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VENETICO, CASTELLO BARONALE
a cura di Giuseppe Tropea
scheda cenni storici architettura e topografia bibliografia
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Sopra: veduta d'insieme del castello. Sotto: a sinistra, il castello e l'abitato di Roccavaldina; a destra, particolare della torre angolare occidentale. Sullo sfondo l'abitato di Roccavaldina.
Cronologia: prima metà del XV secolo.
Unità di paesaggio: Alta collina, centro abitato, costa tirrenica.
L'edificazione del castello risale al XV secolo, per opera della famiglia degli Spatafora, principi di Maletto, sebbene già nel 1296 Venetico risulti censito in qualità di casale, mentre nel 1408 venga considerato feudo. Nel 1750 l'abate Vito Amico menziona l'edificio fortificato alla stregua di palazzo baronale.
Descrizione unità topografica e architettonica
Il complesso fortificato sorge sulla sommità di un'alta collina, dalla quale si gode un'ottima visuale della costa tirrenica. Sembra, infatti, strano che in epoche precedenti al XV secolo non venisse edificato un ridotto fortificato che sfruttasse le alte potenzialità difensive di questi luoghi tanto suggestivi. Lungo le pendici del colle si abbarbicano i piccoli edifici che compongono la borgata di Venetico, in parte spopolata e, dunque, salva dall'abusivismo edilizio. Il forte presenta una pianta quadrangolare, con torri circolari agli angoli.
Si accede al castello per mezzo di una vistosa rampa di scale, che un tempo culminava in un ponte levatoio, adesso scomparso. I bastioni murari del perimetro difensivo si preservano nella loro quasi interezza. Si conserva anche parte del camminamento di ronda che girava intorno alla parte interna del perimetro murario. Alle saettiere per moschetti, larghe e a vistosi strombi, si alternano, in prossimità delle torri scarpate angolari, gli alloggiamenti per pezzi di artiglieria pesante.
L'interno del castello si prefigura come un palazzo fortificato. Si possono ancora distinguere, nonostante la diffusa devastazione operata dal tempo, alcuni ambienti dall'ampia estensione interna, edificati con la medesima tecnica muraria della bastionatura esterna. Meriterebbero essi un intervento di consolidamento, al fine di preservarne la meritata memoria ai posteri. In particolare a nord-ovest si preserva un blocco residenziale, probabilmente quello principale, dalla notevole estensione. Poco a meridione del blocco residenziale citato è forse distinguibile quanto rimane di un edificio sacro: una piccola chiesa o una cappella, parte integrante del complesso fortificato. Il castello mantiene un contatto visivo diretto con il castello di Saponara e il vicino abitato di Roccavaldina, a controllo delle vie di comunicazione verso e da Rometta.
Agnello G., L'architettura civile e religiosa in Sicilia in età sveva, Roma 1961; Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-56; Ganci Battaglia G., Vaccaro G., Aquile sulle rocce (castelli di Sicilia), Palermo 1968; Gregorio R., Biblioteca scriptorum qui res in Sicilia gestas sub Imperio Aragonum rettulere, voll. 2, Palermo 1791-92; San Martino de Spucches F., La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalle loro origini ai nostri giorni, 10 voll., Palermo 1924-1941; Terranova C., I Castelli Peloritani del versante tirrenico, Milazzo (ME), 1991.