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OFFAGNA, ROCCA
foto a cura di Costantino Anzile
La rocca di Offagna.
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Conservazione: buona.
Dal sito: http://www.incastro.marche.it/incastro/offagna/rocca.STM
«Avamposto
anconitano contro Osimo, che conduceva in quel tempo una politica
espansionista (non solo nei confronti del contado di Ancona ma anche
nei confronti di altri comuni), questa rocca occupa un posto di rilievo
nella storia dell'architettura militare di transizione.
Venne eretta fra il 1454 ed il 1456.
Oltretutto, il fatto di non aver subito rimaneggiamenti nelle epoche
successive, ne acuisce il pregio, in quanto l'impianto, nella sua
essenza, è rimasto pressoché inalterato a distanza di
oltre cinque secoli.
Di pianta quadrata, la rocca è posta sulla sommità di una
altura che fronteggiava a sud, appunto, la rivale Osimo.
La fortificazione ricalca, in buona sostanza, la tematica
fortificatoria del medioevo, quantunque - come vedremo - il fortilizio
sia provvisto di accorgimenti innovativi atti a competere con il nuovo
terribile nemico, la bombarda. Una torre di guardia posta a presidio di
un duplice ingresso, era provvista di due ponti levatoi, di cui uno per
introdurre materiali ingombranti l'altro - invece - squisitamente
pedonale.
Entrambi i ponti erano manovrati dai consueti bolzoni con catene.
Quello pedonale aveva un solo bolzone con catena a forcola. Entrambi
erano posti a notevole dislivello dal suolo, sicchè una
struttura esterna con piano inclinato, doveva costituire il piano di
appoggio (battiponte) su cui i ponti andavano a poggiare una volta
ammainati. Quando erano issati la rocca era isolata.
Un terzo ponte levatoio tutelava la postierla di soccorso (ma anche di
servizio), posta sul fronte settentrionale, precisamente sulla base
della torre detta "del pozzo", che poi vedremo.
L'attuale porticina di ingresso (posta ad occidente), è stata
ricavata sventrando una bombardiera della cortina, quando l'uso dei
ponti levatoi non era più consentito per il loro deterioramento,
e per aver perduto importanza l'intero complesso fortificato. La torre
di guardia è provvista di apparato tale, su sporto di beccateli
e caditoie. Il coronamento consisteva in una serie di merli alla
ghibellina provvisti di feritoie verticali. La torre in questione
è per metà scarpata alla base e terrapienata. La
scarpatura è delimitata da un sottile cordone.
Ma la difesa degli ingressi era affidata anche al mastio, posto in
posizione, avanzata rispetto al fronte sud-orientale. Infatti, data la
sua eminenza (nonostante si fosse in pieno Quattrocento, la torre di
comando e massimo avvistamento è ancora alta poteva controllare
la torre di guardia, batterla e neutralizzarla in caso di penetrazione
del nemico all'interno della Mortificazione.
Ovviamente la torre tra controllava anche gli altri settori, a
cominciare dal ristretto cortile e, quindi, le rimanenti torri e le
cortine che brevemente esamineremo.
Ad ovest è ubicata una torre provvista di alta scarpatura in cui
- come accennato - era dislocata la postierla di soccorso con ponte
mobile. Il ponte issato veniva alloggiato in un incasso sulla muratura,
tuttora visibile. Il ponte ammainato, poggiava su due mensole (in
muratura) a sbalzo che, verosimilmente, costituivano parte di un
complesso di passerelle pedonali sino a toccare il terreno. Tale
complesso, nella parte terminale, doveva essere completamente in legno,
in modo da poterlo rapidamente distruggere in caso di pericolo.
Poiché non vi sono tracce di bolzoni o catene per il
funzionamento del ponticello in esame, è da ritenere che per
manovrarlo si ricorresse ad un operazione manuale mediante una fune.
La "torre del pozzo" (così chiamata per ospitare un
profondissimo pozzo), era provvista di apparato a sporgere su sporto di
beccatelli. Probabilmente, poiché il solaio di copertura
costituiva piano di calpestio per piazzare tre bombarde (vi sono
infatti tre troniere. anche se piuttosto malandate), l'eventuale
merlatura serviva anche per sostenere una probabile tettoia che
salvaguardasse dalle intemperie e, se possibile, anche da proietti, i
bombardieri, sia che operassero, sia che fossero di guardia, specie nei
mesi invernali.
La torre in questione era suddivisa in tre piani, che costituivano
altrettanti livelli di fuoco. Infatti, sul primo erano piazzate ben tre
bocche da fuoco per il fiancheggiamento delle cortine del fronte
occidentale e settentrionale, ma anche per il tiro radente verso
occidente.
