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           MEDIOEVO FILATELICO

    a cura di Ruggero Gormelli


I CASTELLI NEI FRANCOBOLLI

FRANCIA: il Languedoc-Roussillon

pag. 3

   

   

Cenni storico-filatelici.

Il francobollo precedente, del 1938, viene emesso nel periodo della III Repubblica francese (iniziata nel 1871, all’indomani della guerra Franco-Prussiana culminata con il famoso assedio di Parigi del 1870).

Sempre i Tedeschi sono all’origine – peraltro indiretta – della riemissione del medesimo francobollo che vediamo qui sopra.

Nel 1940, in piena II Guerra Mondiale, le armate tedesche del III Reich invadono la Francia; la tattica della “Blitzkrieg” (guerra-lampo) è devastante e la vittoria fulminea; la III Repubblica si dissolve, lasciando al suo posto tre nuove realtà :

-         la Francia occupata, sotto il controllo diretto delle Autorità Militari Tedesche

-         lo Stato Francese (Etat Français) - definito successivamente anche come la Francia di Vichy”, dalla località ove si insedia il suo Governo e che sarà di fatto la capitale fino alla Liberazione – con a capo il Maresciallo Petain.

-         La “Francia libera”, senza territorio, bensì all’estero in Gran Bretagna; un Governo  in esilio, presieduto dal Generale De Gaulle. Sotto la sua bandiera, quella “vera” di Francia, senza la Croce di Lorena adottata invece dalla Francia di Petain, combatteranno politicamente (ed anche militarmente, inquadrati nelle Forze Alleate) tutte le donne e gli uomini francesi che sognano – ed otterranno – la Liberazione dall’occupazione tedesca.

 è in questo quadro storico che il nuovo “Stato Francese” di Petain emette, fra gli altri, il francobollo che vediamo sopra.

   

Curiosità filatelica.

Il riutilizzo di francobolli, p.es. mediante sovrastampa, crea spesso dei “paradossi”. In questo caso: il francobollo del nuovo “Stato francese” riporta ancora la sigla “RF”, ovvero “Repubblica Francese”, quando già un francobollo emesso precedentemente con l’effigie del Maresciallo Petain, riporta “Postes françaises”, cioè Poste Francesi” (sigla “PF” su alcuni francobolli). E questo, quando la III Repubblica era già morta …

 
 

Per maggiore chiarezza, riportiamo qui sotto la cartina di Francia con le modifiche politiche apportate dall’occupazione armata tedesca e sancite dall’armistizio di Compiegne del 1940, che di fatto stabilisce la sconfitta militare della III Repubblica francese e la definizione delle nuove zone di influenza politica.

 

      

      

    

In tutti questi casi, il “nuovo Stato” ha necessità immediata di affermarsi con tutti i propri nuovi simboli (ed il francobollo è uno di questi, e non dei meno importanti, anzi …) per affermare di “esistere”, buone o cattive che siano le cause di origine, oppure – più semplicemente – per affermare da subito le mutate condizioni tariffarie, od ancora – per motivi economici – per evitare la “messa al macero” di una enorme quantità di valori, che sono un doppio costo: quello speso per produrli, e quello che si spenderebbe per sostituirli.

Normalmente, però, - per non dire praticamente sempre – la nuova entità politica non ha materialmente la possibilità di  affermare prontamente la nuova realtà dei fatti con simboli nuovi, e quindi, ecco che si ricorre alla “sovrastampa dell’esistente”, mezzo senz’altro poco costoso, veloce ed immediato.

Ma nel caso della Francia di Vichy, esisteva un ulteriore fattore politico non trascurabile :

il tentativo della cosiddetta “normalizzazione”, ovvero dare ad intendere che la Francia non fosse “scomparsa dalla faccia della Terra” (mentre di fatto lo era – a parte la “Francia Libera” – in quanto, oltre alla parte – notevolissima – direttamente occupata, vi era il Governo di Vichy, che la Storia ha ampiamente dimostrato essere “un protettorato tedesco” quando non addirittura collaborazionista …)

  Anche i francobolli sono una prova di ciò : difficilmente una “sovrastampa” porta una riduzione di prezzo; ciò avviene quasi sempre quando vi è una trasposizione di valuta (p.es.: una svalutazione), ma non è una riduzione, anzi … Nella Francia di Vichy, però, si passa – per restare al nostro francobollo – da 5 franchi a 2,50 franchi (stessa moneta, stesso cambio valutario). Una operazione di tipo “populista” … e nessuno dirà, in quel tempo, che si tratta di un “adeguamento tariffario postale voluto dai Tedeschi, per uniformare la tariffa in vigore in Germania per la corrispondenza di ugual tipo”, bensì si parlerà di riduzione tariffaria per il “porto interno” della corrispondenza (ovvero la tariffa per la posta interna al Paese); una bella riduzione davvero … visto che anche lo “Stato francese” è dimezzato rispetto alla Francia di prima della guerra.

 

   

   

    

©2005 Ruggero Gormelli

  


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