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ALBERONA, PALAZZO E TORRE DEL GRAN PRIORE

redazionale

scheda    cenni storici


 

La torre del Gran Priore.

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Alberona  Alberona


Epoca: XII secolo.

Conservazione: ruderi del palazzo; ne rimane solo la torre.

Come arrivarci: con l'autostrada, uscita Foggia, quindi con la strada statale 17 Foggia-Campobasso (uscita San Severo, con la strada statale 160): a Lucera prendere la provinciale 130 verso Alberona - Roseto Valfortore.

  

Cenni storici.

Dalla rubrica Medioevo templare, a cura di Vito Ricci: «Ad Alberona i Templari possedevano la chiesa di Santa Maria di Bulgano, o Vulgano, che fu loro donata da Corrado, conte del Molise. La chiesa nella prima metà del XIII secolo fu espropriata di una domus e di una terra il cui reddito annuo era di otto salme di grano. La situazione cambiò decisamente con l’avvento degli Angioini e verso la fine del XIII sembra che l’intera Alberona fu infeudata all’Ordine Cavalleresco. Abbiamo notizia di parecchi interventi di Carlo II d’Angiò a favore dei Templari di Alberona. L’8 settembre 1296 il sovrano angioino ordinava ad Adblassis de Luceria Sarracenorum (probabilmente un saraceno, stando al nome) di restituire ai Templari di Alberona i porci e il pollame che aveva loro sottratto illecitamente. Con una lettera del 14 maggio 1297 indirizzata al giustiziere di Capitanata, Carlo II d'Angiò ordinava che il Magister ed i frati templari della domus di Barletta non fossero molestati per il servizio militare nei feudi di Bersentino, Alberona e Lama. Il 19 luglio 1297 Carlo II d'Angiò scriveva a Baldovino Tristaino, Capitano di Lucera, affinché il Magister e i frati templari di Barletta, possedendo il casale di Alberona, potessero continuare a far pascere i loro armenti nel tenimento di Tora. Un intervento analogo del re, sempre presso il Capitano di Lucera, ebbe luogo nel luglio dell’anno successivo per il riconoscimento di un diritto di pastura.

I Templari restarono in questo paese sino al 1307. Con l’abolizione dell’Ordine Carlo II d’Angiò la assegnò agli Ospitalieri e a questi ultimi, divenuti nel frattempo Cavalieri di Malta, restò sino al 1809. 

Da una lettera datata  25 gennaio 1313 scritta da  Roberto d'Angiò, per parte dei cavalieri dell'Ospedale di San Giovanni, a Bartolomeo di Capua e Giovanni Pipino di Barletta, sappiamo che la precettoria di Alberona, posseduta dai Templari sino alla data della loro prigionia, comprendeva anche il casale di Serritella, del quale si era impadronito arbitrariamente Bartolomeo Siginolfo, feudatario di Pietra Montecorvino, in occasione dell'arresto dei Templari».

Il Palazzo del Gran Priore, attribuito ai Cavalieri Templari, in seguito sarà sede dei Cavalieri di Malta. Ne rimangono oggi solo la torre e parte dei sotterranei.

  

  

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