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SIRE UT... FAMI RE!

Musiche di re e di cialtroni

a cura di Olimpia Amati

musica in sottofondo: Carmina Burana: Stetit puella


Fig. 1. Bevitori (Biblioteca Nazionale di Parigi).


Il movimento goliardico si sviluppa in Europa fra i secoli XI e XIII, in concomitanza con la diffusione delle università.

Sull’etimologia del termine “goliardia” sono state avanzate numerose ipotesi, tuttavia fra le più accreditate vi è quella che vuole che derivi dal filosofo, teologo, poeta e docente di logica presso l’Università di Parigi Pietro Abelardo (1079-1142)1 e l’altra che trae la sua origine dal latino gula (gola), data l’atavica fame degli studenti squattrinati… il cibo infatti è uno degli argomenti più trattati nelle loro composizioni.

Il fenomeno di rapida diffusione dei viaggi dei clerici (clericus: uomo dotto) è dovuto alla necessità degli studenti di spostarsi da un’università all’altra per perfezionarsi e/o per rincorrere il proprio insegnante nei suoi spostamenti, anche se spesso accadeva che lo studente non si iscrivesse affatto all’università ma continuasse a seguirla per una sincera sete di cultura2.

I ceti sociali a cui appartengono i clerici vagantes sono dei più disparati: dai borghesi (ricordiamo che la borghesia urbana è l’ultima categoria affermatasi nella società contemporanea) ai nobili fino ad arrivare ai contadini3. I giovani studenti itineranti sono spesso costretti a vendere la propria arte nelle locande in cambio di vitto ed alloggio. Non bisogna però pensare che questa sia l’unico motivo della vasta produzione poetica e musicale dei clerici, probabilmente la necessità di sopravvivenza è l’ultima ragione della diffusione di tale musica: l’espressione artistica giovanile è (come succede tutt’oggi) un manifesto provocatorio contro la corruzione dei poteri clericale e borghese ma anche contro il loro perbenismo.

Col tempo (testimonianze scritte sono state ritrovate nelle lunghe denunce presentate per il  Concilio di Treviri -1227) le manifestazioni studentesche saranno represse ed i clerici tacciati di essere i “discipuli Goliae”, nome che non dispiace affatto a questi giovani intellettuali!

 

La musica

Le forme musicali polifoniche vengono più diffusamente esercitate dai ceti sociali elevati ed i contenuti sono strettamente ecclesiastici, mentre la musica profana (anche a carattere religioso ma non liturgica) è assolutamente monodica. La  diffusione della monodia “popolare”4 si deve soprattutto al processo di laicizzazione artistica conseguente alla nascita della borghesia urbana (secolo XI). Nel secolo successivo le prime scuole ad orientamento laico rappresenteranno l’espressione della perdita del potere che la Chiesa aveva un tempo (caratteristica fondamentale del panorama musicale medievale è la perenne oscillazione fra sacro e profano).

Le lingue utilizzate nei carmi sono prevalentemente il latino puro e quello “maccheronico”, ed è grazie alla presenza di parole o intere frasi in volgare che si è riusciti a stabilire la lingua di provenienza dei compositori (per la gran parte francesi, tedeschi ed inglesi) anche se quasi tutte le composizioni rimangono anonime.

Attraverso un complicato lavoro di individuazione e valutazione delle fonti pervenuteci e mediante il confronto di manoscritti uguali o simili, gli studiosi sono riusciti a decifrare le melodie realizzate in notazione neumatica adiastematica (piccoli segni posti sulle sillabe del testo che non rendono chiara l’altezza e la durata dei suoni. Questa particolare forma di scrittura che a noi appare aleatoria viene detta anche in campo aperto).

Diffusissima è anche la pratica del contrafactum (variazione del testo su una melodia preesistente) usata come gioco satirico contro i personaggi di spicco dell’epoca. Questa tecnica parodistica persisterà nei secoli, dal mottetto al madrigale fino agli spettacoli dei cabarettisti contemporanei.

I temi sono assolutamente dissacranti: spesso prendono in giro un particolare personaggio pubblico del momento oppure ne denunciano il suo comportamento e frequenti sono i testi che inneggiano all’amore ed alla vita senza regole, dove le uniche cose che contano sono il vino, il cibo ed il sesso.

Molta musica è andata perduta, probabilmente distrutta dalla Chiesa stessa conseguentemente alle persecuzioni perpetrate da quest’ultima nei confronti dei clerici, tuttavia sono giunti a noi due importanti raccolte contenenti numerosi canti goliardici: i Carmina Burana ed i Carmina Cantabrigiensia.

