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SAN SALVATORE DELLA PLACA, MONASTERO FORTIFICATO
a cura di Giuseppe Tropea
scheda cenni storici architettura e topografia bibliografia
Immagini dei resti del monastero fortificato.
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Epoca: XI - metà XVIII secolo.
Unità di paesaggio: Versante settentrionale dell'Alcantara, collina a 510 m. s.l.m.
Del monastero si conosce la data di fondazione, avvenuta intorno alla fine dell'XI secolo d.C., per l'esattezza nel 1093, secondo un documento di donazione del conte Ruggero. Per alcuni studiosi la fondazione del complesso monastico è da retrodatare al 1080 d.C. Si è a conoscenza dell'esistenza di un luogo sacro antecedente alla erezione del monastero, probabilmente di origine bizantina, della cui memoria non rimane, purtroppo, alcun rudere.
è interessante notare come per un lungo periodo di tempo l'intero complesso sacro viene adattato a fortilizio, approfittando del luogo, nel quale sorge: uno sperone di roccia naturalmente inaccessibile. La cronaca di Nicolò Speciale narra dell'«arx placarum», durante il 1299, presso Francavilla di Sicilia; l'utilizzazione come fortezza è documentata fino al 1356, periodo in cui è addirittura menzionata come «mocta placarum».
Intorno
alla metà del XVIII secolo il monastero viene completamente abbandonato per
motivi di sicurezza: l'intero complesso edilizio, probabilmente seriamente
danneggiato dal terremoto del 1693, risulta inagibile. I monaci basiliani
fonderanno un secondo monastero nei pressi dell'abitato di Francavilla.
I ruderi del monastero basiliano sorgono su di un dado marnoso, accessibile solo ed esclusivamente da occidente. Per tre lati le pareti sono a strapiombo e danno su di un dirupo profondo centinaia di metri: qualsiasi scalata è impresa di temerari.
I resti del complesso edilizio si riducono a poche macerie pericolanti. Gli ambienti principali sporgono verso oriente, lungo un asse nord-sud, in contatto visivo con il castello di Francavilla. Ivi si distinguono un deambulatorio comune e alcuni vani di piccole dimensioni, probabilmente le celle dei monaci. Appresso dovrebbe trovarsi l'ingresso principale del monastero e subito dopo tre vani a pianta quadrata. Di seguito è possibile riconoscere la pianta rettangolare di una piccola chiesa con nartece quadrangolare ed abside poligonale, ricavato nella muratura della parete orientale. In questo luogo si riconoscono due sepolture: la prima, in muratura, è addossata alla parete meridionale della chiesa, prossima ad un piccolo ingresso secondario; la seconda, accostata alla parete meridionale del nartece, è scavata nella roccia calcarea ed è coperta da una volta a botte. La chiesa non presenta un impianto unitario ed è possibile osservare, infatti, due tipologie di muratura: in basso risaltano grossi conci di pietra squadrati, più in alto il pietrame diventa minuto, non sbozzato e legato insieme da malta e cocci spezzati. È ipotesi probabile che la chiesa sia stata ricostruita, con tecniche diverse, da un impianto originario di possibile origine bizantina. Inoltre, in prossimità del complesso principale si possono osservare due piccoli vani rettangolari, forse adibiti a palmento del monastero. A meridione si osserva un vano a pianta quadrangolare colmo di macerie per tre quarti della profondità. Per quello che affiora parrebbe una cisterna a volta ricoperta da malta idraulica, impermeabile ed adatta a contenere liquidi.
Dall'esame del complesso monastico si può ipotizzare un impianto non unitario, ma sviluppatosi per aggregazione successiva di vani, secondo le necessità del momento. Le due tipologie edilizie, che contraddistinguono il corpo di fabbrica della chiesa, farebbero ritenere che proprio in questo luogo sorgesse in origine l'edificio bizantino preesistente al monastero.
Varrebbe la pena di ricordare il confronto con i monasteri macedoni della regione detta delle "Meteore". Anche in questo luogo è possibile osservare complessi monastici sorti su alti e angusti speroni di roccia, completamente isolati ed inaccessibili, se non con scale a corda o instabili ponticelli di legno. La maggior parte di siffatti monasteri in Macedonia è sorta tra il XIII ed il XIV secolo d.C. Il monastero di S. Salvatore della Placa, che presenta caratteristiche del tutto simili, se non identiche agli impianti macedoni, ma edificato alla fine dell'XI secolo, potrebbe rappresentare un prototipo esportato, successivamente, dalla Sicilia alla Grecia.
Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-56; De Ciocchis J. A., Sacrae Regiae Visitationes, Palermo 1836; Pirri R., Sicilia sacra disquisitionibus et notitiis illustrata, 2 voll., Palermo 1733; Rodotà P.P., Dell'origine, progresso e stato presente del rito greco in Italia osservato dai greci, monaci basiliani ed albanesi, Roma 1758.