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MEDIOEVO TEMPLARE |
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a cura di Vito Ricci |
di Vito Ricci
La chiesa di Ognissanti a Trani
Una oramai consolidata tradizione attribuisce la chiesa romanica di Ognissanti (XII secolo) [1]. di Trani (BT) all’Ordine del Tempio, tant’è che essa è nota anche come chiesa dei Templari. Tale tradizione è cosi sentita e forte che ha indotto tutti coloro che si sono occupati della presenza templare a Trani [2] o di detta chiesa [3] a considerare con certezza che la loro domus fosse ubicata presso questa chiesa e anzi a ritenere che la stessa fu edificata dai cavalieri rossocrociati. Il primo studioso a trattare della chiesa di Ognissanti fu Prologo alla fine del XIX secolo in un articolo del 1894 [4]: «La tradizione mantenutasi costante tra i nostri concittadini afferma che questa chiesa fu fatta edificare dai Cavalieri del Tempio, e che di fianco ad essa esisteva n ospedale pel ricovero dei pellegrini che facevano il viaggio in Terrasanta». Lo stesso autore ritiene di avvalorare tale tradizione, sebbene precisa di non essere riuscito a reperire fonti documentarie che diano conferma. Prologo è uno storico dell’Ottocento e va preso con le dovute cautele e ritengo che le sue conclusioni siano superficiali e dettate più che dalla scienza storica dalla passione e da un po’ di campanilismo. La presenza templare a Trani [5] nel 1142 è un dato storico riportato nella Historia Traslationis Sancti Nicolai Peregriini [6]: «Milites etiam Templi Domini, qui paulo remotius ad urbe (Trani n.d.a.) distabant hoc cernentes dixerunt illud stupendum miraculum sacri corposis traslationem iudicare». Nell’ipotesi che Ognissanti fu templare, sarebbe da prendere come termine post quem per la datazione dell’epigrafe murata in prossimità dell'accesso secondario destro della chiesa, contenente la seguente iscrizione: Hic Requiescit Costantinus Abbas Et Medicus Orate Pro Anima Eius [7] (Qui riposa Costantino Medio e Abate, pregate perla sua anima) il 1139, anno in cui papa Innocenzo II emanò la Bolla Omne Datum Optimum fonte di tutti i privilegi dell'Ordine e in cui veniva istituita la figura dei Cappellani per il servizio religioso e liturgico delle precettorie. In precedenza i Canonici avevano prestato servizio "per misericordia"; erano "distaccati" presso le domus e non appartenevano all'Ordine. È sempre Prologo [8] a fornire la prima notizia storica relativa alla chiesa. Nel testamento datato 6 luglio 1170 il notaio ravellese Orso Rogadeo donava ad Ognissanti di Trani alcune vigne di terra per l’anima sua e dei suoi genitori («Et dimitto in ecclesia Omnium Sanctorum de Trani ipsa parte mea de ipse vinee que ibidem sunt… pro redemptione anime mee et patri set matris mee»). Nel documento non viene fatta alcuna menzione su chi officiasse la chiesa o a chi essa appartenesse. In un atto del 2 luglio 1207 [9] viene citato Stefano de Consilio quale sacerdote della chiesa di Ognissanti di Trani («Stephanus de Consilio sacerdos ecclesie omnium sanctorum Trani»). Anche in tale circostanza nessuna indicazione che faccia pensare ai Templari. Nel 1221 [10] in un breve di papa Onorio II dato il 14 ottobre si parla di una relazione tra alcuni mercanti di Ravello ed un «cavaliere del Tempio che comincia a chiamarsi abate di Ognissanti» [11], così si esprime Colapietra. Consultando il breve di Onorio III, non vi è alcun riferimento alla presenza templare presso Ognissanti, ma si cita solo l’abate della chiesa («abbati Omnium Sanctorum Tranensibus»). Appare evidente come Colapietra si sia lasciato influenzare, in buona