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  PIETRARUBBIA, CASTELLO

a cura di Renzo Bassetti

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Il castello di Pietrarubbia.

   

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Epoca: XII-XIII secolo.

Posizione: N 43° 47' 37" E 12° 22' 46".

Conservazione: il borgo e il castello sono stati oggetto di restauro.

Come arrivarci: dall'autostrada A14 uscita casello Cattolica - San Giovanni in Marignano, risalire poi la vallata del Conca passando per Mercatino Conca, Monte Cerignone, Ponte Cappuccini, poi seguire le indicazioni per Macerata Feltria. Giunti alla frazione Mercato Vecchio (sede comunale di Pietrarubbia), svoltare su via Castello da seguire per 2,2 Km circa di cui gli ultimi 600 metri sterrati (complessivamente 43,7 Km dal casello autostradale di Cattolica).

    

Cenni storici.

Siamo giunti così all'antico borgo di Pietrarubbia, oggi quasi completamente ristrutturato, posto sopra un ammasso roccioso dal colore rossiccio. Questa caratteristica ha dato il nome alla località "Castrum Petre Rubee". Il lungo poggio sul quale si estendeva il complesso fortilizio sviluppa in lunghezza oltre 200 metri e sale dalla quota di 706 metri (parte occupata dal borgo ora ristrutturato) fino a 764 metri (punto più alto sul quale era presente la rocca). Il sito, specialmente nel punto più alto, è dotato di buone difese naturali costituite da profondi strapiombi nella parte a Sud Est, e da un forte dislivello nella parte a Nord, verso il borgo.

Il castello - a circa 200 metri dal borgo, raggiungibile per facile sentiero, si trova nella parte più alta del poggio. La parte superstite e recentemente ristrutturata è solo una piccola parte di un ben più vasto complesso che in passato interessava quasi per intero il costone roccioso e rappresenta parte del mastio e della torre, estreme propaggini meridionali del castello. Visitabile solo dall'esterno, un percorso in sicurezza permette di visionare il complesso da quasi tutti i lati.

Le origini del castello si fanno risalire all'anno Mille, sulla base del diploma del 962 con il quale l'imperatore Ottone avrebbe investito la famiglia dei Carpegna di vari castelli fra cui anche Pietrarubbia, ma come citato da Marco Sassi nel suo libro Castelli in Romagna, il diploma citato è un falso riconosciuto da almeno due secoli.

Recenti studi sulle fasi costruttive fanno risalire l'impianto della torre a pianta quadrangolare al 1137, quando il castello era in proprietà dei conti di Carpegna (Guerrieri 1604-1676).

La prima notizia certa sul castello risale al 1226 quando Federico II assegna la contea di Urbino e vari castelli a Buonoconto e Taddeo da Montefeltro, e proprio da quest'ultimo avrà origine il ramo dei conti Montefeltro di Pietrarubbia. Fu sotto il dominio di Taddeo, Capitano generale dell'esercito della Chiesa, che il castello fu attaccato e incendiato dalla fazione opposta dei Ghibellini.

Altro documento certo risale alla fine del 1300 quando il Card. Anglic nel censimento diplomatico militare della provincia di Romagna (Descriptio Romandiole) la descrive "est super quodam saxo fortissimo, habet roccham cum turri et duas alias turres fortissimas", e vi conta ben "LXV focularia" (L. Mascanzoni).

Negli anni successivi anche Pietrarubbia, come la maggior parte dei castelli della regione, fu interessato dai sanguinosi scontri fra le famiglie dei Montefeltro di Urbino e dei Malatesta di Rimini, passando di mano fra questi casati varie volte, tanto che verso la fine del XIV secolo costituiva l'avamposto dei Malatesta contro il vicino castello di Frontino baluardo della Massa Trabaria legata ai Montefeltro. Solo verso la metà del 1400 Federico da Montefeltro riuscì ad annientare gli antagonisti riminesi e riportò Pietrarubbia definitivamente all'interno del ducato di Urbino.

Risale a questa epoca la più importante ristrutturazione e fortificazione, inserita nella più ampia riorganizzazione dei vari castelli del Montefeltro curata dall'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini. Risale ai tempi di Guidobaldo da Montefeltro terzo duca di Urbino (1472-1508) il definitivo abbandono della rocca giudicata ormai superflua, con conseguente spopolamento anche del borgo a favore della zona più a valle, luogo più adatto alla scambio di merci e bestiame (l'attuale Mercato Vecchio).

Il borgo è costituito da una decina di fabbricati posti lungo una via acciottolata, risalenti al XV-XVI secolo edificati con il materiale di risulta dei crolli delle strutture fortificate. Fra questi spiccano il palazzo Gentilizio, sede della Fondazione Pomodoro e il palazzo del Vicario, ora traformato in albergo - locanda, oltre alla chiesa dedicata a San Silvestro, anche questa nella sua attuale struttura del XV secolo, ma risalente nell'impianto originario ad epoca romana, come testimoniato dal capitello del ciborio ritrovato nel 1990 durante gli scavi eseguiti per la ristrutturazione. Poco distante e raggiungibile per breve e comodo sentiero è la torre campanaria ristrutturata nel II dopoguerra.

Il borgo è stato oggetto di una recente ristrutturazione che ha consentito di salvarlo da un irreversibile degrado, a cura principalmente dello scultore Arnaldo Pomodoro che dopo aver acquistato alcuni edifici nel 1970 provvide alla loro ristrutturazione per fondarvi poi dal 1990 una scuola sull'arte dei metalli (TAM centro trattamento metalli). Le opere create dai corsisti si trovano nelle sale del palazzo gentilizio e lungo le vie del borgo.

   

 

  

©2011 Renzo Bassetti; pagina pubblicata nel sito appenninoromagnolo.it, e qui ripresentata con il consenso dell'autore. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

   


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