 

Figg. 2-3. Suonatore di ribeca (sec. XII, miniatura su cofanetto, Vannes, Tesoro della Cattedrale). Pagina tratta dai Carmina Burana "Lusoria et potatoria" (Monaco, Bayerische Staatsbibliothek).

Carmina Burana (Codex latinus monacensis 4660-4660a)

Raccolta di circa 400 carmi (di cui solo 47 musicati) suddivisi successivamente in: carmina moralia5, carmina amatoria6, carmina lusoria et potatoria7, carmina divina8.

I poemi risalgono alla prima metà del 1200 e sono di probabile derivazione tirolese, ritrovati nel monastero benedettino di Beuren (Benediktbeuren, Germania meridionale) e conservati nella Biblioteca di Stato di Monaco.

I brani sono quasi tutti anonimi (del resto, per quanto riguarda la poetica goliardica, gli autori tendevano a conservare l’anonimato data la particolarità dei testi) ed alcuni di essi sono ormai noti grazie al compositore Carl Orff che li ha resi celebri adattandoli alle sue musiche.

 

Carmina Cantabrigiensia

Raccolta rinvenuta in Inghilterra (St.Augustine of Canterbury) e conservata nella Biblioteca dell’Università di Cambridge, contiene 47 canti profani degli ultimi anni del 900 d.C. (per quanto il manoscritto risalga al secolo XI ed sia di probabile origine tedesca) per la gran parte anonimi. A proposito della tecnica del “contrafactum” citata precedentemente, è stato ritrovato un brano con testo erotico la cui musica corrisponde all’inno dei pellegrini O Roma nobilis conservato nell’abbazia di Montecassino.  

 

Carmina Burana (da Carmen Potatorium):

«In taberna quando sumus

non curamus quod sit humus

sed ad ludum properamus

cui semper insudamus.

Quid agatur in taberna

ubi nummus est pincerna

hoc est opus ut queratur

si quid loquar, audiatur.

 

Quidam ludunt, quidam bibunt,

quidam indiscrete vivunt.

Sed in ludo qui morantur,

ex his quidam denudantur;

quidam ibi vestiuntur,

quidam saccis induuntur.

Ibi nullus timet mortem,

sed pro Bacho mittunt sortem:

 

Primo pro nummata vini.

Ex hac bibunt libertini:

semel bibunt pro captivis,

post hec bibunt ter pro vivis,

quarter pro Christianis cunctis,

quinquies pro fidelibus defunctis,

sexies pro sororibus vanis,

septies pro militibus silvanis.

 

Octies pro fratribus perversis,

novies pro monachis dispersis

decies pro navigantibus,

undecies pro discordantibus,

duodecies pro penitentibus,

tredecies pro iter agentibus.

Tam pro papa quam pro rege

Bibunt omnes sine lege.

 

Bibit hera, bibit herus,

bibit miles bibit clerus,

bibit ille, bibit illa,

bibit servus cum ancilla,

bibit velox, bibit piger,

bibit albus, bibit niger,

bibit constans, bibit vagus,

bibit rudis, bibit magus,

 

bibit pauper et egrotus,

bibit exul et ignotus,

bibit puer, bibit canus,

bibit presul et decanus,

bibit soror, bibit frater,

bibit anus, bibit mater,

bibit ista, bibit ille,

bibunt centum, bibunt mille.

 

Parum centum sex nummate

durant, ubi inmoderate

bibunt omnes sine meta,

quamvis bibant mente leta,

sic nos rodunt omnes gentes,

et sic erimus egentes.

Qui nos rodunt confundantur,

et cum iustis non scribantur».


L’ANGOLO DELL’ASCOLTO

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  In taberna.

 


1 Dispregiativamente soprannominato dalla Chiesa "il Golia" ovvero il demonio.

2 Fra i clerici vi sono sia gli studenti in attesa di ricevere gli ordini religiosi che vere e proprie bande di balordi. Numerose sono le testimonianze iconografiche rappresentanti risse nelle locande.

3 E saranno proprio queste ultime due realtà ad essere più bersagliate (insieme al Clero) nelle loro composizioni poetico-musicali! 

4 Termine che uso impropriamente poiché veniva fatto largo uso di essa anche nelle corti. 

5 Contro il Clero. Lo stile musicale richiama la Scuola di Notre Dame di Parigi.

6 Carmi amorosi ed erotici.

7 Vino, gioco e vita sregolata: i temi preferiti dai clerici.

8 Testi profani e spirituali su musiche sacre.

 
Le ultime due immagini sono tratte dal Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti. "Il lessico", voll. 1 e 4, ediz. UTET, Torino 1999.

©2003 Olimpia Amati

 


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