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DE CASTRO VENANDI CUM ARTIBUS  a cura di Falco, Girifalco e Metafalco

di Metafalco

 

…del Monte, del Monte… ma dove ha detto che ci porta ora? La nostra guida ha detto che visiteremo un castello o forse una chiesa, non ricordo, e mia moglie nemmeno! Che stress questi viaggi organizzati! Ci sbattono da un posto all'altro, sali sul pullman, scendi dal pullman, avete dieci minuti per fare le foto, su in fretta che il pullman parte e… quando sono finalmente sul pullman e penso di avere dieci secondi dieci per rilassarmi, ecco che la mia guida incomincia a parlare del prossimo luogo che andremo a visitare. Allora sì che la mia mente comincia a vagare, mentre io lotto contro gli occhi che si chiudono, contro la bocca che vorrebbe aprirsi in rumorosi sbadigli, contro le orecchie che si rifiutano di ascoltare; in questi non rari momenti confondo date, imperatori, castelli, chiese, stili architettonici e tutto ciò che la mia guida dice con tanta dovizia di particolari.

Come faranno mai i miei compagni di viaggio a tenere a mente tutte queste nozioni? Non sarebbe stata meglio la classica vacanza rilassante in montagna come abbiamo fatto mia moglie ed io per così tanti anni? E invece no! Da quando sono andato in pensione mia moglie dice che devo ripagarla di tutto il tempo che il mio lavoro le ha rubato, che deve visitare i posti che non ha mai visto, e «non ti chiedo tanto ma almeno dell'Italia qualcosa la dobbiamo vedere, e basta con queste montagne, tutto l'anno chiusa in casa e poi in estate peggio di due eremiti su questi monti, sempre uguali perché tu hai bisogno di rilassarti. Ora non vale più la solita cantilena che tu lavori tutto l'anno e sei stanco e io non posso capire cosa significhi guidare nel traffico, io che sono sempre trasportata… Da quest'anno si cambia stile: facciamo un viaggio organizzato, un tour della Puglia in pullman sei notti sette giorni, incontriamo gente nuova, magari della nostra età, e facciamo amicizia».

Così eccoci qui, a 67 anni, a fare un tour in una Puglia arroventata dal sole di agosto, eccoci qui a circa quaranta gradi a condividere il piccolo spazio del pullman con un gruppo di persone che non conosco, a essere strattonati a destra e sinistra per rispettare la tabella di marcia, a non avere tempo di fermarci in un negozietto locale per comprare qualche regalino ai nostri nipotini perché tanto avremo il tempo di farlo nei pomeriggi che, come da programma, sono liberi.

Come da programma, come da programma… ma vorrei sapere: chi ha scritto questo programma è riuscito veramente a fare tutto quello che c'è scritto? Sei notti e sette giorni per vedere Lecce, Otranto e chiese annesse, Alberobello, Bari col suo centro storico, Trani chiesa e castello, due giornate al mare, due pomeriggi liberi e adesso giunti stremati al sesto giorno ecco che ci aspetta questa chiesa o castello che stiamo andando a vedere. 

Nel tragitto mi godo il paesaggio così diverso dalla mia città del nord, dai monti che ho amato durante le mie solite vacanze estive. Un paesaggio brullo eppure affascinante, in cui l'erba bruciata dal sole assume un colore giallo che quasi acceca. Il sole è caldissimo e il cielo di un azzurro intenso. Qualche papavero brilla col suo rosso vibrante e spicca fra queste distese d'oro. La nostra guida, che nel frattempo ha continuato a parlare e a descriverci quello che vedremo fra un po', richiama la nostra attenzione perché fra poco vedremo spuntare dietro la collina l'edificio che andremo a visitare.

Eccolo, si vede appena, è ancora piccolo piccolo eppure ha una forma decisa. Non capisco se sia un castello o una chiesa e d'altronde non ho a questo punto il coraggio di chiederlo alla mia guida che da circa mezz'ora si sgola cercando di farci capire qualcosa di quanto vedremo perché arrivati lì avremo poco tempo, perché siamo, tanto per cambiare, in ritardo rispetto al programma. Mia moglie si è addormentata e non mi sembra il caso di chiedere ai miei vicini se ciò di cui parliamo da mezz'ora sia un castello o una chiesa. Arrivati lì me ne renderò conto.

