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MONGIALINO, RESTI DEL CASTELLO

a cura di Giuseppe Tropea

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Veduta d'insieme dei resti del castello; in basso, rispettivamente: il mastio circolare e i resti del borgo sottostante il castello.

 

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Mineo  Mineo


 


Epoca: XIII secolo.

Unità di paesaggio: collina a 487 m. s.l.m.

    

Cenni storici.

Il colle, presso la sommità del quale sorge il castello, ha restituito tracce e reperti risalenti all'età del bronzo (XII/XI sec. a.C.). In epoca medievale abbiamo notizie tramite l'opera geografica di Edrisi, il quale parla del casale malga al-Khalil (rifugio di Khalil). Nel 1199 Bartolomeo de Lucy dona alla figlia Margherita l'insediamento di Mineo e probabilmente anche quello di Mongialino. Agli inizi dell'anno successivo la stessa Margherita rinuncia ai possessi donatele dal padre e Mongialino appartiene ad un Manfredi signore di Mazzarino.

Nel 1287 l'insediamento torna alla corona e nel 1320 è feudo di Blasco Lancia. Nel 1355 Mongialino viene occupata da Manfredi Chiaramente conte di Modica. Nel 1558 lo storico ecclesiastico Fazello ricorda l'esistenza del castello e nel 1757 l'abate Vito Amico definisce quasi interi gli edifici del castello e ricorda il tentativo di ridare vita all'insediamento durante il XVII secolo.

    
Descrizione unità topografica

Il castello sorge su di un colle roccioso sul limitare del vallone del torrente Pietralunga, affluente del fiume dei Monaci e del fiume Gornalunga. La fortezza si compone di un singolare dongione o mastio circolare e di una cinta muraria poligonale, presso la quale si conservano ancora parte delle merlature. Vito Amico afferma di distinguere, nel XVIII secolo, la presenza di una porta d'ingresso con corrispondente ponte levatoio, dei quali oggi non rimane più traccia. Il torrione circolare possedeva un diametro complessivo di 21 metri, con uno spessore murario esterno di circa 2,10 m. e un diametro del nucleo interno di circa m. 8,35. L'ambiente anulare interno presenta una larghezza di m. 4,12 ed è ancora in parte coperto da volte a botte, edificate in conci regolari e rinforzi di archi radianti impostati sulla muratura.

Sempre Amico ricorda dell'esistenza di ben quattro elevazioni, mentre attualmente si conservarono parzialmente il piano terreno e pochi ruderi del primo piano, del quale si intuisce una copertura medesima a quella del piano inferiore. Si ritiene, comunque, che le ulteriori soprelevazioni fossero lignee. Il nucleo centrale del cilindrico presenta singolarmente al suo interno una cisterna, che raccoglieva le acque piovane convogliate dalla copertura, la quale, secondo quanto scrive Amico, era rivestita da lamine di piombo. Esiste una seconda cisterna sotto il cortile cintato. Purtroppo l'equilibrio statico dell'edificio è quasi del tutto compromesso e sarebbero necessari degli interventi mirati al consolidamento di quanto rimane di questa splendida quanto rara struttura fortificata.

 

Bibliografia

Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, 2 voll., Palermo 1855-56; Tomarchio G., La fortezza di Mongialino, Caltagirone (CT) 1987.

   
   
   

© Copyright 2003/2012 Archeoambiente e Giuseppe Tropea, testo e foto; pagina pubblicata nel sito http://www.ipaesaggi.it/castelli.htm, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

    


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