Sei in: Mondi medievali ® Medioevo eccentrico


PIERFRANCESCO NESTOLa

   

  clicca sulle immagini in basso per ingrandirle

Castello nel deserto  Poveraccio  Trabucchi s.r.l.

  

Assatanati  Assatanati  Faccia da caprone  Balestriere bastardo

    

    

     

L’annosa questione: quando iniziò il Medioevo? I terminus a quo non ci saranno in questo caso di nessun aiuto, così come anche il buon Pirenne non sembra avere diritto, nel videogioco, di cittadinanza. Seguendo la periodizzazione anglosassone, infatti, Medieval: Total War inizia con il basso, prosegue con l’alto e finisce col tardo Medioevo. Ma, saltando a piè pari i cinquecento anni forse più bellicosi di tutta l’epoca in questione, fa iniziare l’età di mezzo dal… 1087. Giusto il tempo per prepararsi alla Crociata. Poi dice…

Anno Domini 1087: la didascalia ci regala tinte fosche a bizzeffe. Un’era in cui la barbarie sfrenata di capi militari avidi e violenti viene contrassegnata da un «concetto di fede assoluta». Abbastanza insolito. Andiamo avanti: chi sono questi pii e sanguinari di cui si parla nel suddetto ossimoro?

Almohadi, Egiziani, Turchi, Bizantini, Siciliani, Spagnoli, Italiani, Tedeschi, Francesi, Inglesi, Polacchi, Ungheresi, Danesi, la «Gente di Novgorod» (?) e l’immancabile, ieratico Papato.

I nomi di sovrani, condottieri, funzionari e papi è meglio dimenticarli subito: per la Sicilia un certo re Adam I e prole (per cui cfr. infra); per i Tedeschi, oltre a nomi imperiali troppo facili (Friederik in primo luogo), abbiamo condottieri di nome «messer Guiskard»: unico “calcio d’angolo possibile” è il saggio di Bünemann - in tedesco - su Roberto il Guiscardo, del quale gli autori dei testi avran letto solo la copertina; per gli Italiani (con buona pace del Petrarca) vari dogi che regnano sovrani, da principio, sugli attuali Veneto, Toscana, Liguria, Sardegna, Corsica, Lombardia e Piemonte. E fermiamoci qui.

Si inizia con l’essenziale: qualche armata contadina, l’armata del sovrano, solitamente composta dalle più svariate tipologie di cavalleria (che vedremo tra poco), pochi “miliziani”, un paio di arcieri, e poi principesse, vescovi ed emissari che vanno, nel menu in basso a sinistra, sotto il nome di «sotterfugi». Per i più fortunati, qualche unità navale.

Intendiamoci: il gioco non è fatto male, sebbene la parte strategica possa risultare un po’ noiosa. In effetti, il sistema di sviluppo delle fortificazioni, delle attività produttive (la maggior parte delle quali legate comunque all’attività bellica, ma il gioco d’altronde è volto a quello), addirittura delle chiese e delle cattedrali, delle università e delle cancellerie, segue una logica abbastanza omogenea e fluida. Le battaglie, se combattute “di persona”, si svolgono in uno scenario in 3D molto accattivante, con tanto di condizioni atmosferiche ed ambientali che vanno realmente ad incidere sulle sorti dello scontro. Le musiche, per quanto un po’ “orffiane”, rendono bene lo spirito del gioco e soprattutto i suoni sono molto realistici: nitriti di cavalli, verso (come si chiama? In inglese groan) dei cammelli, sibilo delle frecce e clangor dell’armi. Un po’ di cattivo gusto lo stridio delle lame sul collo dei prigionieri sgozzati (c’è solo il suono, non la scena, ma è schifoso lo stesso), con tanto di rumore del sangue che cola giù. Decisamente pessimi i comandi alle truppe: in un latino (o greco) americanizzato che fa venir voglia di sentirli in inglese, anche se a parlare è un generale bizantino.

Tutto ciò non vale per le musiche e i suoni “arabi”: decisamente più belle le prime e soprattutto i comandi sono impartiti in arabo. Bellissimi i disegni, in tutti i casi. Specie quelli dei crediti finali. Complimenti ai disegnatori.

Obiettivo del gioco: conquistare, nel giro di quattro secoli, l’intera Europa, il Vicino Oriente, l’Africa settentrionale, l’Asia Minore ed i territori ad est dell’Elba fino al Khazar.

Il giocatore inizia tra i salamelecchi più disparati dei vari sovrani che gli offrono alleanze a tutto spiano, così… per dare il benvenuto, fino a quando… uno di questi ti attacca senza preavviso!

Intanto l’ignaro giocatore, alle prime armi, seppur al livello facile, si arrabatta per quel che può ad addestrare poveri contadini armati di forcone che, alle prese con balestrieri a cavallo e “sergenti della milizia”, non possono fare altro che scappare via dalla mischia in una rotta disastrosa.

Il bello è che, se al momento dell’attacco (o della difesa) si sceglie l’opzione «risolvi automaticamente la battaglia», oltre a perdersi l’unica parte divertente del gioco (cioè la battaglia in 3D), ci si ritrova il più delle volte con un messaggio su pergamena che reca l’effigie di poveri corpi straziati e trafitti dalle frecce che giacciono sul campo insanguinato. Sconfitta!

Intanto il giocatore (che ha scelto, come me, i Bizantini) si innervosisce, diventa razzista: come si sono permessi ‘sti porci di Italiani ad invadermi il Mezzogiorno (contrassegnato - siamo nel XII secolo - con «Napoli»), che io stavo sviluppando, aumentando del 40% la resa agricola, costruendo il porto e il castello, e le strutture per addestrare la guardia cittadina, e l’allevatore per gli arcieri a cavallo che, poco a poco, mi sarebbero diventati dei bei catafratti lucenti!!!