Nel frattempo il misterioso edificio è scomparso per nascondersi dietro queste brulle colline dalle forme dolci e arrotondate. Eccolo lì che riappare. Non ha le mura di cinta degli altri castelli che abbiamo visitato, quindi potrebbe essere una chiesa (chissà se posso entrare con questi pantaloncini?), anche se mi sembra un po' troppo grande e non capisco che funzione potrebbe avere una chiesa lì, così isolata perché mi sembra che ai piedi del colle non ci sia alcun centro abitato. Ecco come fare: «Mi scusi signora, può prestarmi il programma del viaggio?, vorrei vedere cosa è previsto per stasera. Grazie».

Eccolo qui, è un castello, il mistero è svelato. Ho sentito che la nostra guida diceva che è un edificio medievale. Chissà cosa c'è dentro, se ci sono affreschi e di quali artisti sono, se ci sono i mobili dell'epoca oppure quelle esposizioni di armi, armature e cavalli impagliati in assetto da battaglia che mi piacciono tanto. La mia guida dice che questo è un castello particolare perché l'imperatore non ci ha mai vissuto (mi sembra comunque normale, considerando che buona parte dei castelli che abbiamo visto in questi giorni sono stati costruiti da lui e, a meno che non avesse i ritmi del nostro viaggio organizzato, era impossibile che li abitasse tutti), e quindi non si sa che funzione dovesse avere. Chissà se ci sono delle gallerie o dei sotterranei usati magari come prigioni.

Quasi quasi questa guida è riuscita a incuriosirmi e ora che il sonno mi è passato potrei anche mettermi a sentire tutte le date e supposizioni che inizia a sfornare ogni qualvolta dobbiamo visitare qualcosa. Sembra che l'edificio fosse una residenza di caccia e che il paesaggio brullo che noi oggi vediamo fosse un tempo ricco di una folta vegetazione e di acque. Non riesco proprio a immaginare questa terra bruciata dal sole un tempo foresta lussureggiante. Eppure così sembra. E questo imperatore ha scritto anche un trattato sulla caccia col falco. Certo che ne doveva avere di tempo libero per fare tutte queste cose: spostarsi da un posto all'altro, combattere guerre nel suo impero, in Terra Santa, divertirsi con le sue molte amanti, andare a caccia. Mi sembra che sia morto giovane, sulla cinquantina di anni. Non c'è da meravigliarsi. Io a 67 trovo già straziante questo tour de force che dovrebbe essere un viaggio di piacere!

Ciò nonostante come doveva essere affascinante la vita, allora! Penso che noi oggi riteniamo luoghi di interesse quelle che un tempo erano abitazioni (di imperatori, è vero, ma pur sempre abitazioni). Mi chiedo dove sia finito il gusto estetico degli architetti contemporanei, e perché sempre più spesso si parli di edifici che vanno a rovinare una prospettiva. Confronto quindi il timore che ci accompagna quando si parla di costruzione di un nuovo stabile, sia questo pubblico o privato, con la sana curiosità e infine la meraviglia che accompagnava la visione degli edifici voluti dagli imperatori, in questo caso, medievali. La mia guida dice che il castello è stato a lungo abbandonato ed era quasi ridotto a un rudere; non dobbiamo illuderci: quello che vedremo è in parte frutto del lavoro di ricostruzione effettuato durante i lavori di restauro. Il castello oggi si presenta spoglio di tutti gli elementi che al tempo della sua costruzione dovevano arricchirlo. 

Nonostante la mia guida mi dissuada dall'aspettarmi un luogo sontuoso, nella mia mente addobbo l'edificio che fra breve visiteremo di atmosfere alla re Artù come quelle che si vedono nei film, stendardi e squilli di tromba per annunciare l'arrivo di ospiti, inchini di fronte all'imperatore, massima devozione nei suoi riguardi, eterna fedeltà, cose che appaiono impensabili al mondo d'oggi e a me che per anni ho lavorato in una azienda privata in cui la fedeltà ad un'opinione seguiva gli andamenti della borsa.

Eccoci siamo quasi arrivati. Il pullman, nostro prode destriero, si è fermato. Sveglio mia moglie che secondo me incomincia a rivalutare le tranquille settimane trascorse in montagna (almeno quanto io sto iniziando a rivalutare questo viaggio e forse questa terra della quale non sapevo e non so tuttora nulla, ma che si sta rivelando in grado di far vagare la mia immaginazione). Facciamo la coda per prendere il bus navetta. La guida ci dice di stare vicini e di non perderci fra le bancarelle perché siamo in ritardo e abbiamo non più di venti minuti-mezz'ora per visitare il castello.

Orsù dunque, Indiana Johnes, mi dico, raccogli le tue forze per questa avventura!
   

   

©2003 Metafalco; disegno di Girifalco

   


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