Il secondo piano era provvisto di solaio in legno (allo stato inesistente), e veniva utilizzato per alloggio dei bombardieri.
Il terzo ed ultimo piano (con volta a botte per sostenere il peso delle
artiglierie), serviva per alloggio e riparo delle scolte e dei
bombardieri incaricati di svolgere i propri compiti anche all'interno
del cortile d'armi.
Infatti, una porta (posta a forte dislivello dal terreno), metteva in
comunicazione l'ultimo piano di questa torre con un sistema di
passerelle pensili, onde consentire l'utilizzo di una serie di troniere
poste anch'esse a notevole dislivello della quota della corte interna.
Presumibilmente il sistema di passerelle sarà stato interrotto,
al termine di ogni settore di cortina, con ponticelli mobili, in modo
da escludere e compartimentare quei settori caduti in mano al nemico.
Questo, in ogni caso, una volta penetrato all'interno del recinto,
sarebbe stato bersagliato anzitutto dal mastio, con tiri ficcanti, o
con difesa piombante, per mezzo delle caditoie che costituiscono -
assieme ai beccatelli - l'apparato sommitale aggettante della torre di
comando.
Inoltre, dal cammino di ronda ricavato nello spessore defle cortine, e
dalle anzidette passerelle pensili, dopo aver rivolto le arn-ù
verso l'intemo, si sarebbe integrato il volume di fuoco per arginare
l'irruzione. La quarta torre della rocca è posta a nord. Essa
serviva a fiancheggiare le cortine a nord e a nord-est. Non aveva
funzioni abitative. Peraltro si potevano alloggiare sul solaio di
copertura alcune bombarde.
Altre erano dislocate in un piano sottostante. Da un esame di questo
elemento fortificato, è da ritenere che la torre sia stata
realizzata successivamente alla costruzione delle dette cortine, dopo
aver accertato l'insufficiente tutela delle stesse, soprattutto per
fiancheggiamento.
La difesa del fronte settentrionale era affidata alla già vista
"torre del pozzo", ad un tratto di cortina equipaggiato con ben cinque
bombardiere poste a livelli digradanti, e alla torre nord.
Questo settore - che è poi quello più eminente - poteva,
quindi, sviluppare un intenso volume di fuoco con tiro radente mediante
le numerose bombardiere delle due torri e di quelle poste in batteria
appena viste. Tiri ficcanti si potevano effettuare dalla sommità
delle torri e delle cortine provviste all'uopo di merli. Si univa anche
il fuoco del lato nord del mastio. Il lato più debole della
rocca sembrerebbe il fronte nord-orientale, ma non lo è.
Infatti, già la torre di guardia sviluppava un volume di fuoco
dalla due bombardiere del lato est, cui si aggiungevano quattro
bombardiere della cortina sudorientale. Infine potevano operare, per
fiancheggiamento della cortina, ben tre bombarde poste a livelli
diversi, sulla torre orientata a nord. Altrettante bocche da fuoco
operavano con tiro diretto (radente al piano di campagna, ficcante dai
livelli superiori). Dal cammino di ronda della cortina in esame, si
integrava il fuoco con tiri di archibugio, mentre dal lato nord-est del
mastio, si completava la difesa: con due bombarde piazzate
sull'apparato sommitale in aggetto, con tiri di archibugio dalla
merlatura.
Il Mastio
Nel mastio risiedeva il castellano.
La torre di comando era suddivisa in cinque piani. Alla base, un locale
(attualmente accessibile dall'esterno) poteva verosimilmente ospitare
la segreta.
L'originario ingresso era comunque posto internamente, sulla parete
sud-est. Mediante una scala elicoidale in laterizio (di cui rimangono
solo tracce in quanto occlusa da tempo), si accedeva al piano
superiore, privo di aperture, se si eccettuano le numerose buche
pontaie, presenti un po' dappertutto.
Questo vano, provvisto di due strette botole sul pavimento, poteva
verosimilmente servire per controllare chi era segregato nella
sottostante cella, o per dirigervi la tortura.
Del tutto inspiegabilmente, chi ha ripristinato i solai (e ciò
è avvenuto non molti anni or sono), ha obliterato la
intercomunicazione dei due piani. Il che rende inaccessibile il secondo
dal terzo piano (soprastante). Vi si può accedere dal primo, per
il tramite di una scala, infilandosi in un grosso pertugio ricavato nel
pavimento.
Il castellano risiedeva al terzo piano.
