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SIRE UT... FAMI RE! Musiche di re e di cialtroni |
a cura di Olimpia Amati musica in sottofondo: Libbre vermelh de Monserrat: "Ad mortem festinamus peccare desistamus" |
Premessa
- Le origini, la storia e i
perché della danza macabra - L'Ankou
e la leggenda bretone - La
danza - Ad
mortem festinamus - L’angolo
dell’ascolto
“Era il Trionfo un carro grandissimo tirato
da bufoli, tutto nero e dipinto d’ossa di morti e croci bianche; sopra il
carro era una Morte grandissima in cima, con la falcie in mano; ed aveva in giro
al carro molti sepolcri col coperchio, ed in tutti quei luoghi il trionfo si
fermava a cantare…e questi morti, al suono di certe trombe sorde e con suono
roco morto, uscivano mezzi di que’ sepolcri e sedendovi sopra, cantavano in
musica piena di melanconia quella oggi mobilissima canzone: Dolor, Pianto e
Penitentia.”
Dalla Vita di Piero da Cosimo di Giorgio Vasari.
Fig.
1. Danza macabra, xilografia inizi secolo XV.
Le
rappresentazioni grottesche e satiriche del “mimo-giullare-danzatore-musicista-acrobata”
trovano il loro spazio soprattutto nelle
feste di piazza ed in particolare durante le festività carnascialesche, quasi
ad evidenziare lo sfogo pagano nella ricorrenza cristiana1.
A
Bari si è tornati a festeggiare la vigilia di San Giovanni, considerata notte delle streghe, danzando fino all’alba in circolo intorno ad
un falò per scongiurare l’ascesa dagli inferi degli spiriti maligni2.
La versione pagana della rappresentazione del 24 giugno corrisponde
inequivocabilmente ad un rito per la fertilità della terra e, conseguentemente,
per l’abbondanza dei suoi frutti3.
Le
danze “in tondo” erano spesso condotte dai giullari che accompagnavano gli
improvvisati ballerini sbeffeggiandoli con mimiche facciali e corporee
impressionanti.
©200
3 Olimpia Amati