fede ritengo, dalla tradizione che vorrebbe Ognissanti templare e non abbia riportato esattamente i fatti così come erano nel breve di Onorio III. Nel 1310 [12] la chiesa era retta dall’abate Bartolomeo Castaldo dal quale dipendevano forse un cappellano ed un priore. Nel 1378, in un documento datato 29 ottobre, appare come abate e rettore Stefano Castaldi [13]. È probabile che la chiesa di Ognissanti fosse gestita da una comunità monastica dato che spesso sono menzionati degli abati. Da alcun documento attualmente noto emerge qualche legame tra Ognissanti e i Templari. Se nei suoi primi studi Bramato si era espresso pienamente per l’edificazione della chiesa di Ognissanti da parte nei Templari, ad una più attenta analisi dei fatti e delle circostanze lo stesso Autore, in un successivo lavoro [14] afferma che difficilmente l’ordine del Tempio avrebbe potuto realizzare quella chiesa. Il Bramato elenca le seguenti ragioni: 1) intorno alla metà del secolo XII i Templari non possedevano in Puglia, e tanto meno a Trani, un patrimonio così cospicuo per consentire la costruzione di un complesso vasto e articolato come Ognissanti costituito dalla chiesa con l’annesso ospedale; 2) nel XII secolo i Templari d’Italia non hanno mai dimostrato di possedere in campo architettonico delle capacità progettuali così profonde e raffinate da permettere la realizzazione di una chiesa come Ognissanti; 3) ammesso che i Templari abbiano edificato una propria chiesa a Trani, molto probabilmente l’avrebbero intitolata a S. Maria de Templo come risulta documentato per altre domus in Italia ed in Europa. A tali motivazioni aggiungerei anche questa: 4) ammesso che avessero un patrimonio così cospicuo l’avrebbero impiegato per finanziare gli insediamenti in prima linea in Terra Santa; siamo alla vigilia della Terza Crociata e del ritorno alla carica dei musulmani dopo un periodo di calma; verso il 1150 iniziarono a ristrutturare le fortezze già esistenti in Terra Santa. Inoltre, potevano anche non intitolarla a S. Maria, ma quanto meno nel nome doveva comparire l’indicazione de Templo, tipica della maggior parte delle chiese templari (ad esempio, per restare in Puglia, S. Giorgio de Templo a Brindisi, S. Giovanni de Templo a Foggia e S. Vito de Templo a Corato, oppure fuori della nostra Regione: S. Margherita del Tempio a Torino, S. Giovanni Battista del Tempio a Pistoia, S. Maria Maddalena del Tempio a Parma, S. Maria del Tempio a Casale, S. Giovanni al Tempio ad Ascoli, le ultime quattro conservarono in nome anche in epoca giovannita e sono riscontrati in cabrei del XVII-XVIII secolo). La prima notizia ufficiale sulle motivazioni e sulla necessità delle costruzioni del Tempio le abbiamo nella già citata bolla di Innocenzo II Omne datum optimum (1139) con la quale concedeva all'Ordine di costruire oratori affinché i frati cavalieri potessero ascoltare l'ufficio ed esservi seppelliti. Nel 1145 con la bolla Militia Dei Eugenio III ampliava le precedenti disposizioni, autorizzando il Tempio a possedere proprie chiese e propri cimiteri. Oltre Bramato, anche Francesco Tommasi, ricercatore dell’Università di Perugia, dubita che Ognissanti possa essere la domus templare tranese [15], e la identifica con S. Maria de Russis. Ad un’attenta analisi storica appare evidente, allo stato attuale, che non esista alcun legame tra la chiesa tranese di Ognissanti e i Templari che pure in quella città ebbero una mansione documentata ampliamente, ma della quale non si menziona mai il titolo. La tradizione che associa i Templari a Ognissanti [16] andrebbe messa in discussione in quanto palesemente erronea e fuorviante.
