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CATANIA, TORRE DI OGNINA

a cura di Giuseppe Tropea

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La torre: si osservi, a sinistra, come parte dell'antica merlatura sia stata integrata durante restauri recenti; a destra, particolare della caditoia, sorretta da mensoloni in pietra lavica sagomata. In basso, la chiesa di S. Maria; sul fondo la parte alta della torre, con la superstite merlatura.

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Localizzazione di Catania


Epoca: tra i secoli XIV e XVI.

Unità di paesaggio: l'edificio attualmente sorge all'interno del cortile della chiesa di S. Maria di Ognina, nei pressi del piccolo porto, posto circa a metà strada tra Catania e Acicastello.

  

Cenni storici

Pochissime notizie storiche rendono nota dell'attività di questa piccola fortificazione nei secoli passati. Sconosciute sono le origini: la tradizione vorrebbe che la torre fosse stata edificata sui resti del castello greco di "Italicon", ricordato da Diodoro Siculo e, sembra, ancora nel secolo XVI. Sebbene Camilliani ricordi della cala di Ognina, della piccola chiesa a ridosso del porto e del relativo borgo, non fa alcuna menzione della torre, che per certo doveva esistere, secondo quanto risulta dalla descrizione di T. Spannocchi, contemporaneo del Camilliani: «…Avvi una torre fabbricata al presente la quale se bene è alquanto lontanetta però servirebbe per detta guardia et è di bona fabbrica…».

Attualmente, infatti, la torre trovasi arretrata di molto rispetto all'attuale porto. Questa incongruenza trova spiegazione in un catastrofico fenomeno naturale: nel 1381 una colata lavica interra parzialemente la cala di Ognina, guadagnando terra al mare e restringendo l'accesso delle imbarcazioni al porto. Forse la torre venne edificata prima di questo evento naturale e, dunque, a ridosso del mare. Al di là di queste poche notizie storiche, non esiste alcun elemento che permetta di datare con esattezza la struttura, che, in via del tutto ipotetica, potrebbe collocarsi tra i secoli XIV e XVI.

   
Descrizione unità topografica

Si tratta di una torre a pianta circolare (diametro m. 7). Ancora ai giorni nostri il cilindro si sviluppa quasi lungo tutta la sua altezza, sebbene risulti ormai del tutto nascosto da edifici residenziali, che ad esso pesantemente si appoggiano. In cima la torre era coronata da una merlatura bombata e dotata di feritoie. Sopravvivono quattro dei quindici merli originari. Spezza l'armonia della struttura una caditoia, costruita a difesa dell'ingresso e impostata su mensoloni in pietra lavica

 La fortificazione consta, inoltre, di un piano terra ad ambiente unico circolare (diametro m. 4,50), la cui copertura consta di una volta ribassata, nella quale è stata ricavata un'apertura utile per accedere al primo piano. Anche il primo piano presenta una copertura a volta emisferica; lungo le pareti si contano cinque saettiere con diverso strombo, due delle quali sono state adattate a finestre, per una migliore illuminazione dell'ambiente. Una botola e una scala a pioli consentono di accedere al terrazzo. La scala presenta un pianerottolo, dal quale sembra principiare un cunicolo largo e alto cm. 60, la cui utilità è, al momento, incerta (ripostiglio o sistema per alleggerire la volta?).

  

Bibliografia

Camilliani C., Descrizione dell'isola di Sicilia, a cura di G. Di Marzo, in BSLS, s. II, XXV, Palermo 1877; Mazzarella R. - Zanca R., Il libro delle Torri, le torri costiere di Sicilia nei secoli XVI-XX, Sellerio Ed., Palermo, pp. 292 - 294; Spannocchi T., Descripciòn de las marinas de todo el Rejno de Sicilia, etc., 1578, ms. BNM n. 788

 
 

©Copyright 2003/2005 Archeoambiente e Giuseppe Tropea, testo e foto; pagina pubblicata nel sito http://www.ipaesaggi.it/castelli.htm, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.

   


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