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BOLZANO, castel FIRMIANO

a cura di Marta Tinor

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In alto, veduta esterna di Castel Firmiano. In basso, la Torre bianca.

In basso, a sinistra: entrata al castello; sopra il portale si nota lo stemma dei Sigmund. A destra: particolare della cinta muraria.

 

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Epoca: la rocca originaria risale al 945.

Posizione geografica: si trova in periferia sudoccidentale di Bolzano, presso il paese di Frangart, sulla destra dell’Adige a 339 m s.l.m.

Stato di conservazione: ora è ottimo. Dopo anni di oblio è stato acquistato dal Reinhold Messner che l'ha trasformato nel MMM (Messner Mountain Museum) a Firmiano.

Come arrivare: all’autostrada A22 Brennero si esce a Bolzano sud e si prende la superstrada MEBO in direzione di Merano. Si esce di nuovo ad Appiano e al primo incrocio svoltare a sinistra per Frangarto. Comunque i cartelli che indicano percorso sono molto chiari.

Come visitarlo: il castello è aperto dalla prima domenica di marzo all’ultima domenica di novembre e osserva l'orario 10 – 18. Lunedì chiuso. Al suo interno ci sono un punto di ristoro e un altro per far shopping.

        

Cenni storici.

Come accennato, la rocca originaria risale al 945 ed era conosciuta col nome di Firmian, o Formigar. Apparteneva ai principi-vescovi di Trento che l'usavano come residenza o punto d’incontro.

Nel XIII i proprietari risultano essere i Firmianer. Nel 1370 la parte bassa dell’area passò agli Asburgo.

Nel 1474 il duca Sigmund acquistò l’intero complesso trasformandolo in una possente fortificazione, ribattezzata appunto “Sismundskron”. Infatti sul portale Ovest del castello si può ammirare ancora lo stemma dell’arciduca Sigmund.

Successivamente il castello rimase disabitato e iniziò il suo declino. Passò prima ai von Brandis, poi ancora a Leonhard von Vols, ai conti Wolkenstain, quindi ad Anna Menz, ai conti Toggenburg e infine alla Regione Autonoma di Bolzano, che l'ha ceduto a Messner.

È bene ricordare che la struttura nel 1957 fu testimone della protesta di 30.000 altoatesini capeggiati da Silvius Magnago, i quali ribadivano la necessità che gli accordi di Parigi sull'autonomia della zona da Trento fossero rispettati (per l'occasione fu coniato il motto “Los von Trient”).

     

    

©2009 Marta Tinor. La prima immagine è tratta dal sito it.wikipedia.org. Il video non è stato realizzato dall'autore della scheda.

      


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