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           MEDIOEVO FILATELICO

    a cura di Ruggero Gormelli


I CASTELLI NEI FRANCOBOLLI

FRANCIA: il Languedoc-Roussillon

pag. 17

   

Appare chiaro, cari amici, che il Languedoc-Roussillon è la terra dei misteri …

Ma cosa hanno a che fare i “Re di Maiorca” (che è Spagna) con Perpignan (che è Francia) ??  Forse che Perpignan sia stata in un certo periodo occupata dagli Spagnoli ??

Non perdiamo tempo, ed andiamo a vedere cosa ci dice la Storia.

   

Il Regno di Maiorca.

 

Arrestata nella sua espansione dall’episodio cataro, l’Aragona di Giacomo il Conquistatore, all’interno della quale si trova la Catalogna, si rivolge verso il Sud ed il Mediterraneo. Le conquiste marittime lasciano intravvedere una grande speranza di crescita verso dei Paesi fino ad allora inaccessibili, ma è la creazione del Regno di Maiorca che va per un certo tempo a focalizzare l’attenzione della sua successione.

 

Siamo nel 1276. In quell’anno avviene la morte di Giacomo I il Conquistatore. Questo re aveva l’ambiziosa volontà che i suoi cinque figli divenissero tutti re o regine. E se le sue tre figlie avessero sposato dei re, “a priori” solo il loro figlio primogenito sarebbe stato destinato a divenire re, prendendo la sua successione. Pertanto circa 14 anni prima aveva già sistemato tutto. In effetti, fu nel 1262 ch’egli redasse il suo testamento, nel quale dava precise regole alla questione.

 

Giacomo I aveva preso la decisione di scindere il suo regno in due parti. Al primogenito Pietro, la sua successione sotto il nome di Pietro III d’Aragona e di Valencia, al suo cadetto, le Contee Nord-Catalane, più le Isole Baleari e la città di Montpellier ereditata da sua madre; il tutto a formare il Regno di Maiorca. Lui diverrà quindi Giacomo II di Maiorca.

 

Questo regno effimero avrà per capitale Maiorca, sulle Isole Baleari. Ma se questa città è stata ben scelta per proseguire i successi marittimi di suo padre, il regno avrà anche bisogno di una capitale continentale, più centrale, sede del potere politico.

 

La scelta non poteva in questo caso che ricadere naturalmente sulla città di Perpignan.

   

         

 
 

… Il Palazzo venne costruito nell’ultimo quarto del XIII secolo per il re Giacomo II di Maiorca, che vi si trasferì nel 1276, alla morte del padre. Fu costruito su una collina nel sud della città e circondato da giardini. Dopo 35 anni di costruzione, l’edificio fu finito.

Il nuovo regno ebbe una partenza difficile, dato che i re di Aragona contestarono l’assegnazione delle Isole Baleari e per un breve periodo le confiscarono. Dopo di ciò, il Regno si sviluppò velocemente sotto Giacomo II (1276-1311) e Sancio (1311-1324). Le città, in particolare Perpignan, ebbero un notevole sviluppo. Si moltiplicarono i grandi progetti: palazzi, chiese e conventi. I Re favorirono l’industria ed il commercio. Il regno fu all’apice durante la Reggenza di Filippo di Maiorca (1324-1329) e sotto Giacomo III (1329-1349). Sui mercati di Perpignan, erano disponibili vesti delle Fiandre e del Languedoc. Dopo altri 25 anni, dei tessitori catalani si stabilirono a Valencia, a Maiorca ed in Sicilia.

Il 25 ottobre 1349, Giacomo III cadde nella battaglia di Lluchmajor, una disputa con Pietro IV d’Aragona. Il suo domino Catalano fu reintegrato in quelli di Aragona, e la Francia acquisì Montpellier.

Da questo momento in poi, i Re d’Aragona si stabilirono nel Palazzo di Maiorca, durante i loro soggiorni a Perpignan. Anche il Papa Benedetto XIII alloggiò qui nel 1408.

Il 9 maggio 1462 (Trattato di Bayonne), Re Giovanni II d’Aragona, opposto ai nemici Catalani, ottenne l’appoggio del Re francese Luigi XII, che in cambio ne ricevette il Roussillon e la Cerdagne (il dominio di Montpellier), che i Francesi immediatamente occuparono. Per 30 anni vi furono sommosse e ribellioni, particolarmente a Perpignan, assediata nel 1463, 1473 e 1474. Alla fine, in cambio di avere “mano libera” in Italia, Carlo VIII restituì le due Contee nel 1493.

Le guerre Franco-Spagnole posero il Palazzo al centro del sistema difensivo di Perpignan, al punto tale che fu definito la Cittadella. Fra il 1538 ed il 1587, Carlo V e Filippo II di Spagna si diedero il turno ad assediare le sue mura di mattoni rossi.

Dopo il Trattato dei Pirenei del 1659 (ancora lui!) e l’annessione alla Francia, il Vauban rinforzò le difese, aggiungendo diverse fortificazioni sia interne che esterne a quelle costruite da Filippo II.

Dopo cinque secoli di utilizzo militare, il Palazzo-Castello fu aperto ai visitatori dopo la Seconda Guerra Mondiale.

    

Insomma, non c’è che dire, cari amici, la Storia del Languedoc-Roussillon è ricca, piena di colpi di scena, ed affascinante … ma ora è giunto anche il momento di vederlo, il Palazzo-Castello, non è vero ?! …

 

 

 

      

I francobolli “preobliteres” (cioè “preaffrancati” o anche “preobliterati”).

Si tratta di un tipo particolare di francobolli, che presentano sulla vignetta una “lunetta”, che simula il timbro postale di annullamento, già applicata al momento della stampa del francobollo e quindi già esistente sul francobollo al momento della vendita (per l’Amministrazione Postale francese la dicitura – uguale per tutte le emissioni – è stata per moltissimi anni “affranch’ts postes”, abbreviazione di “affranchissements postes”, vale a dire “affrancature posta”; la si vede anche nel francobollo qui sopra).

Questo tipo di francobolli è particolarmente diffuso in quei Paesi e presso quelle Amministrazioni postali che impongono ancora oggi che l’invio di determinati plichi (p.es.: quotidiani, periodici, invii a mezzo corrieri privati, ecc.) debba comunque prevedere, per ogni singola copia, l’apposizione obbligatoria di un francobollo.

Tale obbligo, comporterebbe quindi la gravosa necessità di un annullo postale su ciascuna copia inviata; cosa che può essere evitata con l’utilizzo di questi particolari francobolli praticamente “già timbrati”. Sono particolarmente utili, quando si ha la necessità che l’invio e la consegna postale sia rapida (si pensi ad un giornale quotidiano, che, se arriva già il giorno successivo, non ha più ragione di essere …).

Normalmente essi vengono venduti in forte quantità, ma l’uso non è riservato solo a determinate società od enti; in teoria, anche il singolo privato può farne uso, a patto di acquistarne il lotto minimo di pezzi, di solito abbastanza alto, normalmente adatto ad una società con forte corrispondenza, ma non ad una famiglia …

L’Italia non fa uso di questo tipo di francobolli, sostituiti da moltissimo tempo dalla cosiddetta “spedizione in abbonamento postale” che non richiede l’apposizione fisica di un francobollo (con gran delusione per noi filatelisti …).

Dal 2002, la dicitura francese per i francobolli preobliterati è diventata la seguente:

La Poste 2002 oblitere’” (ove, di anno in anno, cambia ovviamente l’anno di emissione del francobollo).

    

   

    

©2005 Ruggero Gormelli

  


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