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TORREMAGGIORE, CASTELLO DI DRAGONARA

a cura di Alberto Gentile

scheda    cenni storici    bibliografia    aggiornamento 2016


Veduta del complesso castellare, oggi masseria.

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Dragonara  Dragonara  Dragonara

 

Il complesso visto dall'alto  La torre cilindrica isolata  La torre cilindrica isolata

 

Struttura fortificata nel Medioevo, Dragonara è oggi una masseria produttiva  Come altre località della Capitanata, Dragonara nasce come borgo fortificato nei primi decenni del secolo XI  Una delle due torri cilindriche che fanno parte della struttura castellare  La rorre cilindrica  Torre cilindrica, particolare

 

Una delle due torri quadrate; presenta una lapide e lo stemma dei De Sangro  La lapide e lo stemma della famiglia De Sangro  Lo stemma  Particolare  Feritoia

 

Foto d'epoca del complesso  In evidenza la torre cilindrica isolata e le due torri quadrate  Nel disegno una ricostruzione del castello


Epoca: XI secolo.

Conservazione: attualmente il castello è adibito ad uso agricolo.

Come arrivarci: uscendo dall'autostrada A14 Bologna-Taranto, al casello di San Severo, proseguire per Torremaggiore. Giunti a Torremaggiore imboccare la Strada Provinciale 11 Torremaggiore per Casalnuovo Monterotaro, proseguire in direzione Casalnuovo per 12,5 Km, per poi svoltare a destra su una strada di campagna sterrata per 1,5 km circa.

    

Cenni storici.

"Città di Frontiera"

Dragonara ha un'origine in comune con altre "città di frontiera" volute, agli albori dell'XI secolo, dagli imperatori bizantini: questi cercarono di consolidare i loro possedimenti in Italia meridionale minacciati dai Longobardi a nord e dai saraceni a sud. Per attuare tale piano, i Catapani inviati da Bisanzio s'impegnano in un nuovo "incastellamento" della Daunia, al fine di spostare i malsicuri confini del Thema di Longobardia (suddivisione amministrativa dell'epoca), segnati dal fiume Ofanto, verso quelli meglio difendibili delimitati dal corso del Fortore. Nascono così, tra il 1018 ed il 1040, grazie alla attività edificatoria dei Catapani Basilio Bojohannes e dell'omonimo suo figlio, numerose città-piazzeforti con il compito di munire la nuova frontiera di efficaci baluardi contro incursioni e razzie, ripopolando il Tavoliere.

Tra questi centri neoformati, oltre a Dragonara ricordiamo Fiorentino, Civitate, Troia, Montecorvino, Tertiveri e Devia.

Tutte le città fondate dai due Catapani, nel tardo Medioevo sono state abbandonate, ad eccezione di Troia.

Per la sua importanza strategica alla iniziale fabbrica bizantina, che comprendeva anche due cinte concentriche di terra battuta, si aggiunsero le opere costruite successivamente dai Normanni e dagli Svevi e dagli Aragonesi.

Alcuni documenti attestano che Dragonara fu anche sede episcopale; i suoi vescovi svolsero compiti importanti e la sua diocesi venne ereditata dalla Diocesi di San Severo nel 1580. Dai suoi vescovi dipendevano molti centri; tra questi ricordiamo anche l'abbazia di Santa Maria di Tremiti. Dragonara nel 1255 subì la stessa sorte di Fiorentino rimanendo rasa al suolo ad opera delle truppe di papa Alessandro IV.

   

Cronologia

Dragonara fu baluardo dei Bizantini nell'XI secolo, successivamente nell'XII è passata ai Normanni, nel XIII secolo, agli Svevi, successivamente agli Angioini e agli Aragonesi, in seguito alla famiglia De Sangro.

   

Il Castello

Dell'antica città di Dragonara rimane solo il castello, in pietre squadrate ed abbozzate, che si erge sulle prime pendici del sub-appennino dauno. Attualmente il castello, dopo gli innumerevoli rimaneggiamenti, si presenta di forma rettangolare, con un cortile interno, 2 torri cilindriche e due quadrate; un'altra torre cilindrica, isolata, è posta ad una certa distanza dal medesimo. Questa torre, vuota all'interno, sembra che non avesse nessuna porta di entrata, salvo quella praticata in epoca recente per adibirla a stalla. Forse per accedere al suo interno si usavano scale mobili oppure, secondo alcuni, un passaggio sotterraneo di collegamento tra il castello e la torre.

  

Bibliografia:

R. M. Pasquandrea: Fiorentino: una città bizantina di frontiera (XI-XIV sec.), in Profili della Daunia antica, a cura del Centro FG/31 (CRSEC Foggia), Foggia 1986.

L. Sansone Vagni, Raimondo di Sangro Principe di San Severo, Editrice Bastogi, 1992.

M. S. Calò Mariani - A. Ventura - A. Muscio - A. Altobella - J. M. Martin - P. Corsi - L. Pellegrini - U. Kindermann - E. Ciancio - A. Pepe - G. Onofrio - E. Catello - C. Laganara Fabiano, Capitanata Medievale, Claudio Grenzi Editore, Foggia 1998.

   

   

 

©2002 Alberto Gentile (testo e foto)

     


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