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ANTILLO, ROCCA CASTELLO
a cura di Giuseppe Tropea
scheda cenni storici descrizione unità topografica
Rocca Castello, il "mastio rupestre". In basso: panoramica dell'abitato, con a destra Rocca Castello, e la sommità della Rocca.
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Epoca: impossibile pronunziarsi nei confronti di una cronologia precisa. Il luogo potrebbe essere stato oggetto di frequentazione antropica fin da tempi immemori (preistoria?). In ogni caso l’utilizzo della rocca in qualità di punto forte o fortezza rupestre potrebbe originarsi fin dall’epoca bizantina e successivamente essersi protratta durante le successive dominazioni, che hanno caratterizzato il medioevo siciliano (araba, normanna, aragonese). Certamente sarebbero necessari ulteriori studi.
Unità di paesaggio: Vallata d’Agrò, Peloritani centrali, collina sovrastante e nord l’abitato di Antillo, m. 765 s.l.m.
L’abitato di Antillo si prefigura nella forma di un abitato seicentesco, il cui nucleo si abbarbica lungo le pendici meridionali della Rocca Castello, con un andamento parallelo rispetto alla fiumara di Agrò.
Pizzo (o Rocca) Castello è un colle di 765 metri s.l.m., dai fianchi relativamente scoscesi alla base, irti e ripidi man mano che si giunge alla sommità. Il toponimo del monte lascerebbe intendere la presenza di un ridotto fortificato, edificato proprio sulla vetta. Una rocca di pietra calcarea occupa l’intero spazio offerto dalla sommità: essa presenta una forma tanto squadrata, che la porzione centrale somiglia ad un mastio quadrangolare. Il resto dello spazio è occupato da una conformazione rocciosa che è figlia del “mastio” centrale, sebbene sembri offrire adattamenti provenienti dalla mano dell’uomo. Infatti a meridione e ad occidente, proprio a ridosso dello sperone di roccia principale, sembra possano distinguersi dei “dromoi” o corridoi, utilizzati per unire diversi vani scavati o ricavati in anfratti della roccia, che si offre stratificata e facilmente lavorabile. Non esistono tracce palesi di muratura; in effetti ogni cosa risulta coperta da frane, generatesi da smottamenti del terreno. è possibile ritenere che un tempo esistessero grotte e/o vani ricavati artificialmente nella roccia, della cui presenza oggi è possibile notare solo qualche traccia, tra una frana e l’altra.
A chi osserva la rocca dalla base del colle, la conformazione della roccia somiglierà per certi versi ad un castello. In alcune porzioni la pietra presenta infatti spigoli vivi e angoli di 90 gradi, che lascerebbero intendere una lavorazione non solo attraverso l’erosione atmosferica della natura, ma anche per diretta volontà dell’uomo. Rocca o Pizzo Castello potrebbe intendersi come una sorta di fortezza rupestre, ove piuttosto che edificare artificialmente strutture murarie, si è preferito adattare una roccia, lavorabile, come già detto, con relativa facilità, nonché solida e simile naturalmente alla forma di un castello. Esempi illustri e ben più conosciuti già esistono in Sicilia: famoso è il caso del castello/rocca di Sperlinga.
Tornando a Rocca Castello, presso Antillo, vi è da osservare che i corridoi, sebbene invasi da terra, risultato di numerosi smottamenti, ancora pare che si delineino con sufficiente chiarezza. Seguendo il loro percorso è possibile delineare camminamenti, che un tempo dovevano collegare diverse porzioni della vetta, permettendo ai frequentatori della rocca di non essere visti da alcuno, nemico o amico che fosse. Dalla porzione più alta del mastio naturale si gode una visuale unica ed è possibile rendersi conto dei contatti visivi tra Pizzo Castello e l’ambiente circostante: spicca, immediatamente a sud-est, la relazione visiva con la rocca di Roccafiorita, alta (oltre mille metri sul livello del mare) e maestosa. In realtà l’abitato di Antillo sorge non solo nella porzione più alta della fiumara di Agrò, ma anche lungo il tracciato di un’antica via carraia che dal medesimo paese conduceva nei pressi di Novara di Sicilia e della Rocca Salvatesta. Dunque una via di penetrazione dei Peloritani, che prendeva e prende ancor oggi le sue mosse dalla costa, non lontano da Roccalumera. Vista in quest’ottica, il colle di Pizzo Castello rappresentava un punto forte fondamentale per il controllo sia della fiumara, sia della citata arteria stradale, relativamente alla sua porzione transitante per Antillo.