Sviluppo le strutture per addestrare millanta Varangi con le asce bipenni, ma posso farlo solo a Costantinopoli, dove ho quasi tutto il necessario. Mi servono navi per trasportarli: ci pensa Cipro. E Varangi, catafratti, arcieri a cavallo, arcieri di Trebisonda (quella di don Chisciotte?!?!) che fungono pure da fanteria leggera. Ci vuole tempo, troppo tempo. Cerco alleanze: il papa non vuole saperne, il francese manco. Il tedesco! Addirittura mi sposa la figlia! Ho l’erede assicurato (perché c’è pure questo rischio: se il re muore senza eredi, la partita è finita. E il tracollo è celebrato con tanto di musiche simil-carmina burana)!

Addestro tutte le truppe più temibili: fanti bizantini con la sciabola (eh…), cavalieri bizantini, lancieri a scudo tondo, etc. etc. etc.

Riesco a riconquistare il Mezzogiorno, solo che, nella foga, non mi sono accorto che gli Italiani sono stati nel frattempo sostituiti dal Papato. Che invita tutte le “nazioni” cattoliche ad indire una crociata contro di me.

Intanto i Turchi mi attaccano da est.

Non so come, ma sono quasi riuscito a ricreare la storia. Quia de Deo scire non possumus

Intanto ho potenziato le strutture castellari di tutti i miei territori, che hanno le proprie truppe speciali: cavalieri pesanti armeni; cavalieri delle steppe (pesanti e leggeri); i mai troppo citati arcieri di Trebisonda; cavalieri mercenari alani, che però io addestro, nonostante per assoldare truppe prezzolate ci siano le apposite locande, dalle quali attingo a piene mani contingenti di fanti italiani (nel XII secolo. La loro didascalia dice che, «avendo passato anni a contrastare armate normanne», sono truppe eccellenti…); fanti arabi; faris (cioè cavalieri arabi); fanti muwahid (?); murabitūn (che il gioco chiama fanti murabattin)… oddiomio… qui la confusione è davvero tremenda. Intanto si è fatto il 1230 (oltre che le dieci e mezza) e i Mongoli premono da est. Sono finito. Riavvio il gioco, ma prima di iniziare una nuova campagna (stavolta gliela faccio vedere io al papa! Oh, se gliela faccio vedere!) faccio un po’ il punto della situazione. In un’ora e mezza, oltre a diventare razzista e fumatore incallito, nonché a stupirmi di me stesso perché sono pervaso da un furor tremendo quando inseguo le fanterie nemiche in rotta con la cavalleria pesante, ho imparato molte cose. Dal punto di vista storico-politico:

a)   Il Medioevo inizia nel 1087.

b)   Chi ha detto che gli Italiani bisognava ancora farli nel 1861?!?! E chi mi ha invaso il Mezzogiorno nel 1102, allora?!?!

c)    Il primo re di Sicilia, nel 1087, si chiamava Adam I, poi viene Aòdh, poi Arcill e poooooooooooi “Roger” e “William” (pooooooooooooooi…). E guai a chi mi contraddice: sarà da me confutato…

d)   Il doge non era solo veneziano: regnava anche a Milano, sin dal secolo XI.

E tante altre cose.

Dal punto di vista militare:

e)   I cavalieri feudali sono meno forti di quelli reali.

f)     I fanti bizantini usavano la sciabola.

g)    Gli Almohadi avevano i cammellieri con arco e frecce; gli Egiziani solo con la lancia.

h)    Gli arcieri di Trebisonda fungono da ottime truppe di fanteria leggera. Quelli normali, in mischia, sono scarsi assai…

i)      Non è vero che i murabitūn stavano nei ribāt: io li addestro nel castello, e non costano neanche tanto…

j)      I cavalieri “corasmi” sono più assennati di quelli occidentali.

k)    L’arbalete è un particolare tipo di balestra pesante.

l)       Assassini, Hashishyyun e Nizari son tre cose diverse.

m)    I cavalieri sono scarsi nei boschi.

n)      Nel XIII secolo esistevano già pistoleri, archibugieri, bombarde e quant’altro. Mancava solo Joanni dalle Bande nere.

Poi mi accorgo: per la barba di Bafometto! Mi son perso il filmato iniziale!

Un castello nel deserto… lamento-musica arabeggiante… chissà cosa dovrebbe evocare… uno scorpione! Zacchete! Un cavaliere dagli occhi azzurri, interamente ricoperto di ferro, ha appena trafitto lo scorpione e ci ha pure girato la spada dentro! La musichetta si fa più incalzante, mentre il cavaliere, girando la testa, ci mostra il suo bel nasone e un volto da caprone (chissà se era sua maestà).

Tamburi a battaglia! Orde di assatanati (obbligatoriamente armati di spade e scudi) si gettano in mischia, mentre trabucchi e mangani lanciano pietre e proiettili di varia foggia. Sono mazzate da orbi e, da una torre mobile, un balestriere prende la mira e trafigge uno dei tanti indiavolati.

Intanto, la voce del narratore:

«Questa è un’epoca oscura. Un mondo di… PAURA…  di POTERE… e di MORTE … POCHI forgiano il proprio DESTINO!».

Spengo il computer, tocco ferro (potrebbe portare sfiga) e vado a letto.

Stamattina mi sveglio soddisfatto: ho sognato che cercavo di spiegare a Roberto il Guiscardo, catapultato tramite un varco spazio-temporale nel nostro secolo, perché la mattina, se non prendo il caffé, non riesco a svegliarmi del tutto.

Chi vuol esser lieto sia… nel videogame non v’è certezza.

               

   

   

      

©2006 Pierfrancesco Nestola

   


  su Eccentrico Home