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a cura di Vito Bianchi
M
ichele Bacci, Lo spazio dell’anima. Vita di una chiesa medievale, Editori Laterza, Roma-Bari 2005, pp. 320, euro 20,00.
Nel Medioevo le chiese erano un luogo
diverso da come ce le figuriamo oggi: chiacchiericcio, folla, animali, e
finanche rappresentazioni teatrali fra altari, nicchie e cappelle costituivano
un universo piuttosto distante da quanto le abitudini contemporanee inducano a
pensare. Il volume si propone dunque quasi come una guida attraverso i gesti dei
fedeli e dei celebranti, con cui rivivere le atmosfere dello spazio sacro
medievale, per scoprirne significati e pratiche spesso inattese o addirittura
sorprendenti. Del resto, l’edificio adibito al culto doveva avere un forte
impatto sulla mentalità e sulla religiosità popolare e, quindi, doveva
alimentarne l’immaginario. Ecco pertanto le sepolture dei benefattori
affollare (spesso disordinatamente) le chiese, in un assemblaggio, talora
caotico, di quadri, affreschi, statue, ritratti dei donatori, iscrizioni e
stemmi realizzati per iniziativa dei singoli, in qualità di materiale votivo
“pro anima”. Ecco le signore più abbienti donare alle statue mariane
i propri mantelli più eleganti, le cinture, i gioielli più preziosi.
Ed ecco, ancora, la funzione fondamentale esercitata da absidi e altari, per l’impatto che riuscivano a creare sulla massa dei fedeli infondendo un’aura di mistero, bellezza e ricchezza intorno all’ufficio liturgico. In un simile contesto, il rito diveniva tutto un gioco di luci e colori, in cui la sontuosità delle decorazioni e l’abbondanza della figurazione dovevano armonizzarsi col canto, la musica e il profumo d’incenso, fino a creare una spettacolare scenografia: il clero, il sacerdote erano i protagonisti principali della celebrazione-spettacolo. Libro denso e interessante.
©200
5 Vito BianchiVolumi per recensioni a: Vito Bianchi, via del Calvario 1, 72015-Fasano (BR).