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CASTELLAMMARE DEL GOLFO, CASTELLO
a cura di Giuseppe Tropea; foto di Fabio Grasso
scheda cenni storici descrizione unità topografica bibliografia video
Panoramica dell'abitato a ridosso del castello. In basso, veduta d'insieme del castello: a sinistra il basso torrione circolare.
Epoca: possibile primo impianto risalente all'XI secolo d.C.; al XVI secolo risalgono i rifacimenti maggiori; agli inizi del XIX secolo la probabile edificazione del ponte in muratura.
Unità di paesaggio: centro abitato, porto di Castellammare del Golfo.
Edrisi, nel 1150 d.C., cita Castellammare del Golfo come hisn, fortezza, inoltre conosciuta con il nome di al madarig, "le scale". L'autore ricorda che il castello risulta edificato «intorno ad un fosso intagliato nella montagna» e che «si entra nella fortezza per un ponte di legno che si leva e si rimette come si vuole» (Amari, p. 81). L'edificio fortificato rientra nel censimento dei castelli siciliani operato dagli Angioini nel 1273 in qualità di castello demaniale («castrum ad mare de gulfo»). Nel 1314 Roberto d'Angiò conquista Castellammare, la cui guarnigione si arrende pare senza opporre resistenza.
Il possesso dell'abitato dura solo due anni, nel 1316 Bernardo da Sarrià riconquista la fortezza con trecento uomini inviati da Palermo. Nel 1337 Castellammare del Golfo, Calatubo e Borghetto vengono concessi in feudo a Raimondo Peralta. Nel 1356 Michele da Piazza ricorda Castellammare in qualità di castrum. Nel 1537, nell'ambito del progetto di fortificazione delle coste siciliane, anche la suddetta fortezza è oggetto di ampliamenti, con l'edificazione di un "baluardus seu turrigluni di l'artiglaria". Nel 1554 Castellammare, insieme al castello e alla tonnare, passa in feudo a Pietro de Luna. Fazello, nel 1558, ricorda il paese come piccolo abitato fortificato.
L'edificio fortificato in origine venne edificato su di uno sperone di roccia a ridosso del mare e collegato alla terraferma per mezzo di un ponte levatoio ligneo, il quale in epoca imprecisata si riedificò in muratura e strasformato in permanente. Il ponte esiste ancora ai giorni nostri e scavalca il fossato ricavato dal taglio della roccia. Il corpo di fabbrica possiede una base scarpata, esistente già nel 1578, secondo quanto è possibile osservare dall'acquerello dello Spannocchi. Dal medesimo disegno si osserva anche il muro di cinta dell'abitato posto a ridosso del castello.
La possente bastionatura della fortezza risulta ulteriormente rinforzata da un torrione circolare posto a settentrione, forse edificato durante la ristrutturazione del 1537 (…«seu turrigluni»…). Invece gli ambienti abitativi si dislocano nella porzione meridionale del castello e si caratterizzano, all'esterno, per la presenza di grandi balconi con mensole, certamente frutto di successivi rifacimenti, giacché essi sono inesistenti nell'acquerello dello Spannocchi.
M. Amari, Biblioteca Arabo-Sicula, I, p. 81; Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, 2 voll., Palermo 1855-56, vol. I, pp. 257-259; Barberi G. L., I Capibrevi, a c. di G. Silvestri, 3voll., Palermo 1879-1888, pp. 367-368; Bozzo S., Notizie storiche del sec. XIV, Palermo 1882, pp. 404-406; Drago Beltrandi A., Castelli di Sicilia, Milano 1956, pp. 168-169; Fazello T., De rebus siculis, Catania 1749, I, IX, I, p. 612; Ganci Battaglia G., Vaccaro, Aquile sulle rocce (castelli di Sicilia), Palermo 1968, 464-465; Maurici F., Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992, p. 278; Peri I., Città e campagna in Sicilia, I, Dominazione normanna, «Atti dell'Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Palermo», s. IV, XIII, parte II, 2 voll., Palermo 1953-56, pp. 182-183; Rocca P. M., Notizie storiche su Castellammare del Golfo estratte dall'archivio dei notai defunti alcamesi, in «Archivio Storico Siciliano», n.s., X, 1885, p. 314; Scarlata M., L'opera di Camillo Camilliani, Roma 1993, pp. 211, 214, 380, 383; San Martino de Spucches F., La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalle loro origini ai giorni nostri, vol. II, p. 36, vol. III pp. 363-369; Spannocchi T., Marine del regno di Sicilia, Catania 1993.