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FRANCAVILLA DI SICILIA, RESTI DEL CASTELLO
a cura di Giuseppe Tropea
scheda cenni storici descrizione unità topografica bibliografia video
La torre mastra del castello, aggettante rispetto alle fortificazioni del colle. In basso: panoramiche del castello.
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Unità di paesaggio: versante meridionale della valle dell'Alcantara, collina a 463 m. s.l.m.
Immersa nella nebbia permane l'origine effettiva dell'insediamento di Francavilla. Nel caso specifico le fonti storiche non collimano del tutto con i dati archeologici. Si sconosce la data di fondazione. Una leggenda vorrebbe l'origine del paese da uno stanziamento di coloni franchi, voluto da Carlo Magno. In realtà non esistono prove documentarie, né tanto meno materiali, che possano confermare siffatta ipotesi.
Rinvenimenti archeologici riconoscono la presenza di una frequentazione greca tra il V ed il IV secolo a.C., ma solo durante l'epoca bizantina è permesso quantificare i dati di un eventuale insediamento. Circa due chilometri ad ovest di Francavilla giace su di uno sperone di roccia calcarea il monastero di Motta della Placa o S. Salvatore della Placa. L'origine normanna dell'intero complesso monasteriale è assicurata dai diplomi di fondazione, che risalgono già agli anni di Ruggero I d'Altavilla. Ma sempre dai medesimi diplomi si apprende della preesistenza al complesso normanno di edifici sacri di origine bizantina, rovinati in parte o del tutto dalla dominazione araba.
Purtroppo il monastero della Placa presso Rocca Badia rappresenta solo un indizio, per quanto concreto, della probabile frequentazione bizantina nella zona dell'attuale comune di Francavilla. Le rovine del castello non sono in grado di sciogliere l'alone di mistero che avvolge la zona. Infatti non è possibile stabilire della fortezza la effettiva origine cronologica. Che si tratti di un edificio normanno è probabile, sebbene il tipo di muratura in alcune parti tradisce una genia aragonese. Sembra del tutto improbabile comunque che un popolo così attento alle postazioni militarmente strategiche come i normanni, non approfittasse di un colle tanto magnifico per posizione e difendibilità.
In realtà Francavilla ed il suo comprensorio comunale nascondono ben più di quello che all'apparenza mostrano. Solo ulteriori indagini sul campo potranno dissolvere la fitta nebbia che circonda le origini del paese.
Soffermandosi solo sulla descrizione della fortezza, essa è costituita da uno stretto corpo di fabbrica, perfettamente adattato alle asperità del colle, sul quale è edificata. Dell'intero impianto rimangono resti alquanto miseri, sebbene V. Amico racconti che ancora nel XVIII secolo il castello si preservava pressoché intatto, per quanto "inutile". Il lato rivolto alla valle dell'Alcantara presenta i resti di una struttura con muratura a scarpa, sulla quale è stata edificata una possente torre, svolgente, con buona possibilità, le funzioni di mastio. In corrispondenza dell'accesso meridionale sopravvivono i poveri resti di un'altra torre. Ulteriori organi di controllo delle vie di accesso dovevano essere due avamposti, edificati a nord e a sud del colle, a breve distanza dal mastio e collegati ad esso da basse mura.
Arcidiacono S. - Privitera F., Guida alla valle dell'Alcantara, Catania 1998; Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-56; Cordaro Clarenza V., Notizie per Francavilla, Catania 1848; De Roberto F., Randazzo e la valle dell'Alcantara, Bergamo 1909; Terranova C., I castelli dell'Etna, in Etna, il vulcano e l'uomo, Catania 1993.