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           MEDIOEVO FILATELICO

    a cura di Ruggero Gormelli


I CASTELLI NEI FRANCOBOLLI

FRANCIA: l'Aquitania

pag. 10

   

  

   

I Corsari Baschi (… e non solo baschi …).

Una epopea marittima ingiustamente caduta nell’oblio: quella dei Corsari Baschi. Il francobollo rende omaggio a questi eroi che praticarono la “guerra di corsa” e trasformarono Bayonne e Saint Jean de Luz – Ciboure in “nidi di vipere” spauracchio degli Inglesi.

  Pirati, filibustieri, fratelli della costa, corsari, … tutti costoro evocano degli avventurieri di mare, ma non devono essere altrettanto confusi fra loro. I Corsari non sono né dei briganti  né dei predatori per proprio tornaconto, bensì dei veri combattenti, incaricati dal Sovrano del loro Paese di “correre sopra” le navi nemiche. La corsa dei Corsari era allo stesso tempo:

-         un atto di guerra: recuperare il naviglio nemico e servirsene per navigare sotto un’altra bandiera, fare dei prigionieri per degli scambi, ed anche un

-         atto di commercio: impadronirsi del carico e portarlo in un porto sicuro per la vendita.

  Fu una tecnica di attacco a sorpresa, una tecnica di abbordaggio da tergo per evitare i cannoni, sovente in due o da soli, per una presa senza spartizione; degli atti di coraggio anonimi, i primi, la morte o la prigione sui ponti inglesi, gli altri.

Non fu la battaglia in assetto di linea della Marina Reale, con i suoi vascelli d’alto bordo. Ma quando la Marina era in difficoltà ed i porti bloccati dalla Marina Inglese, i Corsari, maestri nella guerra di corsa, intervenivano in mare.

Non ci si improvvisava Corsari. La corsa, nata da un diritto di persecuzione ed anche di rappresaglia, aveva l’avallo dell’Ammiragliato. Essa necessitava di un grande capitale per attrezzare le baleniere e gli altri battelli da pesca, per reclutare gli equipaggi, per acquistare le munizioni per le bocche da fuoco…

Gli armatori possedevano le navi, sceglievano i capitani nei porti della costa basca, versavano la cauzione per ottenere la “lettera di corsa”. L’equipaggio , reclutato in tutta la Francia ed all’estero, era inquadrato da degli ufficiali per tramite di un personaggio chiave: lo scrivano; egli rappresentava l’armatore, teneva i giornale di bordo e conteggiava … tutti i colpi di cannone.

  Al ritorno dalla spedizione, il carico veniva venduto e si procedeva alla spartizione all’interno della “scrittura marittima”, ovvero: l’Ammiragliato, il Re, l’armatore, l’equipaggio e le “carature”, ovvero gli azionisti che avevano sottoscritto delle quote … dell’avventura.

  I corsari baschi Cépé e Renau d’Elissagaray furono complimentati dal Re Sole, e Haradener fu reso nobile. Jean d’Albarade divenne ministro della Marina nel 1794. L’ultimo corsaro, Pellot Montvieux, detto la Volpe Basca, morì nel 1856, anno che vide la fine della guerra di corsa.

Sul francobollo, in primo piano: due corsari baschi, dei quali uno è ufficiale della Marina Reale, ed un vascello. Il secondo piano, il Forte di Socoa et de la Rhune.

E se vi fosse ancora qualcuno non del tutto convinto: vogliamo ricordare Francis Drake!?!?...

Ma torniamo al Forte ... in fondo, siamo qui proprio per questo...

 

     

   

    

©2005 Ruggero Gormelli

    


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