a cura di Laura Cannalire
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           L'abbazia
          di Nonantola fu fondata dal longobardo Anselmo, cognato del re
          Astolfo, nel VIII secolo. L'antico monastero benedettino è sormontato
          da un portale attribuito alle maestranze di Wiligelmo e alla sua
          scuola. Vicino al portale si trova una lapide che informa su un
          terremoto avvenuto nel 1117 che danneggiò l'abbazia e della sua
          ricostruzione iniziata nel 1121, ma l'iscrizione non specifica
          se si trattò di una ricostruzione
          totale o parziale. Dal
          portale gotico si accede al cortile che circonda il fianco destro e la
          zona absidale della chiesa. Il fianco è percorso da un doppio
          loggiato quattrocentesco mentre la zona absidale conserva il carattere
          romanico con le arcature cieche suddivise in archetti. Nell'interno,
          l'abbazia custodisce ambienti d'epoca romanica come una sala al
          pianterreno sormontata da volte divisa al centro con una colonna, e il
          refettorio dove nel 1983 è stato scoperto un affresco del XII secolo. Con
          l'arrivo a Nonantola delle spoglie di papa san Silvestro e di papa
          Adriano III, l'abbazia aumenta d'importanza sotto il profilo religioso
          richiamando numerosi pellegrini, tanto che intorno all'anno Mille
          l'abbazia accoglie oltre 1000 monaci. Inoltre l'abbazia rappresenta
          anche un vivissimo centro culturale poiché nel monastero era presente
          un'intensa attività di produzione e trascrizione di codici miniati. Negli
          spazi dell'ex complesso abbaziale e dell'antico refettorio dal 1999 è
          stato adibito il Museo benedettino nonantolano e diocesano d'Arte
          sacra in cui sono custodite le testimonianze del monastero come
          pergamene di Carlo Magno, Ottone I, Federico Barbarossa, o l'Evangeliario,
          miniato e decorato con argento sbalzato, detto di Matilde di Canossa
          del XIII secolo. Il museo conserva le opere delle chiese del
          territorio per valorizzare i beni artistici locali. Nel museo sono
          conservati anche gli arredi sacri dell'abbazia: stauroteca della croce
          doppia in argento (opera bizantina risalente all'XI secolo), il
          reliquiario a cassetta, in argento, dei santi
          Senesio e Teopompo del XII secolo, una cassettina-reliquiario di sant'Anseride
          con decorato in avorio di probabile arte orientale o siciliana dell'XI-XII
          secolo, un reliquiario gotico, in argento, del braccio di san
          Silvestro di Giuliano da Bologna, il Liber gradualis rilegato
          in legno e avorio del XIII secolo, una croce astile del XV secolo e
          diversi paramenti liturgici del XVII e XVIII secolo. Invece nella sala
          superiore è custodita una tela di Ludovico Carracci, "S. Carlo
          tra gli appestati", del 1612.  Al primo piano si trova l'archivio in cui si conservano i documenti relativi alla vita dell'abbazia dal VIII al XIV secolo, come pergamene, bolle e codici. Il patrimonio dell'archivio abbaziale nel 2004 si è arricchito di un prezioso tessuto, in seta, attribuito a manifatture imperiali della corte di Costantinopoli, databile tra il VIII e IX secolo, reperto che è testimone dei rapporti degli abati con l'Impero d'Oriente. 
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©2005 Laura Cannalire. Vietata la riproduzione non autorizzata.