Ne è prova la traccia dell'unico camino esistente nella rocca,
che i suddetti restauratori hanno pensato bene di occludere
definitivamente, tamponando tanto il focolare che la canna fumaria.
Questa, peraltro, continuava nel piani superiori portandovi il calore.
Al quarto piano era ubicato l'originario ingresso del mastio, quindi a
notevole dislivello. Ciò era accorgimento assai diffuso in epoca
medioevale. La portella mobile andava a poggiare su una passerella
pensile installata su grosse travi, di cui rimangono intatti gli
alloggi nella muratura.
Scale mobili lignee (zigzaganti verso il basso), servivano a mettere in
contatto la portella con il suolo. In caso di pericolo, si
distruggevano rapidamente le anzidette scale; il mastio, perfettamente
isolato, si preparava alla difesa ad oltranza, in caso di irruzione del
nemico all'interno del recinto.
Il quinto piano, provvisto di volta a botte, per sostenere
adeguatamente la grossa campana di bronzo - e soprattutto le
artiglierie ed il materiale da gitto - serviva presumibilmente da
alloggio per i bombardieri e per gli archibugieri, oltreché
deposito di viveri e polveri.
Sulla sommità, a cielo aperto, stava anzitutto la grossa campana
in bronzo (ora sistemata in malo modo in un angolo della torre),
recante la data 1477, oltre alla invocazione alla Madonna, e il nome
del fonditore, tale Iacobus de Istria.
La campana serviva quale mezzo di comunicazione (per lanciare messaggi
sonori) e di allarme. Sul piano di calpestio del coronamento sommitale
della torre maestra, potevano essere piazzate due bombarde per lato,
per un totale di otto, bocche da fuoco. A proposito di queste, abbiamo
effettuato un controllo: la rocca di Offagna possiede oltre cinquanta
bombardiere (seppure di piccolo calibro) senza contare le feritoie
verticali per archibugi, moschetti ecc.
Numero davvero rilevante se si considerano le relative modeste
dimensioni del complesso. Anche questa peculiarità fa annoverare
il manufatto fra le più significative rocche di transizione
primigenie.
Altre caratteristiche della Rocca
La copiosità di bombardiere mette in luce i propositi difensivi
di chi ha realizzato l'organismo, ed ha pensato bene di rendere munita
la rocca dai colpi di bombarda (si pensi alle scarpature terrapienate),
rendendola difficile da espugnare e mettendo in atto cautele, talora
magistrali, per la difesa passiva.
Evidentemente, la rocca non avrà avuto in dotazione cinquanta
bombarde, ma un numero ben più limitato, da poter spostare e
concentrare nei punti più percossi della fortificazione,
attuando la cosiddetta difesa manovrata.
Un recinto esterno provvisto di torri rompitratta e di una porta protetta da torre di guardia, racchiudeva il sito.
La rocca era collegata con tutta la fortifìcazione mediante una
fitta rete di cunicoli sotterranei, che permettessero anche sortite "in
extremis". Offagna è un ridente paesino ad oltre 300 m. sul
livello del mare. La rocca, e parte del recinto fortificato esterno (a
settentrione), poggiano su uno scoglio tufaceo che ne acuiscono i
poteri difensivi in quel settore.
Dall'esame dei manufatti risulta pressochè certa la mano di
maestranze lombarde nella esecuzione di questo mirabile esempio di
architettura fortificata, di transizione.
Ad arricchire, il complesso, dal 1981 raccolte dì armi antiche
vengono ospitate fra le mura di questa fascinosa rocca anconetana.
I testi delle pagine "La Rocca", "Museo delle Armi" e "La Storia" relative ad Offagna sono tratti da:
Maurizio Mauro, Castelli rocche torri cinte fortificate delle Marche, vol. I, Adriapress - Ravenna
Maurizio Mauro, Rocche e Bombarde, Adriapress - Ravenna
Maurizio Mauro - Sergio Squadroni, Rocche e armati nell'Anconitano, Marcelli».
Schede:
www.incastro.marche.it/incastro/offagna/storia.STM
www.turismo.marche.it/it/it/castelli/offagna.asp
www.provincia.ancona.it/comuni/offagna...
www.turismo.marche.it/it/it/query/chiese/castelli/offagna.html
www.festemedievali.it/italia/offagna/offagna_museorocca.htm
ww1.comune.ancona.it/ancona/Cittadeiragazzi/entroterra/roccaoffagna.htm
©2008 Costantino Anzile (immagini, tranne la prima foto riquadrata, tratta dal sito www.iluoghidelsilenzio.it, 2015). I video non sono stati realizzati dall'autore della scheda.