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a cura di Barbara Barletta
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le immagini: pag. 1 - pag. 2 cenni storici descrizione
Resti della fortezza
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La planimetria della roccaforte è a forma ellittica con un perimetro di 800 metri circa. Le sue mura seguono con qualche interruzione il rilievo della cresta rocciosa. Le mura circondariali della roccaforte sono state rinforzate con nuove torri di diverse forme geometriche. Per la difesa della porta principale si trovano due torri su ambo i lati dell'entrata. La costruzione della torre del lato destro, restaurata verso la fine degli anni Settanta del XX secolo mostra che il centro di questa torre veniva usato come deposito per raccogliere l'acqua piovana. La torre del lato sinistro dell'entrata è stata usata anche come abitazione. Le tracce che ancora oggi sono conservate, mostrano che sull'entrata principale, in diversi periodi, sono state inserite tre porte in modo che l'entrata della roccaforte fosse controllata e difesa nel migliore dei modi in caso di un attacco armato.
Sulla sponda nord-est delle mura circondariali si trova la nota torre con l'orologio. Il valore storico di questa preziosa reliquia è dovuto anche al fatto che la torre nei vari periodi ha svolto svariate funzioni, secondo le necessità dell'epoca. Secondo alcune fonti popolari questa torre era il campanile della chiesa di Scanderbeg. Tantissime volte da questa torre è partito il grido di battaglia e anche gli annunci delle vittorie delle armi albanesi.
Oltre all'entrata principale, sul lato nord-ovest della roccaforte, c'è un'altra porta (lato sud-ovest) attraverso cui si giunge alle sorgenti che sgorgano ai piedi della roccia, fuori delle mura della roccaforte. Le sorgenti di Taslloj, che una volta erano difese da mura secondarie, esistono ancora oggi insieme ai resti delle mura e ai resti di due torri che originariamente erano tre. I danneggiamenti e le innumerevoli ricostruzioni che hanno subito le mura della roccaforte, rendono difficoltosa la possibilità di trovare le radici più antiche della sua costruzione. Le mura dal lato nord della roccaforte, che sono munite di finestrelle che servivano all'uso delle armi da fuoco, furono ricostruite e modificate dagli Ottomani.
Dopo i gravi danni causati dal terremoto del 1617, sopraggiunse nel 1832 un'altra ondata di distruzione da parte degli Ottomani, dopo la grande ribellione degli Albanesi. I Turchi abbatterono le mura rimaste ancora in piedi per renderle inutilizzabili dai ribelli,e quest'atteggiamento servì anche per cancellare le prove delle vergognose sconfitte qui subìte dai sultani precedenti.
Tra i monumenti all'interno della roccaforte vale la pena di visitare anche gli antichi bagni sul lato ovest.
è probabile che siano stati costruiti dai Turchi subito dopo la conquista di Kruje, e sono considerati tra i più antichi dell'Albania.Di fronte alla porta principale della roccaforte un tempo c'era una chiesa. Si dice che il sultano Maometto II appena entrato a Kruje distrusse tutti i simboli ecclesiastici e trasformò quest'antica chiesa in moschea. Di questa è rimasta solo una parte del minareto, e le rovine.
Sulla torre rotonda del lato ovest della roccaforte, che la popolazione del luogo chiama "Tabja di Dollme", s'innalza il luogo di culto della setta Bektashian. Questo piccolo edificio (teqe di Dollme), fu costruito nel 1789, e all'interno è decorato con dei bellissimi arabeschi.
All'interno delle mura della roccaforte possiamo trovare un quartierino costituito da venti case abitate. Alcuni autori ritengono che durante l'occupazione ottomana il numero delle case all'interno della fortezza fosse arrivato fino a 80. Tra le abitazioni del quartiere si distingueva, come esempio dell'affascinante architettura albanese, l'edificio governativo costruito intorno alla seconda metà del XVIII secolo. Quest'edificio rimase in piedi fino ai primi decenni del XX secolo. Tra le abitazioni caratteristiche che restano ancora in piedi di questo quartiere chiamato "quartiere Roccaforte" (lagje Kala) si distingue quella trasformata in museo etnografico, restaurata verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso e dotata di ornamenti, mobili e tappeti tradizionali. Quest'abitazione si distingue non solo per l'architettura esterna ma anche per le ricche decorazioni all'interno.
Comunque si conservano tutt'oggi ancora molte delle antiche abitazioni, che si trovano sparse tra le piantagioni degli ulivi e che arricchiscono il pittoresco paesaggio di questa città. Queste casette, solitamente di due o tre piani, sono costituite da una torretta (kulla), un pianterreno (medhecka), e dalla prigione, vale a dire una cavità che in albanese viene chiamata burgu oppure katoi. La casa è solitamente circondata da un giardino recintato da alte mura.
Durante la seconda metà del XIX secolo inizia un nuovo periodo nello stile architettonico delle abitazioni come conseguenza della trasformazione di Kruje in un centro cittadino a tutti gli effetti. L'abitazione caratteristica di Kruje subisce anche l'influenza dell'architettura delle vicine città più sviluppate.
Infine vale la pena di visitare il suggestivo e affascinante mercato di Kruje che per i suoi valori architettonici e storici è stato messo sotto la protezione dello Stato dal 1961. Il mercato di Kruje (pazari i Krujes, dall'arabo bazar) che è composto da uno stretto vicolo che giunge fino alla roccaforte, sembra non aver subito nessun cambiamento dai tempi di Scanderbeg.
©2002 Barbara Barletta