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a cura di Vito Bianchi
F. C
ardini, Europa e Islam. Storia di un malinteso, Editori Laterza - Robinson/Letture, Roma-Bari 2002 (sesta ediz.), pp. 352, € 12,40.
Nel tourbillon di testi all'ultimo grido sull'Islam, che le librerie usano mettere in primo piano in questi nostri tempi di neo-crociate nel nome del dio-petrolio, un punto di riferimento interessante può essere il volume di Franco Cardini, concepito a 360 gradi e dotato di un ampio respiro storiografico, scevro da mode e improvvisazioni editoriali last minute.
è uno dei rari lavori, infatti, che riesce a sintetizzare in un preciso quadro d'assieme la storia dei rapporti intercorsi e intercorrenti fra Europa e Asia, fra cristiani e musulmani. La trattazione procede attraverso episodi e commenti che includono le visioni critiche più aggiornate, in un arco cronologico espanso dalla predicazione di Maometto fino allo scadere del XX secolo. In mezzo a queste due boe temporali, viene gettata luce sulla fin troppo mitizzata battaglia di Poitiers del 732, sull'Andalusia araba e sulla "Reconquista" cristiana della penisola iberica, come pure sulla Sicilia saracena o sulle epiche battaglie balcaniche del Basso Medioevo. Oltreché, naturalmente, sulle crociate, indette o solo progettate, in continuazione, attraverso i secoli. Per familiarizzare con le pagine del libro è comunque preferibile disancorarsi dalla prospettiva eminentemente eurocentrica degli avvenimenti e delle idee, spostando più verso Oriente il baricentro del pensiero e la stessa concezione geografica della Storia. Non si può qui partire da un'Europa a tutti i costi, ma è piuttosto consigliabile riconquistare una dimensione un po' più mediterranea del dato storico. Senza volere, peraltro, riproporre la questione esposta anni orsono da Henri Pirenne, che situava l'inizio dell'epoca medievale non alla caduta dell'impero romano d'Occidente, nel 476 d.C., bensì nella seconda metà del VII secolo, vale a dire in coincidenza con l'islamizzazione del vecchio Mare Nostrum. Più che Parigi, Vienna o Roma, quindi, sono Damasco e Baghdad, sono il Cairo e Qairawan, o la stessa Costantinopoli (divenuta anch'essa dar al-Islam nel 1453) gli snodi del racconto di un "malinteso", fra culture così diverse eppure, talora, così vicine. Uno dei pregi del libro sta proprio nello stigmatizzare le menzogne, i pregiudizi e le calunnie che sin dall'Età di Mezzo hanno segnato le relazioni fra due mondi e altrettante religioni. Con in sottofondo una semplice constatazione, una consapevolezza atta a schiarirci molti degli odierni dubbi. E, forse, a comprendere meglio l'umanità corrente: «…esiste una pluralità di Islam, come una pluralità di Cristianità…».
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3 Vito BianchiVolumi per recensioni a: Vito Bianchi, via del Calvario 1, 72015-Fasano (BR).