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CASTELMOLA, RESTI DEL CASTELLO
a cura di Giuseppe Tropea
scheda cenni storici descrizione unità topografica bibliografia video
In alto: panoramica dell'abitato di Castelmola, in una rara ripresa da Monte Veneretta. In secondo piano sulla destra si può osservare il piccolo insediamento di Castelmola sovrastato dalla rupe alberata, ospitante i ruderi della fortezza. In secondo piano si possono osservare gli imponenti resti del castello di Taormina. In basso: la grande rupe del castello, e i resti del castello, forse parte del mastio.
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Unità di paesaggio: centro urbano, via Salita Castello. Peloritani meridionali.
Castelmola è uno dei rari casi in Sicilia, in cui un'iscrizione bizantina testimonia l'edificazione di un ridotto fortificato. Il patrizio o "stratega" Costantino edifica o restaura (IX-X sec. d.C.) un castron adibito alla difesa dell'abitato. Attualmente l'iscrizione è visibile preso la parete meridionale del duomo di Castelmola. Le fonti arabe parlano dell'espugnazione di Taormina nel 902 d.C. Ibn al-Athir parla di castello nuovo di Taormina, che potrebbe identificarsi con quanto ancora esiste presso Castelmola. Notizie certe sulla fortezza risalgono ai secoli XIII e XIV. Il castello della "Mola" è menzionato negli statuti angioni relativi alle fortificazioni di Sicilia. Alla dominazione aragonese risalirebbe, invece, l'edificazione di una cinta muraria, ad ulteriore protezione del preesistente castello. Nel XVI secolo Fazello ricorda la fortezza di Castelmola quale prigione per malviventi.
I resti della fortezza poggiano su di uno sperone di roccia oblungo (orientato nord-ovest/sud-est) che sovrasta il piccolo abitato medievale e dal quale si gode una fra le visuali più suggestive di Sicilia (quota 530 m. s.l.m.). Si è sempre ritenuto che Castelmola abbia rappresentato una sorta di seconda acropoli per l'abitato di Taormina e, probabilmente, tale funzione avrà svolto durante i due assedi musulmani, che ebbe a patire la stessa Taormina nel 902 e nel 962 d.C. Oltre la menzionata iscrizione di sicura epoca bizantina, i resti del castello della Mola non restituiscono evidenze alto medievali. Dell'originario complesso oggi si intravedono solo tracce di una cinta muraria turrita, accessibile dal lato meridionale, e il varco di una finestra, presso il lato ovest.
Desta particolare interesse la porzione sud dello sperone di roccia, che ospita la fortezza: essa è, infatti, il punto più elevato dell'altura, ospitante i resti di un mastio a pianta quadrangolare. La tecnica muraria è usuale: pietrame di varia dimensione legato insieme da malta e inzeppato con laterizi; i cantonali, là dove ancora resistono alle nebbie del tempo, presentano blocchi lapidei mediamente sbozzati. Si è indugiato con poche indagini sui resti della fortezza di Castelmola: probabilmente quanto rimane del castello, richiama un edificio fortificato databile tra il XII e il XIII secolo d.C. Difficilmente la tecnica muraria superstite si può ascrivere ad epoca bizantina, tenendo conto del fatto che probabilmente qualsiasi struttura fortificata altomedievale, occupante il medesimo luogo, avrà subito pesanti devastazioni per opera dei musulmani e, dunque, oggetto di totali e presunte ricostruzioni per mano degli stessi conquistatori arabi e, di seguito, normanni. Il sospetto, però, che al di sotto dei resti dell'attuale mastio quadrangolare possano celarsi tracce di precedenti fortificazioni bizantine è grande, complice di tale supposizione anche la menzionata iscrizione.
Amari M., Storia dei musulmani di Sicilia, 2° ed., a cura di C. A. Nallino, 3 voll., Catania 1933- 39, p. 163; Amico V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo 1855-56; Maurici F., Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992; San Martino de Spucches F., La storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalle loro origini ai nostri giorni, 10 voll., Palermo 1924-1941; Terranova C., I Castelli Peloritani del versante tirrenico, Milazzo (ME) 1991.