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TAORMINA, CASTELLO SARACENO

a cura di Giuseppe Tropea

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Il castello visto dall'alto; in basso, rispettivamente: veduta del castello da Oriente, e il bastione murario sud-orientale.

 

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Taormina  Taormina


Epoca: imprecisabile.

Unità di paesaggio: Peloritani sud-orientali, collina a 397 m. s.l.m.

Visitabilità: attualmente vietata dal Comune di Taormina, per le precarie condizioni dell'opera.

     

Cenni storici.

Non serve soffermarsi sulla storia antica e sulle origini dell'insediamento di Taormina: esse, infatti, sono ampiamente note attraverso le trattazioni di studiosi moderni e contemporanei di grande fama e prestigio.

L'abitato, sorto sui fianchi della rocca del "Tauro", ebbe non indifferente fama anche sotto il dominio bizantino. Purtroppo le vestigia altomedievali vennero completamente spazzate via dalla conquista araba, avvenuta, dopo un lungo ed estenuante assedio, intorno al 902 d.C. è nota una rivolta alimentata dai cristiani di Taormina contro l'invasore arabo durante l'anno 962 d.C. Le conseguenze della fallita ribellione furono funeste: non si conosce, sebbene si possa facilmente immaginare, la sorte dei capi della rivolta; al contrario si conosce benissimo che le fortificazioni dell'abitato furono rase al suolo, nel 969 d.C., per ordine dell'emiro 'Ahmad.

Al 1079 risale l'assedio normanno, portato a compimento attraverso un'abile strategia condotta dal conte Ruggero. L'imprendibilità della rocca, infatti, fu una caratteristica mantenuta anche in epoca mussulmana. I normanni, al fine di evitare un lungo assedio, edificarono all'intorno dell'abitato 22 torri lignee. Lo scopo delle strutture provvisorie era quello di controllare e tagliare ogni possibile rifornimento e contatto con l'esterno. Questa strategia costrinse Taormina alla capitolazione pochi mesi dopo l'inizio dell'assedio.

Nel 1134 l'abitato è sottoposto al monastero di S. Salvatore della Placa. Del 1150 è la notizia di Edrisi riguardo alla presenza di una fortezza «difendevole» edificata sulla sommità di una rocca, sovrastante l'abitato; anche lo storico della dominazione normanna in Sicilia e Italia meridionale, il cosiddetto Ugo Falcando, distingue, infatti, l'abitato fortificato dalla fortezza, sorta su di una rupe sovrastante il paese. Durante il dominio di Federico II, il castello di Taormina è governato da un castellano. Risale al 1353 una fonte, la quale distingue il castello della "Mola" da quello di Taormina, definito «inferius». Al XV secolo si documentano restauri e modifiche alle mura della fortezza.

      

Descrizione unità topografica

Attualmente sulla sommità della rocca (m. 397 s.l.m.), che sovrasta il paese, sorge un imponente castello, che la tradizione vuole di origine e manifattura mussulmana e che, invece, presenta un'origine avvolta nelle nebbie del mistero. La struttura occupa una posizione preminente, controllando, in direzione sud, la valle dell'Alcantara e la costa ionica meridionale. In direzione nord la vista della sentinella spazia liberamente, ponendo sotto continuo controllo la costa ionica settentrionale almeno fino a capo Sant'Alessio. Ad oriente si stende maestoso per svariate miglia lo Ionio, ad occidente il riferimento visivo si stabilisce con la fortezza della "Mola" e monte "Veneretta".

Un angusto sentiero consente l'accesso alla fortificazione. Si giunge ad una porta, preceduta da un avancorpo scoperto e sorvegliato da camminamenti di ronda. I resti delle cortine murarie esterne si innalzano per più di quattro metri. Al contrario i resti murari interni, a causa di rovinosi crolli, consistono per un'altezza di non più di un metro. Sempre all'interno sembra possibile riconoscere resti murari di un precedente impianto.

Da cinque anni il Comune di Taormina vieta l'accesso al castello, che, pare, sia in attesa di restauro. In realtà, privo della minima manutenzione, rischia letteralmente di sgretolarsi giorno dopo giorno.

        

Bibliografia

Amari M., Biblioteca arabo-sicula, trad. it., 2 voll., Torino-Roma 1880-1881; testo arabo, II ed., a cura di U. Rizzitano, 2 voll., Palermo 1988; Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-1856; Argeri G., Storia di S. Pietro Patti attraverso gli avvenimenti più importanti della Sicilia, Palermo 1984; Bresc H., Un monde méditerranéen. Economie et société en Sicilie 1300-1450, 2 voll., Roma-Palermo 1986; Catalioto L., Terre, baroni e città in Sicilia nell'età di Carlo I d'Angiò, Messina 1995; D'Alessandro V., Politica e società nella Sicilia aragonese, Palermo 1963; Fazello T., Storia di Sicilia deche due, Palermo 1817, rist. anast. Catania 1985; Maurici F., Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992; Maurici F., Federico II e la Sicilia. I castelli dell'imperatore, Catania 1997; Mazzarella S. - R. Zanca, Il libro delle torri. Le torri costiere di Sicilia nei secoli XVI-XX, Palermo 1985; Peri I., Città e campagna in Sicilia, I, Dominazione normanna, «Atti dell'Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Palermo», s. IV, XIII, parte II, 2 voll., Palermo 1953-56; Pirri R., Sicilia sacra disquisitionibus et notitiis illustrata, 2 voll., Palermo 1733.

   
          

©Copyright 2003/2004 Archeoambiente e Giuseppe Tropea, testo e foto; pagina pubblicata nel sito http://www.ipaesaggi.it/castelli.htm, e qui ripresentata con il consenso dell'autore.

     


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