a cura di Giuseppina Deligia
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Le immagini: pag. 1 la scheda testi da consultare
San Michele di Plaiano, facciata e retro.
La chiesa sorge al di fuori dell’abitato di Sassari, lungo la strada
per Platamona, in un piano fertilissimo «…
irrigato da acque fresche, provenienti da una sorgente o meglio da un
deposito che era nell’ambito del Monastero» (Scano, 1907, pag.
219). La fabbrica, o almeno quello che oggi si riesce a vedere, è in conci di
calcare bianco. La facciata è divisa da una modanatura a sguscio in due sezioni; quella
inferiore è movimentata da tre arcate (sempre a sguscio) sorrette dai
capitelli delle lesene e delle paraste angolari. All’interno dell’arcata centrale si apre il portale con stipiti e
architrave monolitico in calcare bianco e arco leggermente rialzato. Entro le tre lunette si notano dei conci con decorazioni geometriche in
origine intarsiate. Il frontone è decorato da una serie di cinque arcatelle sorrette dai
capitelli, con foglie d’acanto delle semicolonne; nella specchiatura
centrale si apre una bifora di rifacimento (come le semicolonne). L’arco esterno che incornicia detta bifora è sorretto da due mensole
a sguscio. Anche qui all’interno delle altre arcate sono inseriti dei conci con
decorazioni geometriche. Il lato nord è l’unico rimasto ancora libero ed è diviso in quattro
campi da lesene su cui poggiano alcuni degli archetti (in totale
ventiquattro) a tutto sesto della teoria che corre sotto il terminale
del tetto. Nel primo campo a destra si apre una monofora con centina monolitica
archiacuta che trova riscontro nel S. Nicola di Silanus (1122) (Serra,
1984, pag. 392), mentre nel secondo e terzo campo si aprono, non
centrate, delle monofore a più risalti gradonati. La zona absidale e il lato sinistro sono celati da altri due ambienti di
epoca successiva e molto mal ridotti. Va al Delogu (1953, pag. 74) il merito di avere individuato nella
fabbrica due diversi momenti costruttivi; il primo risalente ad anni
immediatamente successivi al 1082 e il secondo da datare entro un arco
di tempo tra il secondo e il terzo decennio del XII secolo. Egli considera come elemento di continuità fra queste due fasi la
teoria delle archeggiature che sarebbe stata ripresa dai nuovi
costruttori per evidenti ragioni di simmetria, ma «…non senza averle corrette ed adattate al loro, diverso gusto». Sempre secondo lo studioso questi due momenti costruttivi sarebbero
manifestazione del passaggio dai modi arcaici del S. Gavino di Porto
Torres alle novità introdotte a Pisa da Buscheto. Nel 1082 Mariano I de Lacon-Gunale, giudice di Torres, donò la chiesa
di S. Michele di Plaiano all’Opera di Santa Maria di Pisa;
successivamente, e precisamente nel 1115, la stessa chiesa venne
concessa al monastero di S. Zenone a Pisa. Infine, la nostra chiesa venne data in concessione, il 3 settembre 1127,
all’ordine Vallombrosano. Con la bolla dell’8 dicembre 1503, emanata da Giulio II, l’abbazia
di Plaiano, che nel frattempo aveva trascorso tempi bui, passava alla
sede vescovile di Ampurias assieme alla S. Maria di Tergu. Nel 1585, con bolla di Sisto V del 17 giugno, le sue vendite furono
assegnate, sotto pressione di Filippo II di Spagna, all’Inquisizione
di Sardegna; fermi restando al vescovo di Tempio il titolo e la
giurisdizione spirituale. «Infine i suoi redditi
assegnavansi con altra bolla del 7 novembre 1769 allo spedale di
Sassari, che vendete chiesa, monastero e terreno a privati, dai quali
per non effettuato pagamento passò al Credito Fondiario Sardo, che
usa la chiesa per deposito attrezzi e per magazzini» (Scano,
1907, pag. 218). Attualmente la chiesa, circondata da alcune abitazioni, sorge
dimenticata da tutti, infatti anche se le sue strutture sono in buone
condizioni (nonostante le mensole del lato settentrionale siano molto
erose) è chiusa da tempo e in molti non sono a conoscenza della sua
esistenza. È un vero peccato che questa chiesa, un tempo principale abbazia Vallombrosana in Sardegna, non riceva oggi il rispetto e le attenzioni che invece merita.
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©2006 Giuseppina Deligia, testo e immagini. Vietata la riproduzione non autorizzata.