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CALTAGIRONE, BORGO
a cura di Giuseppe Tropea
Il Ponte San Francesco. In basso, il Duomo e l'Esedra di via Roma.
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Asse di collegamento tra l'abitato nuovo e quello vecchio è via Roma, aperta nel 1766 con il nome di via Carolina. Da questa via inoltrandosi nella vecchia Caltagirone, sulla sinistra trovano posto le basse propaggini del Giardino Pubblico e poco dopo il cosiddetto Teatrino, scenografico belvedere sulla città, edificato nel 1792 dal siracusano Natale Bonaiuto, costituente l'attuale ingresso principale del Museo della Ceramica, istituito nel 1965 e secondo in Italia, dopo quello di Faenza. Superato il Teatrino, poco dopo si apre a sinistra il complesso sacro di S. Francesco di Paola, chiesa e convento, quest'ultimo in tempi odierni ospitante l'ospedale Umberto I, del XVII/XVIII secolo. Di seguito via Roma piega a destra, ove si trovano in successione un'esedra eretta nel 1766, in ricordo dell'apertura della strada, e il largo presieduto dalla chiesa di S. Francesco d'Assisi, fondata nel 1226 e ricostruita nelle sue forme barocche dopo il terremoto del 1693.
Forse dell'originario impianto medievale della chiesa si preserva la sagrestia, edificata in stile gotico. Lasciata la chiesa di S. Francesco d'Assisi si valica l'omonimo ponte, che immette in uno slargo triangolare dove trovano posto una chiesa edificata in onore di S. Agata, attuale sede della confraternita dei Ceramisti, e di fianco l'ex carcere borbonico, edificato intorno alla fine del XVIII secolo. L'imponente edificio presenta una pianta quadrata, con facciata simmetrica a unico ordine di lesene ioniche; attualmente ospita il Museo Civico.
Si prosegue per non oltre cento metri sulla destra e immediatamente si distendono gli ampi spazi di Piazza Umberto I, ove sorgono l'antico Monte delle Prestanze, oggi sede del Banco di Sicilia, edificato nel 1783 da Bonaiuto e a sinistra il Duomo, dedicato a S. Giuliano. L'edificio sacro venne eretto in epoca normanna, ma subì sostanziosi rimaneggiamenti nel XVI e XVII secolo. L'attuale prospetto risale agli inizi del XX secolo. Proseguendo sulla via Duomo, si incontra la Corte Capitanale, un lungo edificio a un piano, con prospetto caratterizzato da una sequenza di eleganti portali e finestre: è un'opera di Antonuzzo e Domenico Gagini (XVI/XVII secolo).
Finalmente la via del Duomo sbocca nella piazza del Municipio. A oriente trova posto il Palazzo Municipale, mentre a meridione vi è il Palazzo Senatorio, edificato alla fine del XV secolo e trasformato successivamente in Teatro Comunale. Oggi ospita la Galleria Sturzo. Da piazza del Municipio si prosegue a destra per via Luigi Sturzo, si superano la chiesa del Purgatorio, il Largo S. Salvatore con l'omonima chiesa, finché si giunge all'edificio sacro di S. Giorgio dell' XI secolo, eretto dai Genovesi, ma ricostruito dopo il terremoto del 1693. Da S. Domenico si segue la via del Rosario fino all'Istituto d'arte della Ceramica, fondato nel 1918 per volere di Don Luigi Sturzo. Dall'Istituto si sale per la via ex Matrice fino alla chiesa di S. Maria del Monte, un tempo chiesa madre, costruita nel XII secolo, ma riedificata dopo il 1693, su progetto di Francesco Battaglia. Presenta un elegante campanile settecentesco, opera del Bonaiuto su disegno di Venanzio Marvuglia.
Da S. Maria del Monte si prosegue per via S. Agostino , che costeggia l'omonimo convento del XII secolo e adiacente a questo la chiesa di S. Nicola, ristrutturata nel XVIII secolo. A nord di questo complesso vi è l'area ove un tempo sorgeva il castello di Caltagirone, oggi scomparso. Finalmente si scende per la scenografica scala di S. Maria del Monte, opera, nel 1608, dell'architetto Giuseppe Giacalone e rivestita completamente da mattonelle di maiolica policroma. Ai piedi della scala si volge verso destra per via S. Bonaventura, che ospita l'omonima chiesa, dei Minori Osservanti. Proseguendo per via Trigona si giunge infine alla chiesa di S. Giacomo, costruita nel 1090, secondo volere del conte Ruggero e, anch'essa, ricostruita dopo il terremoto del 1693.