a cura di Giuseppina Deligia
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San Martino di Oristano. In alto la facciata; in basso il fianco destro.
La nostra chiesa è ubicata nell’immediata periferia del centro
storico di Oristano, in un sito corrispondente ad una necropoli di età
romana. L’ecclesia de Santu Martini, de
sos Apedixios dessa citade de Oristanis è documentata a partire
dal 1228 come possesso di monaci benedettini, dei quali però non si
conosce l’ordine preciso. Non ci sono pervenute significative tracce strutturali della chiesa e
dell’annesso monastero, risalente a questo periodo, e mancano anche
notizie documentarie sulla fabbrica gotica, ascrivibile alla metà del
XIV secolo. L’edificio ha subito numerose ristrutturazioni, fra cui
un’intonacatura in età moderna, che, assieme all’abbandono
seguito alla chiusura per i restauri tuttora in corso, ne pregiudica
la leggibilità. L’impianto originario era ad aula mononavata con copertura lignea ed
abside quadrangolare voltata a crociera, ossia di tipologia canonica
delle chiese edificate nel giudicato d’Arborea in contemporanea con
la ristrutturazione gotica della cattedrale di S.
Maria. Facciata e fianchi si presentano con l’aspetto neogotico assunto
durante il secolo scorso. I tratti di paramento murario in vista sono in conci di arenaria di
media pezzatura. Nella testata absidale si apre una larga finestra con centina ogivale
sopraccigliata e bifora assai risarcita, anche se sono ancora
originari gli sguanci, le colonnine ed i capitelli. Anzi, proprio l’armato di questi ultimi mostra l’involversi ed il
trasformarsi in motivi geometrici romboidali, di sapore nettamente
popolaresco, del fogliame consueto ai modelli (Delogu 1953, p. 226).
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©2007 Giuseppina Deligia, testo e immagini. Vietata la riproduzione non autorizzata.