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ACAYA DI VERNOLE, CASTELLO ARAGONESE

a cura di Elena De Matteis

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Il castello di Acaya.

Particolare del fossato e, in basso, l'affresco rinvenuto durante i recenti lavori di restauro.

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Acaya  Acaya  La pianta del castello

 

         

 

   

 

         

 

         

 

     


Cenni storici.

Nel 1539, l'architetto militare Gian Giacomo dell'Acaya disegnò il progetto del castello, la cui realizzazione avvenne nel 1548. Il castello, che ha la pianta di un trapezio, sorge in corrispondenza dell'angolo di sud-ovest delle mura che cingono il piccolo borgo, mentre gli altri tre angoli sono muniti di bastioni.

L'ingresso del castello è collocato a settentrione; gli angoli di nord-est e di sud-ovest sono, invece, occupati da due torrioni rotondi. L'androne di accesso al castello immette al piano inferiore che, un tempo, era adibito a scuderie. Sotto queste ultime, anticamente, esisteva un frantoio ipogeo che, durante i passaggi dei vari feudatari, fu riempito di terra. Oggi, grazie ai lavori di restauro, il frantoio è stato riportato alla luce. Durante tali lavori, tuttavia, iniziati circa dieci anni fa ad opera della Provincia, è stato ritrovato anche un affresco, raffigurante motivi religiosi, che si vuole datato al periodo tardo-bizantino.

Frontale all'ingresso, invece, vi è una scala che conduce al piano superiore, ovvero a quella che era la dimora dei signori. Tale dimora è suddivisa in sei camere, tra cui la sala della torre maggiore e la sala quadrata del bastione. In quest'ultima, sulla volta, si trova un dipinto che rappresenta lo stemma dei re spagnoli.

A nord-est del castello, lato che corrisponde alla torre, è collocata una delle sale più belle, di pianta ennagonale. La bellezza della sala è dovuta alla presenza di un ricco fregio realizzato in pietra leccese, i cui motivi decorativi sono ispirati all'arte classica.

Da questa sala parte una scala, oggi completamente restaurata, che conduce al terrazzo.

Gran parte del castello, come il fossato, il salone, le torri, oggi sono tornati all'antica bellezza, in seguito agli interventi di restauro non ancora, però, terminati, in quanto si pensa che potrebbero portare alla luce elementi ancora ignoti.

Il castello conserva ancora un'antica nota di colore, una leggenda. Si tramanda, infatti, che l'ultimo proprietario acquistò il castello grazie ad un forziere donatogli da alcuni marinai, forse predoni, diventando così il più ricco e importante cittadino del piccolo borgo.

 

Vedi anche Acaya a cura di Lucia Angelica Buquicchio, e Il castello di Acaya nei francobolli, in Medioevo filatelico, a c. di Ruggero Gormelli.

          

 

   

 ©2005ss. Elena De Matteis. La prima immagine è tratta dal sito www.viaggiareinpuglia.it

   


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