STORIA MEDIEVALE dai castelli
ai monstra
pag. 11, a cura di Olimpia Amati
IL Tè
Le proprietà benefiche sono varie e comprovate: favorisce la digestione, la diuresi e combatte la stanchezza grazie alla presenza delle due sostanze ormai note con il nome di teina e caffeina.
I più antichi produttori di tè sono senza ombra di dubbio i Cinesi (3000 a.C.). Inizialmente, e per molti secoli a seguire, in Cina la bevanda veniva usata esclusivamente a scopo medicamentoso, in caso di reumatismi o febbre da raffreddamento ma, una volta scoperto il piacere di bere questo infuso (siamo ormai intorno ai secoli IV- V d.C.) fu utilizzata per ricevere gli ospiti ed allietare le conversazioni, talvolta arricchendola con spezie ed aromi. Nel corso dei secoli fu anche barattata negli scambi commerciali con il Tibet, la Mongolia ed infine la Russia.
Il tè fu introdotto in Giappone verso il V–VI secolo d.C. dai monaci buddisti e fu immediatamente considerato un infuso raffinato e destinato alle pratiche spirituali, con tutti i rituali che ne conseguono dalla preparazione al consumo; per questa ragione ancor oggi la lunga cerimonia del tè in Giappone ha precise e severe regole da rispettare in ogni dettaglio 2.
In Europa si beveva già nel Medioevo, anche se ne poteva usufruire solo una ristretta cerchia di nobili, spesso in ottimi rapporti con i loro fornitori arabi.
La massima diffusione del tè nei Paesi occidentali si avrà solo intorno al 1600 grazie agli Inglesi 3 ed agli Olandesi. Il tè del Ceylon è ad oggi fra le varietà più apprezzate e richieste al mondo; la sua coltivazione risale alla fine del 1800.
Il tè in Giappone
Solo in Giappone esistono almeno sette tipi di tè differenti (i più famosi); in realtà la pianta è la stessa, varia il metodo di lavorazione delle foglie.
I “fantastici sette” si chiamano: Sakura, Sencha, Bancha, Matcha, Gyokuro, Hojicha e Genmaicha.
Il tè Mat-Cha
Il tè MAT-CHA è quello che viene usato nel rituale più noto, quello del ricevimento degli ospiti.
Tale rito è chiamato: CHA-NO-YU, ovvero “acqua del tè”.
Durante la cerimonia, dove ogni movimento è studiato in modo da emettere suoni e non rumori, rendere accogliente e calda la casa d’inverno e serena e fresca d’estate, l’ospite avrà l’accortezza di non urtare l’animo del padrone di casa con discorsi impegnativi o di carattere politico. Si limiterà ad ammirare la tazzina ed apprezzare la casa.
Le foglie del tè Mat-Cha crescono in zone non assolate (spesso vengono coperte con grandi teli per evitare la luce diretta) e subiscono un trattamento di umidificazione al vapore. Una volta asciugate vengono tritate e riseccate.
Altri tè famosi in Giappone sono il Bancha (lo si ritrova spesso in erboristeria), ricavato dalle foglie grandi inferiori, ed il Sencha che consiste nel fogliame superiore.
Il tè in Nord Africa
L’esperienza del rituale nord africano l’ho vissuta in prima persona nel deserto del Sahara, lontana dalle zone turistiche e sono lieta di ricordarla per raccontarla.
Il
tè usato è quello verde di tipo cinese (Gunpowder) e viene bevuto nei
bicchieri di vetro poggiati su piattini da caffè corredati di tre zollette di
zucchero ciascuno.
Il tè Gunpowder
Nella teiera vengono messe prima le foglie e poi l’acqua bollente... mooolto lentamente!
Altrettanto lentamente si getta via l’acqua e si riempie la teiera di menta, in modo che quest’ultima, a contatto col vapore delle foglie del tè, si amalgami più facilmente.
La teiera viene poi nuovamente riempita di acqua bollente ed i bicchieri di menta NON mischiata alle altre foglie.
Ogni bicchiere, a cominciare dall’invitato più importante (n.b. l’importanza viene data in base all’anzianità anagrafica) sarà riempito e svuotato tre volte recitando ad alta voce:
pour
la vie (prima volta)
pour
l’amour (seconda
volta)
pour
la mort (terza volta).
Provare
per credere!
1 Altrimenti detta “Thea sinensis” o “Camellia thea”, ci si riferisce genericamente alla pianta di origine cinese. La pianta dell’Assam del nord viene specificatamente chiamata “Camellia assamica”. Quest’ultima può superare anche i 15 metri d’altezza grazie al clima caldo-umido della regione indiana.
2 Ben presto la pratica cerimoniale divenne di esclusivo utilizzo dei ricchi samurai. Le prime testimonianze scritte sullo svolgimento del rituale risalgono al 1500 ca.
3 «Qui l’uso di bere il tè si diffuse soprattutto grazie al matrimonio del re Carlo II con la principessa Caterina di Braganza,…che cominciò a diffonderne la moda tra gli aristocratici che frequentavano la corte». Paola Ugolini, Il Manuale del tè, Gruppo Sigem editoria e comunicazione - Modena.