a cura di Laura Cannalire
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Immagini della chiesa di Santa Maria e San Claudio di Frassinoro (Appennino modenese di Ponente).
Particolari.
Secondo la tradizione il nome Frassinoro
deriva da un'immagine della Vergine che viene di solito rappresentata
appesa ad un frassino mentre irradia, con i suoi raggi d'oro, i
valichi dell'Appennino. E lì dove sorgeva il frassino, nell'VIII
secolo, viene costruita una cappella con un piccolo ospizio annesso
per il ristoro dei viandanti: il ritrovamento di alcuni frammenti
sembrano confermare l'età alto-medievale. La cappella sorgeva lungo
l'antica via Bibulca che attraversava il Passo di San Pellegrino per
poi arrivare a Lucca, meta di pellegrinaggi per l'adorazione del
"Volto Santo". I documenti ci spiegano che nell'agosto 1071
Beatrice di Lorena e la figlia Matilde di Canossa fondano proprio a
Frassinoro un monastero benedettino dedicato a Santa Maria e a Tutti i
Santi. In seguito nel 1072 Beatrice dona al convento le reliquie di
San Claudio martire e quindi la chiesa viene intitolata a Santa Maria
e San Claudio. Ai monaci erano concessi diversi privilegi: infatti godevano di poteri temporali ed erano liberi da ogni giurisdizione civile e religiosa. Ciò rientrava nella politica della Riforma gregoriana della Chiesa, sostenuta dai Canossa, che intendevano così far concentrare i frati sulla vita monastica prendendo a modello i principi e lo stile di vita del monastero benedettino di Cluny. Quindi, l'abbazia godeva sia di prestigio e di floridezza, grazie ai pellegrinaggi, sia di autonomia religiosa e politica, ma nello stesso tempo era al centro di dissidi con il Vescovo e il Comune di Modena. I monaci infatti, per prevenire spoliazioni, circondarono l'abbazia con
torri, rocche e castelli; ma ciò non fu sufficiente durante l'attacco
del 1173, quando l'abbazia venne conquistata. Dopo la guerra del 1210 il
monastero viene abbandonato, perde la sua autonomia e infine dal 1261
l'abate rinuncia ad ogni potere temporale. Dal XV secolo inizia la decadenza per l'abbazia: i monaci incominciano ad
abbandonarla e vi rimane solo l'abate. La morte dell'ultimo abate, avvenuta nel 1473, segna un nuovo periodo per l'abbazia che da allora
viene assegnata ad abati che non vi risiedono. Infine nel 1585
l'abbazia viene soppressa dal papa Sisto V, che assegna i beni e le
rendite al Collegio dei Maroniti
di Roma, e solamente grazie al duca Francesco III, nel 1771, l'abbazia viene assegnata alla Congregazione di Carità di Modena. L'attuale chiesa intitolata a Santa Maria e San Claudio venne eretta nel XV secolo, dopo che l'abbazia voluta da Beatrice e dalla figlia Matilde andò in rovina per l'incuria. Dell'antica abbazia, purtroppo, restano solo pochi pezzi di cui alcuni sono conservati nello spazio museale allestito all'interno della chiesa, mentre altri sono stati riutilizzati nella costruzione della chiesa. La chiesa di Frassinoro si distingue dalle altre chiese modenesi per l'impiego di marmi pregiati, come il marmo di Carrara, del marmo "Rosso di Verona" probabilmente estratto dal vicino Passo delle Radici, e di marmi provenienti dalla Modena romana e da Luni (un'antica città toscana), utilizzati sia nelle parti strutturali che nelle decorazioni. Anche gli antichi capitelli sono stati riutilizzati: alcuni sono stati
uniti per formare acquasantiere, altri si trovano negli archi delle
cappelle, nelle trabeazioni degli altari, oppure decorano le bifore
del campanile e della canonica, o ancora sono conservati nello spazio museale. Le sculture dei
capitelli in stile classico con
rilievi vegetali e la vivacità delle espressioni delle figure animali
fanno pensare a rapporti diretti con l'arte toscana (come, ad esempio,
il cantiere del Duomo di Pisa) o con la scultura lombarda. Inoltre degno di attenzione è un
rilievo scolpito su una lastra triangolare, probabilmente dell'XI secolo, che raffigura un personaggio al centro di due griffoni. Forse
è una rappresentazione della vittoria di Cristo sul peccato
(raffigurato dai griffoni) o una rappresentazione del "Volto
Santo" di Lucca. Mentre tra i suppellettili particolare è un colombina eucaristica (dell'XI - fine XII secolo, forse di maestranze di Limoges), in rame probabilmente all'origine
dorato, rifinita a cesello con il corpo decorato con gemme e smalti.
La colombina, nel Medioevo, era posata su un piatto e veniva sospesa con delle catenelle
sull'altare. Il piatto e gli altri suppellettili dell' abbazia di
Frassinoro oggi sono conservati nel Museo Civico di Modena.
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©2006 Laura Cannalire, testo e immagini. Vietata la riproduzione non autorizzata.