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a cura di Vito
Bianchi
Caterina Laganara Fabiano, La ceramica medievale di Castel Fiorentino. Dallo scavo al museo, Adda editore, Bari 2004, pp. 152, euro 15,00.
Da un’analisi puntuale ed efficace della documentazione ceramica rinvenuta a Castel Fiorentino, nella Puglia settentrionale, nasce il volume che Caterina Laganara Fabiano, docente di Archeologia
medievale all’Università di Bari, ha sapientemente concepito e confezionato.
La ricerca sul sito medievale della Capitanata, avviata negli anni Ottanta con un proficuo coordinamento fra l’Ateneo barese, l’Ecole Française de Rome e l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, ha infatti offerto una cospicua quantità di materiale che la studiosa pugliese ha studiato nelle specifiche componenti tecnologiche, morfologiche e decorative, ricorrendo ai più aggiornati macchinari e sistemi di indagine. I reperti sottoposti al vaglio scientifico annoveravano varie tipologie e classi ceramiche, compresa la cosiddetta “protomaiolica”, una produzione diffusa nel Mezzogiorno grazie soprattutto all’opera degli artigiani saraceni.
Non va dimenticato che il Foggiano dovette ospitare delle folte comunità musulmane, sradicate dalla Sicilia per l’azione repressiva intrapresa nei loro confronti dall’imperatore Federico II, nella prima metà del Duecento. Lucera (e non solo) fu allora intensamente popolata da Saraceni, che contribuirono in modo decisivo alla diffusione delle pregevoli ceramiche invetriate e smaltate, brillanti nei classici colori che intrecciavano il giallo, il verde, il bruno, l’ocra. C’era persino l’azzurro, un azzurro preziosissimo, poiché ricavato da lapislazzuli di probabile provenienza afgana. Come dire: anche da una (apparentemente semplice) indagine sui vasi, si può risalire alle dinamiche e alle rotte dei commerci medievali.
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6 Vito BianchiVolumi per recensioni a: Vito Bianchi, via del Calvario 1, 72015-Fasano (BR).
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