di questo musicista consiste nel fatto che fu lui a portare il madrigale in molte corti europee prima di morire, nel 1599, a Roma.
©2010 Stefano Favero.