Bibliografia F. Bramato, I Templari in terra di Bari. Note e appunti per una storia dell’Ordine cavalleresco in Italia, in «Nicolaus», n. 7, 1979, pp. 173-181. Id., Storia dell’Ordine dei Templari in Italia. Fondazioni, Roma 1991. Id., Il Templum Domini e la Militia Templi nella diocesi di Trani. Elementi e prospettive per una ricerca in “Barletta crocevia degli Ordini religioso-cavallereschi medioevali: Seminario di studio, Barletta 16 giugno 1996”, Taranto, 1997 B. Capone, L. Imperio, E. Valentini, Guida all’Italia dei Templari. Gli insediamenti templari in Italia, Roma 1989. M. Pasquale, La chiesa templare di Ognissanti a Trani. Note di iconologia romanica, Quaderni tranesi n. 2, Trani 2002. V. Ricci, I Templari nella Puglia medievale, Bari 2009. B. Ronchi, La Chiesa di Ognissanti a Trani, Fasano 1985. M. Triggiani, Vie dei pellegrini e presenze monastico-cavalleresche in Puglia dal XII al XIV secolo. L’insediamento templare di Ognissanti a Trani, tesi di laurea in Storia dell’arte medievale a.a. 1992-93. Ecclesia Omnium Sanctorum de Trani, a cura dell’Associazione Obiettivo Trani, Bari sd. I Templari. Storia e mito dei monaci-guerrieri, cura dell’Associazione Obiettivo Trani, Bari sd.
NOTE
[1]
Viene datata alla prima metà del XII secolo,
credo influenzati dalla prima citazione della presenza templare
in questa città (1142), la parte absidale e le decorazioni
scultoree sono frutto di interventi duecenteschi. [2] F. Bramato, I Templari in terra di Bari. Note e appunti per una storia dell’Ordine cavalleresco in Italia in «Nicolaus», n.7, 1979, pp.173-181, B. Capone, L. Imperio, E. Valentini, Guida all’Italia dei Templari. Gli insediamenti templari in Italia, Roma 1989, pp. 246 e ss.., F. Bramato, Storia dell’Ordine dei Templari in Italia. Fondazioni, Roma 1991, pp. 81, 61, 142; I Templari. Storia e mito dei monaci-guerrieri, cura dell’Associazione Obiettivo Trani, Bari sd., pp. 31-32.
[3]
B. Ronchi,
La Chiesa di Ognissanti a Trani, Fasano 1985, tale
monografia riguarda precipuamente l’architettura della chiesa;
M. Triggiani, Vie dei pellegrini e
presenze monastico-cavalleresche in Puglia dal XII al XIV
secolo. L’insediamento templare di Ognissanti a Trani, tesi
di laurea in Storia dell’arte medievale a.a. 1992-93; M.
Pasquale, La chiesa templare di Ognissanti a Trani. Note di
iconologia romanica, Quaderni tranesi n. 2, Trani 2002;
Ecclesia Omnium Sanctorum de Trani, a cura dell’Associazione
Obiettivo Trani, Bari sd., pp. 10-12. [4] A. Prologo, Frammenti di storia tranese. Notizie delle chiese di Ognissanti, S. Giacomo, S. Maria de Russis e S. Giuliano, in «Rassegna pugliese di scienze, lettere ed arti», vol. XI, n. 9-10, settembre-ottobre 1894, pp. 269-273. [5] Per notizie sulla presenza templare a Trani cfr. V. Ricci, I Templari nella Puglia medievale, Bari 2009, pp. 72-77. [9] F. Nitti, Le pergamene di S. Nicola di Bari. Periodo svevo (1195-1266), Codice diplomatico barese, vol. VI, doc. n. 21.
[12]
Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV
Apulia, Lucania, Calabria,
‘Studi e testi’, 84, a cura di D. Vendola, Città del
Vaticano 1939, p. 54, n. 844; cappellano p. 46 n. 594. |
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Vito Ricci