VILLACHIARA, CASTELLO MARTINENGO

a cura di Marco Brago

scheda    cenni storici

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Sopra e in basso, vista verso il lato d'ingresso anteriore del castello.

Sotto: il lato ovest.

Sotto: torre del lato nord-ovest.

Sotto, a sinistra: l'ingresso al castello; a destra: particolare delle mura perimetrali con le caditoie.

 

Epoca: XIV-XV secolo circa.

Posizione geografica: si trova in paese, nella piazza centrale e dinnanzi alla chiesa parrocchiale, sito più in basso rispetto al livello stradale.

Conservazione: in ottime condizioni e perfettamente conservato, uno dei pochi castelli integri della pianura bresciana, il fossato è ancora presente, anche se adibito ora a parco.

Come arrivarci: per Villachiara si deve percorrere la SP 235 Brescia-Crema ed uscire ad Orzinuovi, da lì, seguire le indicazioni, si raggiunge facilmente dopo pochi km, il paese di Villachiara ha un caratteristico ingresso ad arco, alla destra del quale si scorge subito il castello.

Come visitarlo: si può visitare su prenotazione o viene aperto al pubblico in giornate particolari.

       

Cenni storici.

Fu costruito, seppur con un aspetto primordiale, sul finire del 300 da Bartolomeo III, governatore di Parma, Piacenza e Cremona. Questo bell'edificio può considerarsi più un palazzo che una fortezza, anche se con torri e ponte levatoio fu edificato a scopo residenziale, successivamente rimaneggiato tra il 1450 ed il 1530. Si presume comunque che sia sorto, come per la gran parte dei castelli siti soprattutto in pianura, su fortificazioni precedenti all'interno dell'antico "castrum".

Residenza di Marcantonio Martinengo (1546) che, al servizio di Venezia, si distinse nella battaglia di Lepanto, teatro di guerre e tradimenti familiari, nonché di amori e incesti a corte, passò di proprietà svariate volte ai vari discendenti della famiglia sino alla seconda meta del '700, periodo che vede abitarvi un Martinengo per l'ultima volta.

Da allora fu ceduto a numerose altre proprietà, sino ai giorni nostri. 

         

      

 

©2013 Marco Brago. Le immagini sono state tratte da siti internet (la prima da: www.fiumeoglio.it).

  

   

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